Quella del Coccodrillo della Vucciria è una delle storie più curiose di Palermo, sulla quale sono state ricamate leggende e dicerie a non finire. Ma andiamo per ordine.
Per chi non lo sapesse, in un locale sito in via Argenteria, cuore pulsante dell’antico quartiere della Vucciria, si trova appeso al soffitto un grosso coccodrillo imbalsamato, lungo più di tre metri dal muso alla coda.
Chi ha frequentato la Vucciria nei suoi anni d’oro, ricorda come questo “mostro appizzato” incutesse timore ed interesse soprattutto ai bambini, che si recavano in questo negozietto con i genitori per acquistare spezie e generi alimentari.
Ma cosa ci fa un enorme coccodrillo del Nilo nel centro storico di Palermo?
Secondo una delle leggende popolari, il rettile era stato portato in Sicilia da un mercante quando era ancora piccolo ed in qualche modo si era ritrovato a vagare libero nel fiume Papireto, dove era cresciuto sino a raggiungere dimensioni spaventose. Un’altra versione della storia vuole che il coccodrillo sia arrivato a Palermo a nuoto, in mare aperto o addirittura attraverso un lunghissimo tunnel sotto il mediterraneo.
Da qui in poi la fantasia popolare partorì numerose leggende.
Si raccontava, soprattutto ai bambini, che il coccodrillo si muovesse nel sottosuolo di Palermo, sbucando di tanto in tanto dalle fontane della Vucciria, che si credevano alimentate direttamente dalle acque del Papireto. Da qui usciva allo scoperto per cercare cibo.
Le sue cene preferite erano i bambini che si attardavano a giocare nelle piazze ed i vicoli del quartiere.
Vista la crescente paura che l’animale diffondeva per le strade, un gruppo di ragazzini coraggiosi decise di affontarlo ed ucciderlo. Una notte gli tesero una trappola. Si appostarono nei pressi di una fontana e aspettarono che il coccodrillo uscisse allo scoperto. Una volta fuori in cinque lo afferrarono per la coda e lo tennero fermo, mentre l’animale sorpreso si dimenava con tutta la sua forza.
Mentre la bestia cercava di liberarsi, uno dei ragazzini prese un coltello e riuscì a conficcarglielo sotto la gola, uccidendolo.
Terminata la lotta, mentre il coccodrillo giaceva morto in una pozza di sangue, si udì il pianto di una bambina provenire dal suo stomaco. Stupiti i ragazzi aprirono la pancia del rettile ed infilando le braccia ne estrassero una bambina ancora viva, con grande sorpresa di tutto il quartiere che decise di fare una grande festa per celebrare l’evento.
Naturalmente niente di tutto ciò corrisponde a verità.
Sebbene non si conoscano le effettive origini del Coccodrillo della Vucciria, le notizie riguardo alla presenza di questo animale affondano le radici nella storia della città.
Già nel 1612 Vincenzo Di Giovanni nel suo “Palermo Restaurato”, raccontò del ritrovamento di un coccodrillo nelle paludi del Papireto (non si sa bene se vivo o morto), che fu in seguito esposto nella Commenda di San Giovanni alla Guilla, e proprio qui lo ritroviamo nei racconti di Gaspare Palermo, durante la prima metà dell’800.
In seguito il coccodrillo fu spostato in una drogheria in via Argenteria 45, dove per anni è stato esposto, sinistramente addobbato internamente con delle lampade che facevano brillare di una luce rossastra gli occhi dell’animale.
Come riferisce il Pitré, non era raro trovare degli animali impagliati nelle drogherie di Palermo, probabilmente per impressionare la clientela, suggerendo la provenienza esotica di spezie e preparati. I più popolari erano appunto coccodrilli, serpenti e rospi.
Al solito, quando si parla di leggende e tradizioni, Palermo ha moltissimo da raccontare. Se vi trovaste a passare per la Vucciria, fate una visita al vecchio coccodrillo, recentemente restaurato per la gioia di bambini, curiosi e romantici.
Samuele Schirò
Fonti:
Città Metropolitana di Palermo
V. Di Giovanni – Palermo Restaurato
R. Vecchiato – Gli speziali a Venezia
Foto: C. Pollaci