Il Mercato delle Pulci di Palermo è una vera e propria istituzione nella nostra città. Per quanto i mobili e gli oggetti antichi interessino ad un mercato definibile “di nicchia”, la storia di questo luogo è invece di interesse collettivo, in quanto rappresenta un’importante specchio di come la società palermitana si è evoluta nel secondo dopoguerra.
Ecco come è nato.
Le origini del Mercato delle Pulci di Palermo
Al termine della seconda guerra mondiale, Palermo, così come tante altre città, si ritrovò a dover raccogliere i cocci del conflitto, non solo ripulendo le strade dalle macerie, ma facendo fronte alla tremenda povertà che portò moltissimi siciliani ad emigrare e altri a doversi arrangiare per vivere.
Per questo motivo erano tanti i palermitani che giravano per la città raccattando ferraglia, mobili e altri oggetti che potevano essere utilizzati o rivenduti per guadagnarsi la giornata. Uno di questi si chiamava Giuseppe Virruso e come gli altri passava le giornate tra le discariche e le case sventrate alla ricerca di ferro vecchio, che poi rivendeva in un mercatino improvvisato che lui e altri “colleghi” avevano allestito a piazza Marmi, nei pressi dell’odierno tribunale.
Nell’inverno del 1949, Virruso fu mandato a chiamare nientedimeno che dai principi Lanza di Trabia. Non sapeva che quel giorno avrebbe segnato un nuovo capitolo nella storia di Palermo.
Un tesoro dalla spazzatura
Giunto nella splendida villa Trabia, Giuseppe Virruso fu accolto dal factotum di casa, Armando Rolli, il quale gli spiegò subito il motivo di quella convocazione. I principi volevano disfarsi di tutto il loro vecchio pentolame in rame, di posate e di altre stoviglie metalliche, che avevano già messo da parte in otto grossi sacchi.
Non solo non vollero nulla in cambio, ma diedero anche una mancia di 250 lire al Virruso per il disturbo.
Con fatica e pazienza, la merce fu caricata nel carretto e trasportata nel mercatino di piazza Marmi dove, sorpresa delle sorprese, fu venduta tutta in meno di due giorni, fruttando al raccoglitore oltre 15.000 lire, praticamente la paga di un mese.
Il segreto non stava nel valore effettivo della merce, consistente in comuni pentole e posate, bensì nella loro provenienza.
La possibilità di possedere gli oggetti provenienti dai grandi palazzi e utilizzati dall’aristocrazia, fece molta gola al popolo di Palermo, che si affrettò così ad acquistare questi “pezzi di nobiltà” ricchi di valore intrinseco.
Questo innescò una scintilla nella mente di Giuseppe Virruso, che decise di replicare quello strepitoso successo commerciale iniziando a bussare alle porte dei palazzi di Palermo, chiedendo se per caso non avessero dei vecchi oggetti di cui volevano liberarsi.
L’idea era vincente, e ben presto altri colleghi decisero di unirsi a lui nella ricerca e nella vendita di preziosa spazzatura nobiliare da trasformare in merce per il resto del popolo.
La nascita del mercato
A pochi anni dall’inizio dell’attività di raccolta e vendita, Virruso e gli altri furono costretti a spostarsi da piazza Marmi a causa dei lavori di completamento del Palazzo di Giustizia, sistemandosi nell’attuale piazza Peranni, dove un tempo scorreva piano il fiume Papireto.
Nella nuova collocazione il numero dei mercanti crebbe ulteriormente e quel piccolo mercatino ambulante divenne infine una realtà permanente. Gli stessi venditori costruirono le tipiche baracche che ancora oggi trovano riparo sotto le fronde degli alberi e che proteggono dal soffocante caldo estivo.
In oltre 70 anni migliaia di collezionisti, turisti e curiosi, hanno passeggiato tra i banchetti del Mercato delle Pulci di Palermo alla ricerca di un affare o di qualche pezzo pregiato, magari sottovalutato dagli stessi mercanti e acquistato così per poche lire.
La leggenda vuole che mobili e opere d’arte dal valore inestimabile siano transitati da queste botteghe, degli autentici tesori nascosti in mezzo a mucchi di cianfrusaglie, che un occhio esperto e fortunato ha saputo valutare come preziosi.
Non voglio parlare delle fortune alterne e delle questioni politico-amministrative legate al Mercato delle Pulci. Soffermiamoci sulla sua storia e su quanto di bello ha da raccontarci.
Fonti: A. Traina: 101 Storie su Palermo che non ti hanno mai raccontato – 2012 – Newton Compton Editore
Repubblica.it – Il Mercato delle Pulci rilancia