Palermo: via Roma, ieri e oggi

La storia, i ricordi, la nostalgia e nuove speranze per una strada "monumento".

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Fino al 2009, anno in cui a Palermo si inaugurò il primo Centro Commerciale (Forum), la via Roma era il luogo privilegiato di molti palermitani per passeggiare piacevolmente buttando un occhio alle vetrine illuminate dei negozi. I larghi marciapiedi e l’ampiezza della strada favorivano questa consuetudine. La Standa a poche centinaia di metri dalla Stazione Centrale e l’Upim all’altezza di piazza san Domenico facevano da centri catalizzatori, ma c’erano tanti altri negozi storici come Niceta e Torregrossa per l’abbigliamento, Spatafora e Patania per le calzature e altri non meno importanti di cui è rimasta solo qualche debole traccia. E poi il teatro Biondo, il cine-teatro Finocchiaro, le Poste Centrali e tanti varchi che immettevano al mercato della Vucciria, ancora in attività e la “via Bandiera”, un mercatino perpetuo, ante litteram… Insomma, la via Roma aveva assolto il compito per il quale circa cento anni prima era stata creata! Esatto, cento anni prima, infatti, la via Roma non esisteva, e quello spazio era occupato da un dedalo di strade interrotte da cortili, case vecchie, chiese e palazzi signorili un po’ malmessi. Una strada voluta a tutti i costi e ottenuta operando “un taglio” netto e “dritto come una lama di coltello” per collegare la Stazione Ferroviaria con la parte nuova della città e “taglio della via Roma” fu chiamata l’operazione urbanistica. 

Perché una nuova strada nel centro storico

Per comprendere una strategia urbanistica oggi ancora piuttosto discussa, bisogna fare un passo indietro nel tempo, quando Palermo era una città completamente diversa da adesso. Siamo alla fine dell’800, e Palermo era una città mondana, la città dei Florio, la città della Bella Époque, una città dal respiro internazionale. E come le grandi città d’Oltralpe, anche qui bisognava adeguare il piano urbanistico alle nuove esigenze di modernità: funzionalità e salubrità erano le parole d’ordine per ogni città moderna, specialmente nell’Italia del sud, dove il colera mieteva ancora migliaia di vittime.
Il modello era la Parigi ridisegnata dal Barone Haussmann, politico e urbanista francese, che dal 1852 al 1869 aveva cambiato il volto della capitale francese con i suoi grandi viali alberati, le grandi grandi piazze, i bei palazzi monumentali. Spirito di rinnovamento che aveva coinvolto altre città Europee e italiane, non ultima Napoli; e pazienza se i nuovi piani urbanistici prevedevano lo sventramento di parte dei quartieri con l’abbattimento di case, chiese e palazzi nobiliari. 

Palermo: via Roma Chiesa Sant’Antonio Abate. Sullo sfondo la Vucciria e San Domenico

Certamente la nuova strada non era immaginata come funzionale al Centro Storico, concetto all’epoca non comprensibile, ma come un asse viario per collegare velocemente e comodamente la Stazione ferroviaria al porto e ai nuovi quartieri in espansione al nord della città. Una via comunque elegante, teatralizzata da una cortina di palazzi monumentali, arredata da negozi lussuosi, caffè-restaurant e chioschi per un attimo di ristoro; e poi banche, uffici e residenze eleganti con appartamenti su più piani, da affittare alle classi emergenti.

Per realizzare la nuova strada occorreva abbattere di tutto ciò che intralciava il costruendo asse viario, compresi “documenti monumentali” perduti irrimediabilmente. Tra gli altri, ricordiamo il Palazzo Monteleone, il giardino all’Olivella, il complesso di Santa Rosalia, diverse chiese ed oratori e parte del rione della Conceria; il rivoluzionamento del Piano Imperiale (l’odierna piazza San Domenico) e lo stravolgimento del mercato della Vucciria.

