Scoppia in rete la polemica sul “Fertility Day“, l’iniziativa nazionale annunciata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e in programma il prossimo 22 settembre. Lo scopo è quello di invitare a procreare il prima possibile, sfruttando la giovane età, come parte della strategia per invertire il preoccupante calo demografico italiano. Due le critiche principali alla campagna, che ha slogan come “Sbrigati, non aspettare la cicogna” o “La fertilità è un bene comune“. La Lorenzin – che a me non sta per niente simpatica – è stata presa d’assalto da tutti i fronti. Normale e scontate le critiche di tutta l’opposizione, meno scontate quelle di Roberto Saviano che farebbe meglio ad occuparsi – come sa fare – di camorra. In generale penso – ma potrei pure sbagliarmi – che molti di quelli che si lamentano forse sono gli stessi che brontolano per l’arrivo degli immigrati e fanno finta di non sapere che senza gli immigrati regolari saremmo a crescita zero e che fra 50 anni gli italiani potrebbero essere una minoranza, cosa che a me non preoccupa per niente.
Lo scorso anno l’Italia è risultato il Paese con il tasso di natalità più basso tra quelli dell’Ue. Lo ha reso noto Eurostat. Complessivamente, nei 28 Paesi dell’Unione, nel 2015 la popolazione è cresciuta. Ma ciò, osserva Eurostat, è avvenuto solo grazie agli immigrati poiché tra i residenti le nascite sono state inferiori alle morti.
Sicuramente ha ragione chi parla di mancanza di lavoro o di politiche a favore della famiglia….. sventolate da coloro che manifestavano al family day senza poi mettere fondi a favore dei nuclei familiari. La mancanza di lavoro o il lavoro precario tarpa le ali a molte coppie che differiscono la data del matrimonio perché all’orizzonte non intravedono barlumi di un’alba che possa trasmettere ottimismo.
Ma siamo sicuri che non si fanno figli solamente a causa di un futuro che sfugge da ogni prospettiva? Non credo che la causa di questa denatalità sia tutta riconducibile a fattori di natura economica, altrimenti non si spiegherebbe perché sono proprio i ceti meno abbienti a sfornare figli. Incoscienza, irresponsabilità o ignoranza? Non so, forse sarà follia, anche se Erasmo da Rotterdam nel suo”Elogio alla Follia” pensava che solo la FOLLIA poteva salvare il mondo.
Con tutto il rispetto per la dignità di queste persone poi non ci lamentiamo se il livello culturale del nostro paese si abbassa in maniera esponenziale.
Mi sembra che molte donne abbiano messo al primo posto – legittimamente – la propria realizzazione personale, che passa soprattutto attraverso il lavoro e la carriera. Alcune, pur con le garanzie economiche mettono al mondo il classico figlio unico. Perchè? Per una donna mettere al mondo un figlio è una scommessa, un atto di fiducia verso un mondo che viene percepitoe minaccioso, ostile e insicuro (e come darle torto?). Credo ci sia anche altro. I figli costano, già a 5 anni hai il problema di che tipo di smartphone comprare, poi c’è la piscina, il corso di violino, il corso di dizione. Poi per accompagnare i figli a scuola (anche se dista 300 metri) c’è bisogno della macchina, magari un SUV tanto per non farci mancare niente.. e intanto ti accorgi che incontri pochissimi bambini sudati, perchè non hanno conosciuto la piazza, i vicoli e i vecchi giochi d’infanzia……mentre incontri anziani che oziano ai bar o nelle sale da giochi…….insomma un paese senza futuro.
Giuseppe Compagno