Mi sono sempre chiesto l’origine del termine manciaciumi, sostantivo proprio della lingua siciliana traducibile in italiano come prurito. La particolarità di questa parola sta nel fatto che la sua traduzione letterale in lingua italiana (ovvero mangia fiume o mangia fiumi) non lascia completamente intendere l’effettivo significato, non riconducibile solo ad una sensazione di fastidio localizzato sulla pelle, ma proprio a quel senso di prurito incontrollabile che migra da una parte all’altra del corpo e che non è facile debellare.
Ma scopriamo l’origine di questo vocabolo così curioso.
L’origine del termine Manciaciumi
Dopo essermi domandato per anni, da dove venisse il termine manciaciumi, mi sono finalmente deciso a trovare una risposta.
Leggendo qua e là ho trovato la definizione di qualcuno che cercava di attribuire alla parola un significato più letterale, accostando il prurito alla secchezza della pelle e quindi ai periodi di siccità che appunto si “mangiano” i fiumi lasciando arida la terra in cui prima scorreva l’acqua (in effetti la pelle secca dà una fastidiosa sensazione di prurito).
Tuttavia la vera etimologia della parola manciaciumi è da ricercare nella lingua francese, che come sappiamo ha dato origine ad una buona parte del nostro vocabolario, soprattutto nel periodo angioino.
Come mi ha fatto notare una persona che mastica abbastanza la lingua transalpina, esiste un termine francese del tutto accostabile a quello usato da noi, ed è démangeaison.
A questo punto è abbastanza chiara l’assonanza tra questo vocabolo che indica il prurito o pizzicore alla pelle, ed il nostro tanto strano termine.
A sua volta l’etimologia della parola démangeaison andrebbe comunque snocciolata, visto che come nel suo corrispettivo siciliano, è un derivato del verbo mangiare. Sebbene non ve ne sia la certezza, è probabile che il termine sia associato alla spiacevole sensazione di essere “mangiati” da pulci, pidocchi e altri piccoli parassiti che tipicamente causano prurito sulla pelle.
Da qui il motivo per cui anche il verbo prudere in siciliano si dice manciari. Tipico ad esempio nelle sere estive lamentarsi perché “i zappagghiuni (le zanzare) nni stannu manciannu”, proprio in riferimento alle loro fastidiose punture pruriginose.
E anche il proverbio siciliano Arraspa ô tò amicu unni ci mancia (gratta il tuo amico dove gli prude), si riferisce al verbo manciari proprio con questa accezione.
Altre accezioni del termine
Così come l’italiano prurito ed il francese démangeaison, anche il siciliano manciaciumi ha delle accezioni diverse da quella più immediata.
Può riferirsi infatti anche ad una forma di smaniosa ansietà o agitazione.
Anche comune riferirsi a questa parola in termini allusivi, in riferimento ad un appetito sessuale implacabile, soprattutto se provato da una donna nei confronti di un uomo.
Ecco dunque spiegata l’origine della curiosissima parola manciaciumi. Se vi ho fatto venire prurito non potete fare altro che grattarvi.
Fonti: Lalanguefrançaise.com – démangeaison
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