Nonostante il sacrificio richiesto, tra le polemiche e gli intralci burocratici che non mancarono, il progetto fu accolto benevolmente anche dalla povera gente espropriata dalle loro abitazioni: l’operazione fu presentata come un’opportunità di lavoro e favorita dalla promessa di una casa popolare nei nuovi quartieri appena fuori le porte.
I lavori di “risanamento e ampliamento della città”, furono attuati con il “piano Giarrusso” del 1885 e realizzati a più riprese: a partire dall’ottobre del 1895 col primo tratto, da via Vittorio Emanuele a piazza san Domenico, per concludersi dopo diverse interruzioni con l’ingresso monumentale di fronte alla stazione Centrale nel 1932. 

La via Roma oggi: nostalgie e prospettive future

Com’era prima

La via Roma all’altezza del palazzo oggi sede della Rinascente

La via Roma è stata quella che si era immaginata nel progetto iniziale? Probabilmente no, ma seguendo le vicende dell’epoca si capisce che un’idea chiara forse non c’è mai stata. Esisteva un progetto più ampio che interessava molti aspetti della città, ma non fu mai realizzato e i compromessi a cui bisognò sottostare modificarono radicalmente il piano iniziale. A cominciare dalle deviazioni dovute a pressioni di importanti personaggi che non volevano vedere lesi i propri interessi, per cui l’asse viario non fu quel “taglio netto e dritto che si era programmato. E poi la costruzione del teatro Biondo che non apparteneva al progetto iniziale ma che si “dovette” fare. E via via, contraddizioni architettoniche come il grandioso Palazzo delle Poste in mezzo a costruzioni di tutt’altro genere, e infine con la costruzione dei grandi magazzini in stile moderno che nel contesto risultano come un pugno nell’occhio.

Ma nonostante le contraddizioni di una strada che attraversa quartieri ancora degradati, la via Roma mantiene il suo fascino: qualcuno la considera una “strada monumento” per via dei suoi palazzi realizzati da architetti famosi come Basile, Mineo, Bonci, Rivas per citarne solo alcuni; e poi le vetrine di lusso, i caffè-restaurant e i chioschi liberty che fino a qualche decennio addietro ancora resistevano. 

Certo, oggi i Centri commerciali hanno spostato l’interesse dei palermitani alle periferie della città e la via Roma, con la chiusura sistematica della maggior parte dei negozi, ha perso gran parte della sua attrattiva. Lo stesso turismo e la movida notturna la lambisce appena sviluppandosi per ironia nelle vie e nei vicoli adiacenti che i grandi palazzi volevano nascondere.  I percorsi pedonali delle vie del “Centro storico” e la ZTL hanno penalizzato ulteriormente tutta la zona che vive un momento di sospensione culturale e commerciale. 

Com’è adesso!

Via Roma oggi
La via Roma oggi – Contrasto tra palazzi storici e il palazzo della Rinascente

Tuttavia qualcosa pare si stia muovendo e le vetrine listate di “si vende” scritte anche con ideogrammi cinesi, cominciano a illuminarsi di nuovo. Ci speriamo.
La via Roma rimane una delle strade più belle e suggestive della città e rianimata da una politica di riqualificazione e commercializzazione può tornare ad essere un asse importante della città, davvero una via monumento da attraversare e vivere anche a piedi per apprezzare ogni dettaglio della sua architettura.

Saverio Schirò

Fonti:

  • M. T. Marsala, “La perfezione topografica” del piano regolatore di risanamento e di ampliamento della città di Palermo redatto dall’ingegnere Felice Giarrusso (1885 – 1894), in Storia dell’Urbanistica 1997 – i Piani regolatori, ed Kappa, 1999 Roma
  • E. Sessa, Il rettifilo di via Roma, in G. Pirrone, Palermo, una capitale, dal Settecento al Liberty, Electa Milano 1989
  • La via Roma in wikipedia.org
  • A.Bertuglia, Il taglio di via Roma, Storia e prospettive, in ingpaonline.it
  • R. Ragonese, The Cutting of via Roma, il taglio di via Roma, in academia.edu

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Saverio Schirò
Saverio Schiròhttps://gruppo3millennio.altervista.org/
Appassionato di Scienza, di Arte, di Teologia e di tutto ciò che è espressione della genialità umana.

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