Sono passati esattamente 50 anni dalla cosiddetta “austerity”, evento mondiale che coinvolse anche l’Italia compreso Palermo, e che cambiò radicalmente la vita quotidiana delle persone, modificò abitudini e aprì le coscienze ad un nuovo modo di concepire il consumo energetico.
Quell’anno 1973 rappresentò un punto di svolta nella storia italiana e mondiale, con un evento che sconvolse l’economia globale: la crisi petrolifera. In risposta a questo shock energetico, il governo italiano, guidato da Mariano Rumor, varò una serie di misure drastiche volte a contenere il consumo di petrolio, che all’epoca era la principale fonte energetica del Paese. Queste misure, riunite sotto il nome di “austerity“, ebbero un impatto profondo sulla vita quotidiana e segnarono l’inizio di un periodo di profondi cambiamenti sociali ed economici.
Austerity: Le cause della crisi
Le radici della crisi petrolifera del 1973 affondano nel complesso scenario geopolitico del Medio Oriente. La guerra arabo-israeliana del 1973, nota come Guerra dello Yom Kippur, vide contrapposte Israele da un lato e una coalizione di stati arabi, tra cui alcuni dei principali esportatori di petrolio, dall’altro. In risposta al sostegno americano ad Israele, l’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) decise di imporre un embargo petrolifero verso i paesi che appoggiavano Israele e per questo ritenuti ostili, causando un’impennata vertiginosa dei prezzi del petrolio a livello globale.
Le misure di austerity
L’Italia, fortemente dipendente dalle importazioni di petrolio, fu tra i paesi maggiormente colpiti dalla crisi. Per fronteggiare l’emergenza, il governo di Mariano Rumor, durante il Consiglio dei Ministri del 22 novembre 1973, emanò un decreto-legge noto come “decreto austerity” dove venivano indicate tutta una serie di misure mirate a ridurre drasticamente il consumo di energia.
Per risparmiare sui carburanti e disincentivare l’uso delle automobili, la benzina rincarò di 15 lire (arrivando a 200 lire il litro) ed i distributori sarebbero rimasti chiusi dalle ore 12 del sabato fino alla mezzanotte di domenica. Contestualmente furono ridotti i limiti di velocità a 50 Km l’ora in città, 100 km l’ora sulle strade normali extraurbane e 120 Km in autostrada.
Divieto di circolazione dei veicoli privati la domenica e nei giorni festivi: questa misura, tra le più emblematiche dell’austerity, ebbe un impatto significativo sulla mobilità degli italiani, incentivando l’uso dei mezzi pubblici e alternative come la bicicletta.
Le multe per i trasgressori variavano dalle 100.000 a 1.000.000 lire, che era tantissimo! oltre all’immediato sequestro del veicolo.
Esisteva una sorta di lista bianca che prevedeva delle autorizzazioni a circolare, ma non includeva le cariche pubbliche. Pensate che emblematicamente, l’8 dicembre festa dell’Immacolata, il presidente della Repubblica Giovanni Leone e papa Paolo VI si recarono in piazza di Spagna per l’omaggio floreale alla Madonna, in carrozze trainate da cavalli.
Limitazioni al riscaldamento: la temperatura negli edifici pubblici e privati non poteva superare i 20°C.
Riduzione dell’orario di apertura di negozi e uffici pubblici: i negozi potevano rimanere aperti al massimo fino alle 19:00, mentre gli uffici pubblici chiudevano alle 17:30.
Limitazioni all’illuminazione pubblica e privata: l’illuminazione notturna fu ridotta del 40%, con lo spegnimento di un lampione su due, e le insegne luminose dei negozi dovevano essere spente entro le 21:00
Cinema e teatri dovevano finire gli spettacoli massimo alle 23:00 e i programmi televisivi entro le 22.45. Fu in quella occasione che il telegiornale nazionale fu anticipato dalle ore 20:30 alle 20:00.
Le misure di austerity entrarono in vigore dal 1 dicembre 1973 e durarono fino al 10 marzo del 1974, quando fu introdotta la circolazione a “targhe alterne”. E dopo le deroghe di Pasqua e Pasquetta, le misure si conclusero a partire da domenica 2 giugno 1974 e formalmente abrogate dal Codice della strada nel 1992 (benché ancora oggi qualche persona anziana sia convinta che la restrizione delle “Targhe alterne” esista ancora!)
L’impatto sulla società: l’austerity a Palermo
Le misure di austerity ebbero un impatto profondo sulla vita quotidiana degli italiani, modificando abitudini e comportamenti consolidati. A Palermo, le domeniche senza auto imposero una riorganizzazione del tempo libero, incentivando attività all’aria aperta e la socializzazione nelle case.
Indubbiamente, al di là dei disagi per per le persone abituate a compiere ogni incombenza adoperando le auto private, potere passeggiare per le vie della città senza automobili fu una piacevole novità. Non esisteva in città l’idea di “aree pedonali” come ne possiamo godere oggi nelle vie del Centro di Palermo, per cui la città fu invasa dai cittadini.
Era una bellissima giornata piena di sole quella domenica del 2 dicembre 1973. Insieme ad altri ragazzi decidemmo di andare al Centro come se fosse un evento da vivere e francamente lo fu per davvero. Raggiungemmo a piedi piazza Politeama attraversando strade silenziose e sgombre di automobili. Sembrava strano vedere la gente che passeggiava liberamente, mentre decine di biciclette occupavano la carreggiata. Lungo la via Libertà la sorpresa fu ancora più grande perché le persone stazionavano nel centro della strada ed i bambini, si divertivano con le loro biciclette. Intere famiglie in bici o su quadricicli colorati, usciti da chissà dove, percorrevano le strade strombazzando divertiti.
Sembrava davvero un festa, ma ovviamente era solo una parvenza e per giunta limitata ai giorni festivi: per il resto l’austerity non fu priva di disagi e conseguenze negative. La riduzione dell’illuminazione notturna conferì alle città un’atmosfera inedita, irreale e poco rassicurante, mentre le code davanti alle stazioni di benzina divennero una consuetudine.
L’improvvisa riduzione del consumo energetico provocò un rallentamento dell’economia, con un aumento della disoccupazione e un calo del tenore di vita, mentre l’inflazione superava l’11 per cento ed i prezzi aumentavano. Il clima di incertezza e sacrificio generò malcontento e tensioni sociali, alimentando il divario tra le classi sociali soprattutto in un Meridione che rimaneva sempre più indietro.
Oltre l’emergenza: verso una nuova consapevolezza energetica
Nonostante le difficoltà, l’austerity del 1973 rappresentò anche un momento di presa di coscienza collettiva sull’importanza del risparmio energetico e sulla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento. L’Italia avviò un percorso di graduale transizione verso nuove fonti energetiche, come l’energia nucleare e le rinnovabili, ponendo le basi per un modello di sviluppo più sostenibile.
L’eredità dell’austerity del 1973 è ancora viva nella memoria collettiva italiana, e tu ricordi quel periodo a Palermo?
Saverio Schirò
Fonti:
- Francesco Petrini, La crisi energetica del 1973. Le multinazionali del petrolio e la fine dell’età dell’oro (nero), in Contemporanea, 15 (2012), n. 3, pp. 445-473
- Enrico Pagano, 1973: le prime domeniche dell’austerity, Novecento.org, n. 8, agosto 2017. DOI: 10.12977/nov190
- Ainhoa Campos e Josep Maria Casals, 1973, la prima crisi energetica, in Storica National Geografic.it