L’antica chiesa di Santa Ciriaca si trova lungo la circonvallazione di Monreale, dentro il cosiddetto baglio delle case Salamone nei pressi della via santa Domenica. Versa in uno stato di degrado ed abbandono totale nonostante diversi tentativi di restauro. Ma perché è importante questo rudere?
Dobbiamo risalire all’epoca della dominazione araba in Sicilia, dunque dal 827 al 1072 quando la chiesetta già esisteva: dunque prima delle cattedrali di Palermo e Monreale.
Essa rappresenta l’ultimo baluardo della fede cristiana vissuta e praticata dai palermitani intorno al proprio vescovo, durante il predominio arabo.
Gli arabi a Palermo e la chiesa di Santa Ciriaca
Nel periodo di dominazione musulmana nell’isola, pare fosse lasciata una certa libertà di religione, e benché vessati da un surplus di tasse e di restrizioni, i siciliani potevano mantenere la fede cristiana. Ciò nonostante una certa parte della popolazione si convertì all’islamismo e Palermo, che intanto era stata eletta capitale dell’emirato, secondo i cronisti del tempo, contava almeno trecento moschee. Una di queste era la cosiddetta “Gami”, la più grande, che poteva contenere più di 7 mila persone, che era stata edificata trasformando il tempio Bizantino della Madonna dell’Assunta, dove sarebbe sorta l’attuale cattedrale di Palermo.
L’arcivescovo della diocesi palermitana era allora il greco Nicodemo. Quando venne spodestato dalle sue funzioni vescovili, si ritirò in periferia, proprio nella povera chiesa di santa Ciriaca, a mantenere vivo il culto e l’unità dei cristiani. Così, fino alla riconquista della Sicilia da parte dei normanni Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla, agli inizi del 1072.
Circa un secolo dopo, la riaffermazione del culto cristiano nell’isola si consolidava con la costruzione delle due grandi cattedrali, di Monreale e Palermo mentre la piccola chiesa della resistenza della fede, veniva concessa insieme ad altri beni al monastero dei benedettini insediati in santa Maria Nova in Monreale (divenuto in seguito il Duomo).
La chiesetta lentamente andò perdendo d’importanza fino ad essere dimenticata quasi del tutto. Ne troviamo traccia nel 1330 quando è ancora parrocchia ma per via degli scarsissimi proventi è costretta a pagare una sorta di tassa annuale. Nel settembre del 1580 il beneficio della chiesa viene conferito al rettore del Seminario monrealese finché non se ne perdono le tracce.
Pare che ancora esisteva nel 1878 inglobata in un baglio cinquecentesco per poi scomparire definitivamente. Resistono pochi ruderi e neppure visitabili nella campagna occidentale, al di sotto del pianoro a breve distanza dalla borgata della Rocca.
Ma chi era santa Ciriaca?
Alcuni studiosi ritengono che non sia mai esistita nessuna santa con questo nome che altro non sarebbe che la latinizzazione del greco Kuriaca, cioè il culto domenicale. All’interno della cattedrale, nella Cappella di San Pietro, tuttavia, tra le sante benedettine si trova l’immagine di una Santa Domenica, il che testimonierebbe l’antichità del culto a questa santa. Di fatto i martirologi cristiani ed ortodossi riconoscono, una santa Ciriaca ed una Domenica con vicende sovrapponibili per cui è probabile che Domenica sia la latinizzazione di Ciriaca.
In ogni modo si tratta di una santa martirizzata a Nicomedia (in Turchia) ai tempi della persecuzione di Diocleziano nel 303. Secondo la leggenda i suoi resti sarebbero stati trasportati a Tropea, dove viene tuttora venerata. Il culto alla santa si sviluppò in tutta la Calabria e nel meridione e questo ne fa supporre la presenza in Sicilia e forse anche nel palermitano.
Saverio Schirò