La Palazzina Cinese (o Real Casina Cinese) è una splendida villa di Palermo, caratterizzata da uno stile architettonico inusuale, ispirato all’arte asiatica.
Dalla Casina Lombardo della Scala alla Palazzina Cinese
Nel 1799 don Giuseppe Riggio principe di Aci, con delega di sua Maestà re Ferdinando, richiede la concessione della casina dei Lombardo baroni della Scala, sita nella Piana dei Colli e contestualmente, diede mandato all’architetto regio Giuseppe Venanzio Marvuglia di valutare la fabbrica al fine di stabilire il giusto censo annuale. Ma la Casina dei Colli, che aveva subito incantato il re e la regina, mal si adattava ad una residenza reale, perciò re Ferdinando, riparato in Sicilia nel dicembre del 1798 dopo l’occupazione napoleonica, ne dispose una riconfigurazione strutturale che doveva comunque lasciare invariato il carattere esotico e lo stile orientaleggiante voluto dal primo ideatore e committente, il barone Benedetto Lombardo della Scala.
La Palazzina
I lavori vengono affidati allo stesso architetto Venanzio Marvuglia, che vi realizza una delle costruzioni più originali e raffinate che si possono ammirare oggi in Sicilia.
La fabbrica originaria, edificata in stile prettamente orientale, si presentava in muratura con ballatoi lignei in due ordini, delle ringhiere dipinte e coperta da tetti a padiglione. Le opere di abbellimento e gli interventi strutturali operati dal noto architetto fino al 1802 e successivamente dal figlio Alessandro Emanuele, conferirono all’intera costruzione originalità e grande pregio architettonico. Furono modificate le coperture sostituendo i tetti laterali con due terrazze simmetriche che presentano delle colonne che sorreggono architravi lignee traforate, mentre nella parte centrale viene eretta una costruzione con grande copertura a padiglione su tamburo ottagonale sormontata da pinnacolo a doppio calice rovesciato, detta “Specola o Stanza dei Venti”.
Nei prospetti nord e sud viene aggiunto un portico sorretto da sei colonne in marmo disposte a semicerchio, coronato da tetto a pagoda; ai fianchi della casina, su progetto di Giuseppe Patricolo, vengono agganciate due torrette con scale elicoidali collegate attraverso passaggi aerei ai ballatoi del piano rialzato e del piano nobile.
L’edificio oggi appare come un originale ibrido stilistico con prevalenza di riferimenti al gusto orientale, ma con diversi elementi in stile neoclassico, espressione della sensibilità eclettica e del gusto dei tempi: inoltre decorazioni policrome con ocre gialle, rosse e grigie conferiscono ai prospetti della palazzina un’originalità estetica di ineguagliata bellezza.
Gli interni
Si compone di cinque livelli: al seminterrato troviamo la grande sala da ballo in stile Luigi XVI, alcuni disimpegni, la sala da bagno di re Ferdinando, una sala da buffet chiamata “sala delle codine” stranamente decorata, e l’ambiente che contiene l’originale meccanismo ligneo a saliscendi della superiore sala da pranzo, “la tavola matematica”, progettata dallo stesso Marvuglia.
Al piano rialzato si trova il salone di rappresentanza alla cinese, detta anche sala delle udienze, con ai lati gli ambienti privati del re (la sala da gioco, la sala da pranzo e la camera da letto).
Al primo piano gli alloggi dei cavalieri e delle dame, e mezzanini per il numeroso personale di servizio; al secondo piano vi troviamo le stanze più belle, gli alloggi della regina Maria Carolina, con il “salotto turco”, la saletta “ercolana” in stile impero, e la camera da letto con alcova in stile neoclassico con il magnifico bagno chiamato “gabinetto delle pietre dure”. Infine l’ultimo livello, cui si accede attraverso quattro scale a chiocciola in ferro poste sulle terrazze laterali, è la già citata “Stanza dei Venti”, l’ambiente posto al termine dell’intera costruzione, originariamente destinato ad osservatorio.
