Cervello, Ingrassia, Di Cristina, Buccheri La Ferla… sono alcuni degli ospedali di Palermo: ma vi siete mai chiesti chi sono questi personaggi che hanno dato il loro nome agli Istituti medici? Certamente sono state persone che hanno contribuito in modo significativo alla salute e al benessere della comunità cittadina e per questo gli ospedali di Palermo portano il loro nome.
Per questo adesso, racconteremo le loro storie, il contributo alla pratica medica che alcuni di essi hanno dato e la generosità di chi è stato solamente un benefattore. Dalle figure influenti che hanno aperto nuove strade nella farmacologia e nella medicina, a chi ha combattuto coraggiosamente per la giustizia, e chi con le sue generose donazioni ha permesso che strutture sanitarie venissero costruite e mantenute. Insomma, personaggi che hanno lasciato un’impronta indelebile nel campo della medicina e hanno migliorato la vita di molte persone.
Vincenzo Cervello (Ospedale Cervello)
Il dottor Vincenzo Cervello (1854-1918) è stato un medico e farmacologo palermitano noto per i suoi contributi alla farmacologia moderna. Laureatosi a Palermo nel 1877, si specializzò in “materia medica” (l’attuale farmacologia) che insegnò nell’università di Catania. Trasferito a Palermo insegnò Clinica Medica.
Come primario all’ospedale Civico di Palermo, si dedicò anche alla lotta contro la tubercolosi, fondando nel 1903 l’Associazione palermitana contro questa terribile malattia. Per suo merito il comune di Palermo avviò la costruzione del sanatorio, che venne ufficialmente inaugurato dallo stesso Cervello il 28 novembre 1909.
La struttura dal 1922 diventerà ospedale dedicato alle malattie respiratorie, nel 1970 Ospedale Generale e nel 1995 Azienda Ospedaliera: l’Ospedale Cervello attualmente in funzione.
Giovanni Di Cristina (Ospedale dei Bambini)
Il dottor Giovanni Di Cristina fu un rinomato pediatra. Nacque a Palermo il 12 settembre 1875 e si laureò in medicina e chirurgia nel 1902. Dopo un periodo di formazione in importanti centri universitari tedeschi, si trasferì a Napoli, dove approfondì le discipline biologiche frequentando l’istituto di Patologia generale.
Nel 1909, tornò a Palermo specializzandosi in Pediatria nella clinica del dottor Rocco Jemma, che lo nominò suo aiuto. Quando Jemma si trasferì all’università di Napoli, Di Cristina assunse la direzione della clinica e della cattedra palermitana che si distinse presto come una delle migliori d’Italia, in particolare nello studio delle malattie infettive.
Ma oltre all’aspetto clinico e scientifico, Di Cristina si impegnò anche a favore dell’infanzia, contribuendo a iniziative volte a proteggere i bambini dalle gravi malattie sociali dell’epoca. Grazie al suo impegno e al suo contributo, nacquero l’Istituto dell’Aiuto Materno per lattanti appartenenti a famiglie povere e la Casa del Sole “Ignazio e Manfredi Lanza di Trabia” per la cura elioterapica dei bambini tubercolotici.
Morì nel febbraio del 1928 ad appena 52 anni, ma il suo contributo professionale ed umanitario è rimasto nel ricordo dell’Ospedale dei Bambini che fu a lui dedicato.
Paolo Giaccone (Policlinico)
Il dottor Paolo Giaccone, nato a Palermo il 21 marzo 1929, è stato un medico ucciso dalla mafia l’11 agosto 1982. Era professore universitario di medicina legale e antropologia criminale, nonché direttore dell’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo.
La sua competenza e professionalità sono state ammirate e il suo lavoro di ricerca e consulenza forense ha avuto un impatto significativo sulla medicina legale.
Paolo Giaccone si distinse per la sua integrità morale e il suo coraggio nel denunciare la mafia, anche a rischio della propria vita. Nell’anno del suo omicidio, aveva rifiutato di falsificare una perizia su un’importante impronta digitale di un pericoloso killer, nonostante le pressioni ricevute dagli affiliati alla mafia. La sua morte ha suscitato grande indignazione nell’opinione pubblica italiana, tanto che il Policlinico di Palermo è stato intitolato al suo nome come riconoscimento della sua integrità e professionalità.
