Chi possiede animali, chi ama fare gite e scampagnate prima o poi avrà a che fare con la possibile puntura di zecca. Quegli animaletti piatti piatti, per niente simpatici, che diventano gonfi come piccole vescicole quando si sono nutriti del sangue dell’ospite.
Se un giorno dovesse capitarvi di trovarne una addosso, non lasciatevi prendere dal panico, né tantomeno è necessario correre al Pronto Soccorso.
Intanto perché non è sicuro che vi abbia punto; secondo perché non tutte le zecche sono pericolose per l’uomo; terzo, non è detto che sia infetta e infine perché la zecca infetta deve rimanere attaccata alla pelle almeno 24 ore per trasmettere un’infezione.
La buona notizia è che per essere infetta, una zecca deve nutrirsi con il sangue di un animale infetto e pare che solo una percentuale minima di zecche (circa 1%) siano contagiate.
Come prevenire contatti con le zecche
Se si abita in città è già più difficile avere dei contatti con le zecche, a meno che non abbiate animali in casa. Più rischioso quando si va in campagna o in montagna.
Tenete presente che le zecche non saltano e non volano. Stanno normalmente su fili d’erba aspettando il passaggio di qualche animale (uomo compreso, per lei non fa differenza).
Dunque, se si è costretti a girovagare per terreni incolti (compresi quelli nelle zone marine!) è preferibile non indossare calzoni corti e quelli lunghi introdurli dentro i calzini. Non sdraiatevi sull’erba incolta e di tanto in tanto datevi un’occhiata addosso, meglio se reciprocamente, soffermandovi particolarmente nelle parti molli e/o pelose: ascelle, orecchie, parte interna del ginocchio, collo, ombelico, inguine, ecc. (per il pube e zone limitrofe forse è meglio fare da soli quando si è a casa…)
Una ispezione accurata, almeno dei vestiti e delle parti visibili, andrebbe fatta prima di entrare in macchina. Attenzione perché una piccola zecca può essere scambiata per un neo!
Una volta a casa, doccia e controllo degli abiti.
Il periodo in cui la zecca ha maggiore necessità di trovare un ospite per nutrirsi del suo sangue è quello primaverile ed estivo. In inverno cade in letargo.
Cosa fare se troviamo addosso una zecca?
Se nonostante tutte queste precauzioni troviamo addosso una zecca, la prima cosa da fare è rimuoverla, aiutandovi con una pinzetta. Si afferra alla base, il più vicino possibile al rostro che la tiene attaccata alla pelle e si applica una piccola rotazione antioraria finché il parassita non sarà staccato. Non applicare alcun prodotto, disinfettante o meno, prima della rimozione. Se il rostro dovesse rimanere attaccato, nessuna paura, potete riprovare con la pinzetta o comunque aspettare che il nostro corpo la espelli naturalmente.
Solo a questo punto potrete pulire e disinfettare la zona.
Tenete comunque presente che la puntura di zecca normalmente non causa nessun fastidio nell’immediato e non è doloroso. Per cui se non vi accorgete della sua presenza ma sopraggiunge, dopo qualche giorno, un prurito sospetto (e ovviamente siete stati in luoghi a rischio!) tenete in conto che può essere successo.
A questo punto tenete la zona sotto controllo per una quarantina di giorni e soprattutto accertatevi che non sopraggiunga la febbre o altri sintomi sospetti.
Quali malattie vengono trasmesse dalla puntura di zecca?
Sono essenzialmente tre e sono malattie considerate rare. Se non rarissime.
Due sono batteriche, dunque curabili con antibiotici specifici, una terza ancora più rara (specialmente dalle nostre parti, nel Sud Italia, dove è quasi assente) è virale e dunque più pericolosa.
Febbre bottonosa del Mediterraneo
È la rickettsiosi più diffusa nell’area del Mediterraneo e in Italia. Viene trasmessa da diverse specie di zecche dure, parassiti abituali di cani e altri animali domestici e selvatici. Generalmente la malattia ha un periodo di incubazione fra 5 e 7 giorni dopo il morso della zecca infetta. L’esordio è improvviso, con sintomi simili a quelli dell’influenza (febbre moderata o elevata accompagnata da brividi, astenia, cefalea, malesseri generali). Dal terzo al quinto giorno di incubazione la malattia si manifesta con un esantema maculo-papuloso che interessa anche le piante dei piedi e i palmi delle mani. Questo è il sintomo della vasculite dovuta all’infezione. Nei casi non complicati, un trattamento antibiotico riesce a fermare la febbre nel giro di 2-3 giorni.
Borrelliosi o Malattia di Lyme.
E’ un’infezione batterica trasmessa dalle zecche, ed interessa inizialmente la pelle, ma può diffondersi al cuore e al sistema nervoso in generale. L’origine del nome della malattia si deve alla cittadina di Lyme negli Stati Uniti, dove si verificò un’epidemia di questo male, negli anni settanta.. Dalle nostre parti è rarissima.
Il sintomo principale che la caratterizza è un eritema, inizialmente a forma di bersaglio, che si sposta (ECM, eritema cronico migrante). Nel circa 10% dei casi può non essere visibile. In ogni modo, l’eruzione cutanea è spesso accompagnata da spossatezza, mal di testa, dolori muscolari e debole febbre.
Se diagnosticata in breve tempo è facilmente curabile con antibiotici specifici. Se non riconosciuta o trascurata può provocare problemi più gravi tra i quali artrosi alle ginocchia e dolori reumatici.
Meningoencefalite da zecca o TBE
Si tratta di una malattia virale trasmessa da zecche infette. In Italia è stata diagnosticata per la prima volta nel Bellunese nel1994 e sono quasi tutti i quella zona i casi scoperti. Per altro pochissimi.
Come per la maggior parte delle malattie virali non c’è cura ma fortunatamente è difficilissimo che possa dare complicazioni. Sono più a rischio le persone anziane e debilitate, mentre nei bambini è praticamente quasi innocua e asintomatica.
Dopo il morso di zecca infetta nell’uomo, solo nel 30% dei casi circa, dopo 3-28 giorni si manifestano sintomi semiinfluenzali come febbre alta, mal di testa importante, mal di gola, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni per 2-4 giorni. Poi la temperatura scende e in genere non ci sono ulteriori conseguenze. Nel 10-20 per cento di questi casi, dopo un intervallo senza disturbi di 8-20 giorni, inizia una seconda fase caratterizzata da disturbi più gravi che interessano il sistema nervoso centrale.
Per chi vive in zone a rischio o pratica lavori a rischio (come boscaioli, pastori,guardie forestali…) esiste la possibilità di vaccinarsi.
In conclusione
Niente allarmismi, dunque, ma neppure trascuratezza: nel caso di sintomi dubbi, specie dopo possibili contatti con il parassita (che sia stato individuato o meno) bisogna rivolgersi al medico che potrà indirizzarvi, nei casi sospetti, da specialisti infettivologi.
Saverio Schirò
Fonti: | – Epicentro – Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute |
– Wikipedia L’Enciclopedia Libera | |
– http://www.ilmountainrider.com/natura/puntura-di-zecca-cosa-devi-sapere/ | |
– foto di copertina tratta da depositphotos.com |