Agosto 2016: Migliaia di docenti obbligati all’esodo
Anzi si tratta di deportazione, piaccia o no al sottosegretario Davide Faraone. Perché allontanarsi da casa, dai figli e dalle famiglie è ormai un obbligo per migliaia di insegnanti. Pena la rinunzia al ruolo, cioè al posto di lavoro. È il risultato del DDL della “Buona scuola” che di buono non ha proprio nulla, visti i migliaia che sta scontentando.
Migliaia di docenti con le valigie alla mano, pronti a salutare parenti amici e familiari. Famiglie divise per coronare il sogno del posto sicuro. Felici per una stabilizzazione ambita da anni, con la morte nel cuore però, perché costretti a lasciare la propria casa e i propri cari verso una meta che un sistema computerizzato ha assegnato, costringendoli ad “emigrare” lontano.
I politici hanno gongolato perché in questo modo avrebbero assicurato un posto di lavoro a tempo indeterminato: alla faccia! Perché in realtà si è trattata di una vera ingiustizia.
Ecco la buona scuola!
Un piano quindi che divide le famiglie, allontana, per lo più le mamme dai loro figli o mariti, costringe a trasferimenti in città, paesi o province senza la possibilità di scegliere, ma sembra essere opinione diffusa che dovremmo ringraziare perché ci stanno dando l’opportunità del ruolo, grazie… ma perché dopo avere lavorato per anni e anni come precaria dietro casa, adesso devo trasferirmi?
Con uno stipendio da docente oggi trasferire figli, affittare una casa, munirsi di un mezzo per spostarsi, pagare un nido o una babysitter….non sarà sufficiente, per non parlare della separazione forzata dal partner. E se questo lavora, dovrà abbandonare il certo per l’incerto di un nuovo posto di lavoro da cercare?
“Al sud i posti non se li possono inventare”, dicono, ma intanto a quanto pare ci sarà un esodo al contrario di coloro che negli anni passati avevano scelto il Nord pur di lavorare (e scavalcare tantissimi collegi che al Nord non potevano andare per diverse ragioni) e adesso trovano una scorciatoia privilegiata per “scavalcare” ancora una volta chi si è dovuto accontentare di un lavoro precario.
Insomma, l’ennesimo autogol di un governo che ha lasciato a desiderare. Ebbene siano adesso loro, i governanti a lasciare, perché stiamo assistendo non ad un fallimento di un programma, ma ad una vera presa in giro intollerabile.
Ricordiamocene quando andiamo al voto… e stavolta andiamoci con le idee chiare!
Maria Angela Pileri