Filippo Ingrassia (Ospedale Ingrassia)
Giovanni Battista Ingrassia, nato a Regalbuto nel 1510, è stato un medico e anatomista italiano di grande rilevanza per lo sviluppo della medicina moderna. Studiò a Palermo e a Padova, laureandosi in medicina nel 1537. Diventato il medico personale di Isabella Di Capua, moglie del viceré di Sicilia, ottenne la cattedra di medicina e anatomia all’Università di Napoli.
Nel 1563, fu eletto “Protomedico del Regno di Sicilia” e si distinse come pioniere della medicina legale e dell’organizzazione sanitaria.
La sua opera più preziosa è stata la lotta contro l’epidemia di peste del 1575 che stava colpendo Palermo. Ingrassia adottò una serie di misure per contenere la diffusione del contagio, tra cui la costruzione di sette lazzaretti per l’isolamento dei malati e una rigida repressione verso coloro che vendevano abiti di persone affette da peste. Grazie a queste azioni, riuscì a ridurre significativamente il numero dei morti a 3000, a differenza dei 60.000 a Venezia nello stesso secolo.
Ingrassia morì a Palermo nel 1580 all’età di settant’anni. Le sue opere e i suoi contributi alla medicina sono stati ampiamente riconosciuti e la città gli ha dedicato l’Ospedale Ingrassia dell’ASP 6.
Enrico Albanese (ex Ospizio Marino)
Il dottor Enrico Albanese è stato un chirurgo di Palermo, dove nacque l’11 marzo 1834. Dedicò la sua vita all’attività medica e alla vita civile e politica della città.
Durante un soggiorno a Firenze, maturò una coscienza politica volta all’Unità d’Italia e ne abbracciò il progetto. Curò Giuseppe Garibaldi dopo le ferite sull’Aspromonte e lo seguì in alcune campagne militari come medico dello Stato Maggiore.
A Palermo, Enrico Albanese fu direttore dell’ospedale civile di Palermo, professore di Clinica Chirurgica all’Università di Palermo e infine Presidente della Facoltà di Medicina del Regio Ateneo.
Ciò che lo rese importante per la città fu il coraggio e la determinazione mostrata durante le epidemie di colera del 1867 e quella del 1885 e la lotta contro la tubercolosi nei bambini.
Fu proprio lui a fondare l’“Ospizio Marino” nel 1873, una struttura nata per combattere la tubercolosi infantile ed il rachitismo ma anche per dare un sostegno ai bambini meno agiati della città.
Morì a Napoli il 5 maggio 1889, a 55 anni a causa del morbo di Addison, ed è sepolto nella cappella Albanese del cimitero di Santa Maria di Gesù a Palermo.
Pietro Pisani (Ex Ospedale Psichiatrico)
Pietro Pisani (Palermo, 1761 – Palermo, 6 luglio 1837) non era un medico, ma un barone del Regno delle Due Sicilie. Era appassionato non solo di studi di quella che diverrà l’odierna archeologia, ma aveva anche interesse nella musica e nella pittura.
Il suo nome è legato alla riorganizzazione della Real Casa dei Matti di Palermo, luogo di cura delle malattie psichiatriche, fondato il 10 agosto 1824, di cui fu direttore fino alla morte.
Sotto la sua gestione, la struttura si ampliò notevolmente e divenne uno dei più grandi ospedali psichiatrici del Regno delle Due Sicilie. Il suo impegno nella cura dei malati mentali era basato su un approccio umanitario e innovativo per l’epoca. Pisani si oppose fermamente alle pratiche di trattamento crudeli e all’isolamento dei pazienti, promuovendo invece l’uso di terapie non coercitive e il coinvolgimento attivo dei malati nella loro guarigione. Principi che avrebbero portato, un secolo e mezzo dopo, all’abolizione dei manicomi con la legge Bisaglia del 1978.
Il barone Pietro Pisani morì il 6 luglio 1837 a causa del colera
Maurizio Ascoli (Ospedale Oncologico)
Il professore Maurizio Ascoli nacque a Trieste nel 1876. Dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Torino nel 1899, decise di specializzarsi in Germania. Tornato in Italia, insegnò presso l’Università degli Studi di Pavia per poi approdare a Catania nel 1910 come docente e più tardi direttore dell’Istituto di patologia medica dell’Università. Nel 1929 si trasferì definitivamente a Palermo come docente di clinica medica dell’Università degli Studi dove rimase fino alla pensione nel 1951. Fu costretto ad interrompere l’insegnamento dal 1938 al 1943, quando a causa delle leggi razziali, venne allontanato dal suo incarico e lavorò presso la Clinica privata Noto-Pasqualino.
