La Cuba, il palazzo del sollazzo dei re

La cuba , dove i re normanni allietavano il loro riposo.

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Situata all’interno di quello che un tempo era l’esteso parco di caccia dei re normanni chiamato il “Genoard ” (che in arabo significa: paradiso della terra), la Cuba (dall’arabo qubba che vuol dire arco) sorge poco lontano da Porta Nuova nell’attuale corso Calatafimi.

Origini

Questo sontuoso palazzo, che presenta tutti i caratteri peculiari dell’architettura d’età normanna, fu voluto da Guglielmo II il Buono, come testimonia una iscrizione araba in caratteri cufici che decora la cornice d’attico della fabbrica decifrata da Michele Amari nel 1849:
Nel nome di Dio, clemente e misericordioso Bada qui, ferma qui la tua attenzione, fermati e guarda! Vedrai Egregia stanza dell’Egregi tra i re della terra, Guglielmo Secondo, non v’ha castello che sia degno di lui, nè bastano le sue sale… nè quali notansi i momenti più avventurati e i tempi più prosperi. E di nostro Signore il Messia mille e cento aggiuntovi ottanta che son corsi tanto lieti”

Storia

Il palazzo, coevo a quello della Zisa, che eguagliò in magnificenza, venne portato a compimento nel 1180, era uno dei sollazzi regi (luoghi di delizie), ed un tempo era circondato da un magnifico parco con vigneti, frutteti e da una grande peschiera.
Rimasto possedimento della monarchia di Sicilia fino agli inizi del XIV secolo, nel 1320 divenne proprietà di privati. In questo secolo venne menzionata dal Boccaccio nel suo “Decamerone”, che vi ambientò la sesta novella della quinta giornata riguardante l’amore del giovane Giovanni da Procida per una giovane fanciulla destinata a Federico II d’Aragona e chiusa nel palazzo reale.
Ritornata al patrimonio regio, nel 1436 Alfonso il Magnanimo la concesse a Guglielmo Raimondo Moncada conte di Adernò, uno dei suoi vicere in Sicilia, finchè nel 1575 durante la peste venne adibito a lazzaretto per gli appestati.
Successivamente in epoca borbonica fu aggregato alla caserma di cavalleria dei “Borgognoni”, subendo pesanti trasformazioni ed ampliamenti, con l’aggiunta di nuovi corpi di fabbrica.

Il Palazzo

La cubaLa Cuba è una costruzione regolare di forma squadrata, costruita con pietre ben lavorate, di buone proporzioni, tuttavia movimentato da quattro avancorpi a forma di torre, uno al centro di ogni lato, e dal paramento murario esterno ripartito in lunghezza dalle “ghiere” a rincasso e ornato da arcate ogivali. L’edificio si presenta oggi come una grande scatola muraria semivuota, nulla più rimane, se non pochi resti, delle decorazioni dei piani interni e dei rivestimenti del piano terra.
Originariamente l’ingresso al palazzo avveniva da uno dei lati minori del palazzo (fronte meridionale), in corrispondenza del quale sono state ritrovate le tracce del ponticello che lo collegava alla terraferma, essendo l’edificio circondato, come già detto, da una’ampia peschiera, e introduceva dall’avancorpo in un vestibolo costituito da tre ambienti voltati che comunicavano fra loro. Da quì si accedeva a un grande spazio centrale quadrato e scoperto, una sorta di atrio con due fontane in nicchia sui lati nord e sud, un impluvium (vasca) centrale, pavimento a mosaico, e quattro colonne poste in corrispondenza dei quattro angoli (analogo all’atrio del piano superiore della Zisa e alla sala dei venti del Palazzo Reale).
Nel lato ovest si apriva l’ampio fornice del “diwan“, la sala di rappresentanza. Contemporaneamente alla Cuba sorsero nel vasto parco dei normanni la “Cubula” o piccola Cuba,  e la “Cuba Soprana“, una torre di impianto rettangolare oggi non più esistente in quanto inglobata tra le strutture della settecentesca Villa Napoli.

La Cuba oggi

Il magnifico palazzo è stato interessato negli anni da vari interventi di restauro,  soprattutto quando nel 1921 la gestione della Cuba viene affidata al Ministero della   Pubblica Istruzione. Allora sotto la direzione dell’architetto Francesco Valenti si cominciò il recupero dell’intero complesso architettonico attraverso la demolizione di tutte le tramezzature interne e dei tetti, la ricostruzione dei grandi archi di scarico, e la sistemazione delle voltine che ricoprivano gli ambienti laterali posti ai fianchi delle tre sale principali.
Negli anni ottanta fu sottoposta ad una serie di interventi di restauro che hanno riportato questo straordinario manufatto, che può considerarsi una tra le più originali creazioni di architettura civile della gloriosa epoca normanna, all’antico splendore.

 Nicola Stanzione

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Nicola Stanzione
Nicola Stanzione
Innamorato di Palermo ed esperto dei suoi palazzi storici, monumenti, usi, costumi e tradizioni

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