Decorazioni pittoriche e arredi
Ma sono le magnifiche decorazioni pittoriche degli interni che destano l’ammirazione dei visitatori. Tutto è improntato al gusto per l’esotico che va dallo stile “cinesizzante”, al turco, ma anche a quello pompeiano e neoclassico.
Lo splendido ed eclettico apparato decorativo interno della residenza vide la partecipazione dei maggiori pittori palermitani del periodo e di artisti napoletani: dai famosi Giuseppe Velasco ed Elia Interguglielmi, a Vincenzo Riolo, Rosario Silvestri, Raimondo Gioia, Giuseppe Patania e Benedetto Cotardi pittore adornista di origini napoletane molto attivo a Palermo nell’ultimo trentennio del Settecento.
I meravigliosi arredi della palazzina sono di una ricchezza e di un fascino straordinario, lo stile che li connota è fantasioso ed eclettico, molti si ispirano alla maniera cinese, una moda che aveva contagiato tutta l’aristocrazia siciliana; infatti non c’era casa patrizia dell’isola dove non si trovava almeno un angolo alla “cinese”. Altri splendidi esemplari di arredi testimoniano invece il gusto per l’antichità classica legato alle scoperte degli scavi archeologici di Ercolano e Pompei promossi dal Sovrano.
La Palazzina Cinese nel corso degli anni è stata oggetto di diversi interventi di restauro, sia strutturali, che nelle decorazioni interne ed esterne; gli ultimi sono stati completati nel 2008 ed hanno consentito di recuperare non soltanto i raffinati elementi architettonici della Casina, ma soprattutto gli splendidi elementi decorativi (tappezzerie, affreschi, pavimenti), nonché gli arredi, il mobilio, e tanti manufatti che caratterizzavano i diversi ambienti della magnifica residenza.
Il Giardino
Sul retro della Casina si trova un delizioso giardino all’italiana molto curato, con delle siepi che formano dei labirinti, suggestive fontane e alberi secolari.
Nelle dipendenze della palazzina, antica sede delle cucine e delle stalle, trova posto il museo etnografico Pitrè, un museo interamente dedicato alle arti e alle tradizioni popolari siciliane fondato nel 1909 dal professore Giuseppe Pitrè.
Nicola Stanzione
Indirizzo : Palazzina Cinese – Via Duca degli Abruzzi 1
Ingresso Gratuito
Ente gestore:
In atto visitabile solo su prenotazione ai numeri sotto indicati
Tel. : 091 6391111 interni 81015 – 81011 – 81004
salve, vorrei sapere se lunedì 25 aprile è aperta?
Da fedele Borbonico sono andato a visitare la palazzina che ospitò il ns Sovrano. La garitta all’ingresso è una cosa oscena. Un ricettacolo di tutto, da caschi di motociclisti a sedie rotte, di sicuro alcova notturna, con relativa “monnezza” di tutto genere. Quando ci sono stato questo agosto non c’era nessuno al quale mostrare quello scempio. Di chi è la responsabilità?
Caro Antonio,
la gestione della Palazzina Cinese dipende dalla Regione Siciliana. Già in passato alcuni addetti hanno mostrato lacune nella cura dei nostri amati monumenti e sarebbe impossibile additare con certezza un colpevole senza citare gli ultimi 150 anni di storia della Sicilia.
Ad oggi l’unica soluzione possibile potrebbe consistere nel contattare l’ufficio regionale preposto, incrociando le dita e sperando in una risposta, nonché in un intervento.
Per esperienza posso dire che l’invio di un messaggio via PEC risulta più efficace nel contattare le amministrazioni, dato il suo maggiore valore legale.
Grazie e a presto.
Sono innamorato di questo luogo anche se non lo visito da anni. Ci tornerò di sicuro durante la prossima visita a Palermo.
Vorrei segnalare che ad oggi visitare la Palazzina Cinese è assolutamente gratuito, a anche l’adiacente Museo Pitrè. Dipendono dalla Regione Siciliana, per cui sono soggette alle decisioni dell’assessorato competente. Vi invito ad andare a visitare questa perla palermitana!
Bel reportage, si dovrebbero portare in evedenza con questo metodo, tutte le cose belle di Palermo. Complimenti all’autore !!