Maurizio Ascoli fu un brillante medico, autore di molte pubblicazioni che hanno prodotto notevoli contributi in vari campi della clinica medica, ma soprattutto della oncologia. A lui Palermo deve l’Ospedale oncologico, che si concentra sulla prevenzione e la cura dei tumori ed è parte dell’Azienda ospedaliera Civico e Benfratelli.
Buccheri La Ferla (Ospedale)
L’ospedale Buccheri La Ferla in via Messina Marine, deve il suo nome alla signora Anna Buccheri La Ferla. Non era medico, ma figlia e moglie di medico: suo padre, Rosario, era un chirurgo ortopedico che nel 1910 aveva fondato un Solarium, cioè un sanatorio marino per la cura della tubercolosi.
Anna era nata il 22 ottobre 1893 e, all’età di 24 anni, aveva sposato Luigi La Ferla (1881 – 1937), anch’egli chirurgo ortopedico. I due non ebbero figli e quando Anna restò vedova, dopo vent’anni di matrimonio, continuò da sola a dirigere e ad amministrare l’Istituto, favorendo la crescita nel campo della terapia per tubercolosi e quella ossea. Quando, nel 1965, Anna morì lasciò tutto il suo patrimonio ai Fatebenefratelli, dell’Ordine ospedaliero di S. Giovanni di Dio, che si accingevano a tornare in Sicilia dopo l’allontanamento del 1866. Il sanatorio lungo la costa di Palermo sotto la gestione dei Fatebenefratelli divenne l’ospedale che porta il nome della donna.
Luigi Biondo
Luigi Biondo (Palermo, 1872 – Roma, 1957) merita un posto in questo elenco pur non essendo stato un medico ma un semplice editore. Eppure la città è piena di strutture sanitarie che lo ricordano: ben quattordici importanti edifici, tra padiglioni ospedalieri e case di assistenza! Sono state frutto delle sue donazioni elargite durante la sua lunga vita.
Lui era uno dei fratelli Biondo che conosciamo per il teatro della via Roma, ma la sua attività principale era quella della tipografia di famiglia trasformata poi in una vera e e propria editoria, specializzata in libri scolastici e collane per ragazzi.
Rimasto celibe, dedicò la sua vita esclusivamente al lavoro e nonostante fosse molto ricco, viveva senza lussi né agi, dimostrando una grande frugalità. Nell’ultimo periodo della sua vita, tornò a Palermo e, guidato da uno spirito filantropico, finanziò personalmente quattordici complessi sanitari ed assistenziali nella città, realizzati tutte a proprie spese.
Ignazio e Manfredi Lanza di Trabia (Casa del Sole )
La struttura, ubicata nella contrada Roccazzo a Passo di Rigano, fu voluta come sanatorio dal dottor Giovanni Di Cristina e supportata dalla principessa Giulia Gangi. L’istituto, sorto per sottoporre bambini a cure elioterapiche, fu inaugurato nel 1922 e sei anni dopo, con la costruzione di diversi padiglioni per ospitare i bambini, diventò la “Casa del Sole”.
La struttura venne in seguito dedicata ai fratelli “Ignazio e Manfredi Lanza di Trabia” caduti durante la Prima guerra mondiale, figli di Pietro Lanza Branciforte e Giulia Florio, principi di Trabia, che avevano contribuito alla fondazione dell’Istituto.
Eliza Sofia Sanderson (Ospedale Villa Sofia)
Eliza Sofia Sanderson da cui deriva il nome dell’Ospedale “Villa Sofia”, non ha nulla a che fare con l’attuale centro ospedaliero. Era la moglie del mecenate Joseph Whitaker senior che nel nel 1850 acquistò un lotto di terreno con un fabbricato nella Piana dei Colli, confinante con la tenuta Real Favorita e vi impiantò la sua casa con la villa annessa. Nel 1953, l’intero complesso fu venduto, dagli eredi, alla Croce Rossa Italiana che vi realizzò l’ospedale che noi conosciamo e che mantenne il suo nome originario.
Saverio Schirò
Per informazioni e indirizzi vedi Ospedali Pubblici di Palermo
Per informazioni e indirizzi vedi Cliniche Private di Palermo
Fonti per approfondire
- I singoli personaggi possono essere approfonditi nelle relative voci su wikipedia.org e treccani.it
- Alcune informazioni sono state recuperate nelle storie dedicate nei siti web dei centri ospedalieri.
- L’immagine di copertina è stata generata con AI.
- La foto di Enrico Albanese di Montabone Luigi è tratta da Catalogo Beni culturali con licenza CC-BY 4.0