Nel 1999 gli imprenditori tedeschi Robert Gentz e David Schneider realizzarono il loro primo successo nel campo dell’e-commerce, “Alando”, primo progetto eBay europeo che fu poi acquistato dall’attuale “eBay” per 48 milioni di euro. Qualche anno dopo i due imprenditori fondarono “MyVideo”, una copia europea di “Youtube”, acquistata poi dall’emittente “ProSiebenSat1” per una ventina di milioni di euro.
Dopo questi successi digitali, nel 2008 a Berlino, Robert Gentz e David Schneider realizzarono “Ifasho”, una società guidata dalla Rocket Internet GmbH che vendeva calzature, ma ben presto l’internet retailer diviene una piattaforma sempre più ricca di articoli di moda, e prende il nome di Zalando, il sito che oggi rappresenta la compagnia più ricca nel panorama dell’e-commerce europeo, e che dalla ragione sociale AG (equivalente all’italiana forma giuridica Spa, società per azioni) sta diventando una SE, ovvero Societas Europaea.
Felix Kreyer, il Regional Manager della zona Sud Europa di Zalando, ha dichiarato che l’azienda è stata vincente nel saper attirare i suoi clienti e ad incentivare sempre di più i loro acquisti tramite accurate ricerche di mercato, e lavorando sia sotto l’aspetto economico e finanziario e sia sotto l’aspetto persuasivo con adeguate strategie di comunicazione e marketing. Il sito di Zalando (consultabile a questo link) risulta essere adeguatamente ottimizzato, potenzialmente intuitivo e dotato di una eccellente user experience. Inoltre Krayer confida che il cliente più affezionato alla piattaforma tedesca risulta essere la donna di età compresa tra i 25 e i 45 anni.
A soli quattro anni dalla sua nascita l’azienda ha incassato 1,15 miliardi di euro di vendite nette, e questo, afferma Krayer, non era mai accaduto per nessuna azienda in Europa. Zalando arriva in Italia nel 2011 e il suo Country Manager del mercato italiano e spagnolo, Giuseppe Tamolo, ha rilasciato alcune dichiarazioni che spiegherebbero i punti di forza della prima piattaforma e-commerce che si starebbe preparando addirittura alla quotazione in Borsa.
Tamola ha spiegato che per quanto riguarda il successo del mercato italiano, Zalando ha saputo escogitare tre strategie molto efficaci che riguardano la fidelizzazione del cliente. La prima strategia è il servizio pre-vendita, con cui il cliente può reperire molte informazioni sul capo di abbigliamento da acquistare che lo aiuterebbero in modo esauriente alla decisione finale dell’acquisto.
La seconda trovata del sito Zalando.it è la possibilità di acquistare un prodotto anche telefonicamente, poiché è stato constatato che l’Italia, a differenza di altri paesi europei, è ancora un paese incerto di fronte alle dinamiche del commercio on line. La terza mossa vincente di Zalando è stata una buona selezione delle risorse umane, Zalando Italia vanta un personale altamente qualificato nei settori E-commerce, On line Marketing e Fashion Made in Italy.
Tra le ultime novità di Zalando, vi è il Partner Program con cui i brand italiani locali potranno diventare clienti della piattaforma, che non venderà solo capi le cui marche godono di una distribuzione nazionale e internazionale, ma anche capi meno noti dall’identità più artigianale. Zalando si è espansa in ben 14 paesi europei e con la notizia che l’azienda sarà quotata in Borsa, per i prossimi tempi si prevede una capitalizzazione di almeno 5 – 7 miliardi di euro.
Secondo il Financial Times, l’internet retailer tedesco avrebbe già ingaggiato importanti advisor come Morgan Stanley, Goldman Sachs e Credit Suisse, avvicinandosi dunque alla possibilità di essere considerato come l’Ipo dell’anno. Nel corso del 2013 la svedese Kinnevik ha investito 100 milioni di euro raggiungendo così una capitalizzazione di 3,9 miliardi di euro.
Il fatturato totale del sito nell’anno 2013 è stato di 1,8 miliardi, mentre nei primi mesi del 2014, lazona DACH (Germania, Austria e Svizzera) ha incassato vendite fino a 284 milioni. Nei primi tre mesi del 2014, il fatturato totale del sito è stato di 500 milioni di euro, con un aumento del 35% rispetto allo stesso periodo del 2013.
Sara Giorgi