Palazzo Butera a Palermo

Questa superba "Domus Magna" cittadina, per l’imponenza del suo impianto e la magnificenza delle sue opere d'arte, è considerata una delle dimore più affascinanti e ricche di storia di tutta la Sicilia

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Il grandioso Palazzo Butera, una vera e propria reggia, sorge nella omonima via Butera nel cuore dell’antico quartiere della Kalsa, dove agli inizi del Seicento era stata edificata la casa degli Imperatore, una famiglia di illustri patrizi, senatori e uomini di governo.

Interno di Palazzo Butera PdV

La Storia del Palazzo Butera

Questa antica casa, con frontespizio sulla strada Colonna, acquistata nel 1692 da Girolamo Branciforte, marchese di Martini, costituisce il nucleo originario di Palazzo Butera.
A quel tempo non possedeva ancora la fisionomia di un palazzo nobiliare, ma piuttosto l’aspetto disarticolato di un vecchio tenimento di case, confinante con altre case appartenenti ai duchi di Santa Lucia, anch’essi di casa Branciforte, uno dei più prestigiosi casati del Regno.

In seguito al matrimonio nel 1718 tra Ercole Michele Branciforte e Gravina, figlio di Girolamo, e donna Caterina Branciforte e Ventimiglia, figlia di don Nicolò Placido, principe di Butera e duca di Santa Lucia, i due contigui tenimenti di case si unificarono in un unico contesto, divenendo da allora, la residenza ufficiale dei principi di Butera.
Il principe Ercole Michele volle affidare il progetto di ampliamento e ristrutturazione del palazzo, all’architetto crocifero Giacomo Amato il quale realizzò solo in parte il grandioso progetto: la morte colse il noto architetto nel 1732.

Sappiamo di certo che il palazzo già nel 1735 aveva assunto l’aspetto pressoché attuale, almeno per quanto riguarda il monumentale prospetto rivolto verso il mare. Lo dimostra una delle incisioni a corredo del volume, La Reggia in trionfo per l’acclamazione e coronazione della Sacra Real Maestà di Carlo infante di Spagna…..”, che ritrae la facciata parata a festa in onore del nuovo sovrano. I successivi interventi esterni furono indirizzati quasi esclusivamente all’adeguamento formale dei corpi aggiunti: il contiguo palazzo appartenente ai Moncada, annesso nel 1760, e la dimora di Francesco Benso Landolina duca della Verdura accorpato nel 1801 (sembra che principale scopo dell’acquisto di quest’ultimo palazzo fosse stato l’ambizioso progetto di ricavarvi un enorme salone da ballo).
Complesse e stratificate furono le trasformazioni degli interni, disposti ancora oggi secondo criteri distributivi settecenteschi.

Il Palazzo

palazzo butera stemma

Dall’elegante scalone in marmo rosso di Trapani si accede al piano nobile che ha inizio con la grande sala, luogo di celebrazione del casato e suggestivo ambiente di rappresentanza. Sul soffitto campeggia lo stemma che reca i simboli araldici della famiglia Branciforte (il leone rampante con vessillo e due zampe mozzate), attribuito al pittore Gioacchino Martorana.

Le pareti della sala sono popolate dai ritratti degli antenati di famiglia, nei quali l’orgogliosa aristocrazia si rimirava compiaciuta, mentre sui sovrapporta sono dipinte le vedute dei numerosissimi feudi del principe di Butera.

Tetto affrescato del Palazzo Butera by PdV

Ci si addentra poi nella spettacolare “enfilade” di salotti e saloni di passaggio prospettanti sul grande terrazzo a mare: splendido il salone che, nel secolo scorso, venne destinato a sala da pranzo, la cui sontuosità ancora oggi è leggibile nei magnifici affreschi e nelle decorazioni.

Secondo i documenti reperiti, diverse furono le fasi di ristrutturazione degli interni, e numerosi furono le maestranze e gli artigiani coinvolti nelle opere.
Non sembra sia rimasta traccia delle belle opere decorative, profuse senza limitazione di spesa, condotte dal 1728 al 1741 durante il periodo di consulenza dell’architetto Ferdinando Fuga per la realizzazione dei fastosi addobbi del “nuovo camerone”, sotto la direzione dell’ingegnere Giuseppe Li Gotti: opere dei pittori Olivio Sozzi e Pietro Martorana in collaborazione con una fitta schiera di indoratori, intagliatori e carpentieri.

Palazzo Butera dopo l’incendio del 1759

Nel 1759 infatti, un devastante incendio rovinò gran parte del palazzo. Si diede inizio allora, a un’impegnativa opera di riconfigurazione e ristrutturazione della nobile dimora.
Dal rovinoso incendio il palazzo risorse ancora più grandioso, avendo il principe Ercole Branciforte per ridurlo in miglior forma e maggiore ornamento di questa città”, chiesta la “venditione” coattiva del contiguo palazzo dei Moncada conti di Caltanissetta.

