Tutti gli anni, le raccomandazioni, le Circolari per la prevenzione ed il controllo quotidiano, quest’anno l’incontro ravvicinato con questi esserini, quasi invisibili: i pidocchi presi a scuola.
Tutto è cominciato con la mia piccola che con grande fastidio si grattava con violenza la testa. Dapprima il sospetto: “ma come è possibile? Lei che è così pulita e attenta!” Poi il controllo e… orrore, ecco quelle macchioline nere sul telo bianco.
Si può prevenire il “contagio” dei pidocchi?
No, non c’è alcun sistema miracoloso per prevenire l’infestazione di pidocchi. L’unica regola valida è controllare spesso i capelli e intervenire correttamente per debellarli e, se possibile, non comunicarli agli altri.
Per prima cosa cerchiamo di capire cosa sono i pidocchi e quali rimedi e precauzioni adottare quando entriamo a contatto con questi insetti tanto fastidiosi quanto innocui.

L’insetto adulto femmina è più grande del maschio; la femmina del pidocchio del capo depone circa 5 uova al giorno, che maturano e si schiudono in 7 giorni, alla temperatura ottimale di 32° C.
Cosa sono i pidocchi?
I pidocchi del capo sono parassiti specifici dell’uomo, si nutrono di sangue e per farlo pungono la cute e iniettano al suo interno un liquido irritante che provoca il tipico prurito.
Esistono delle specie che possono infestare altre parti pelose del corpo come le ascelle o il pube. Sono della stessa famiglia ma con caratteristiche leggermente diverse.
I pidocchi della testa non sopravvivono a lungo se allontanati dal cuoio capelluto (due-tre giorni). Dopo 24 o 48 ore dall’accoppiamento depositano le uova, dette lendini, che si attaccano saldamente al capello e da cui si formano ninfe che dopo 7-13 giorni diventano pidocchi adulti in grado di riprodursi a loro volta. Le lendini si schiudono in 7-10 giorni (un pidocchio femmina può deporre fino a 300 uova sulla stessa persona!).
Come si manifesta l’infestazione da pidocchi (pediculosi)
I pidocchi si diffondono prevalentemente in condizioni di affollamento (scuole, oratori, colonie, eccetera perché i bambini sono i più esposti). Il contatto può essere diretto, con una persona infestata o indiretto attraverso veicoli quali pettini, spazzole, fermagli, elastici, sciarpe e cappelli.
Il sintomo più caratteristico, ma non sempre presente, è il prurito al cuoio capelluto.
Tuttavia, la certezza dell’infestazione si ha solo quando si identificano i pidocchi vivi.
Pidocchi: luoghi comuni da sfatare
I pidocchi non volano e non saltano!
Non sono indice di sporcizia!
Non li prendono solo i bambini!
Non possono arrecare brutte malattie!
L’infestazione, può avvenire indipendentemente dal livello di pulizia personale. Contrariamente a quanto spesso si crede. Anzi i pidocchi si attaccano più facilmente ad un cuoio capelluto pulito. Non riconoscono bambini e adulti e si attaccano indifferentemente su uni e gli altri.
I pidocchi non veicolano alcuna malattia o conseguenze per la salute: causano solo un disagio sociale e fisico dato dal rilascio di escrementi che provocano uno stato di irritazione della pelle che, a volte, può assumere l’aspetto di una vera reazione allergica: papule e piccoli rigonfiamenti arrossati, che provocano un prurito incontrollabile, fastidioso e incessante.
Come si riconoscono i pidocchi? Ispezionare il cuoio capelluto

Bisogna sollevare molto lentamente i capelli facendoli scorrere contro pelo per esaminarli accuratamente. Osservando attentamente si evidenziano le lendini, lunghe meno di 1 mm che si differenziano dalla forfora per la forma ovoidale, perché lucide, aderenti al capello dal quale possono essere sfilate solo manualmente ad una ad una, mentre la forfora si stacca facilmente anche soffiando. Si possono usare i guanti o molto meglio il pettine a denti stretti da passare in ogni ciocca evidenziando il contenuto estratto disponendolo su un telo bianco da sistemare sulle spalle.
I punti in cui più facilmente si annidano i pidocchi e le loro lendini sono la nuca, le tempie e dietro le orecchie. Sono di colore grigio bruno e si vedono con difficoltà perché solitamente si confondono con il colore dei capelli.
Come debellare i pidocchi? Meglio affidarsi a prodotti specifici.

Il trattamento è costituito da un prodotto apposito contro i pidocchi che uccide l’animale ma non sempre le uova. Il trattamento consigliato e l’uso di gel o schiuma a base di piretrina o malathion da applicare sui capelli asciutti; con un prodotto antiparassitario specifico che si può comprare in farmacia sotto forma di shampoo o di mousse.
Il trattamento va ripetuto dopo circa una settimana per consentire l’eliminazione delle eventuali uova schiuse in seguito.
Rimedi “naturali” sicuramente efficaci non ne esistono. Meglio affidarsi a metodi sicuri anche se a volte un po’ dispendiosi, specie se l’infestazione riguarda più membri della stessa famiglia.
Importante: la rimozione meccanica dell’uovo dal capello è l’unico strumento efficace per impedire la ricomparsa dei pidocchi dopo il trattamento.
Per facilitare il distacco delle uova e quindi la loro rimozione si può usare il classico pettine a denti stretti oppure le dita dopo avere usato una miscela calda costituita da metà acqua e metà aceto.
Il trattamento non previene l’infestazione, quindi non va eseguito a scopo preventivo.
5 provvedimenti per limitare l’infestazione di pidocchi
1. Controllare tutti i componenti della famiglia con l’ispezione del cuoio capelluto
2. Avvisare del contagio le persone (anche la scuola) con cui il bambino è a contatto.
3. Lavare in lavatrice (60°) o a secco federe, lenzuola, asciugamani, e gli indumenti (in particolare cappelli sciarpe giocattoli in stoffa eccetera) a contatto con il capo e con il collo.
4. Passare l’aspirapolvere su poltrone, divani, materassi e tappeti dove i bambini giocano.
5. Pettini e spazzole vanno immersi in acqua bollente per 10 minuti.
La disinfestazione dei locali come misura preventiva non porta vantaggi poiché il pidocchio non è in grado di sopravvivere a lungo nell’ambiente.
In caso di riscontro di infestazione non è necessario tenere il bambino a casa: può tranquillamente andare a scuola purché i compagni siano stati avvisati e il bambino stesso abbia già eseguito il trattamento di disinfestazione.
Prof. Maria Angela Pileri
per approfondire: Ministero della Salute. Pidocchi…non perdere la testa!