Alcuni documenti relativi agli anni tra il 1765 e il 1767 ricordano una serie di lavori diretti dall’architetto Paolo Vivaldi, comprendenti vari interventi decorativi, dedicati principalmente agli interni del palazzo. Sono da riferire a questo periodo, le splendide pitture raffiguranti prospettive architettoniche a trafori che decorano i soffitti della maggior parte dei saloni del piano nobile e del secondo piano.
Sulle volte di alcuni ambienti del piano nobile, eleganti figure tratte da un raffinato repertorio di temi arcadici ed esotici si affacciano da finte balaustre. Al centro del salone Gotico (così chiamato per gli splendidi arredi goticheggianti) e dell’ambiente adiacente, finte architetture incorniciano un ampio vano centrale riservato a raffigurazioni di tipo teatrale: “Diana cacciatrice assisa sul carro trainato da due cervi” e “Apollo sul carro del sole”.

A palazzo Butera prestarono la loro opera, sotto la direzione di vari architetti, artisti di grande fama come Olivio Sozzi, Emanuele ed Elia Interguglielmi, Gioacchino e Pietro Martorana, Gaspare Fumagalli; nonché i migliori decoratori, i migliori stuccatori e i migliori maestri artigiani del periodo, anche se non siamo in grado di risalire esattamente al nome degli autori delle singole opere.
Collezioni di splendidi dipinti, lampadari in vetro di murano, eleganti arredi, raffinati soprammobili e scintillanti pavimenti completano gli ambienti di rappresentanza di palazzo Butera.

La teoria dei saloni che si svolge lungo l’imponente prospetto che guarda a mare si affaccia su una smisurata terrazza che corre ininterrotta al di sopra della cosiddetta “Passeggiata delle Cattive”. Il fascino di questo luogo e il panorama che si gode per la magnifica vista sul golfo di Palermo, non mancarono di suggestionare il grande poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe, che durante la sua permanenza a Palermo soggiornò in una delle parti del palazzo. Così annotava nei suoi diari il 2 aprile del 1787: il limpido chiaro di luna ci attirò, la sera […] e, dopo che fummo rientrati, ci si trattenne ancora lungo tempo sulla balconata. Il gioco delle luci era singolarissimo, grandi la calma e l’incanto”.

Palazzo Butera oggi

Con Stefania Branciforte, ultima principessa di Butera, titoli e feudi passarono per via dotale ai Lanza, principi di Trabia e duchi di Camastra.
Gli ultimi ad abitare il palazzo, dagli splendori della “belle Epoque” fino all’ultima guerra, sono stati il principe Pietro Lanza Galletti e la moglie Giulia Florio d’Ondes, figlia di Ignazio e munifica benefattrice dei bisognosi del quartiere della Kalsa. Di essi si ricordano ancora i fasti e la vita mondana assurta a leggenda, ma si ricorda pure, nei ritratti dei due figli caduti in guerra nel fiore degli anni, Ignazio e Manfredi, la grande tragedia che ha segnato questa nobile famiglia.

La prestigiosa dimora è stata proprietà dei Moncada, principi di Paternò e ha ospitato nei suoi ambienti eventi di diversa natura. Mostre d’arte e d’antiquariato, sfilate di moda, congressi e ricevimenti hanno trovato prestigiosa sede nei suoi splendidi saloni.

Oggi il Palazzo è stato acquisito dal collezionista e gallerista Massimo Valsecchi che ne sta facendo un museo d’arte classica e moderna per ospitare mostre e collezioni. I lavori di restauro sono iniziati nel gennaio 2016.

La magnifica dimora nella sua lunga storia ha ospitato tanti personaggi illustri e teste coronate, il Kaiser di Prussia Guglielmo II, l’imperatrice dei francesi Eugenia, i reali d’Inghilterra Edoardo VII e la consorte Alessandra, i Borbone di Sicilia, i Savoia, i reali di Grecia, e tanti principi e capi di stato. Oggi una parte del palazzo, riferibile all’ex palazzo Benso, acquistata dalla Regione Siciliana, ospita gli uffici del tribunale Amministrativo Regionale.

Nicola Stanzione

  • Orari di apertura: Da Martedì a Domenica 10.00 a.m. – 8.00 p.m. con biglietto d’ingresso.
  • telefono 091.7521754

Foto by Palermodavedere

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Nicola Stanzione
Nicola Stanzione
Innamorato di Palermo ed esperto dei suoi palazzi storici, monumenti, usi, costumi e tradizioni

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