I Diavoli della Zisa sono una delle leggende più antiche e note della città di Palermo.
Il Castello della Zisa, dall’arabo “Kars el-Aziza” ovvero “Castello splendido, glorioso”, racchiude in sé misteri e leggende.
Voluto da Guglielmo I detto il “Malo” e concepito come residenza estiva fu iniziato nel 1165 ma ultimato intorno al 1175 dal suo successore, Guglielmo II, detto il “Buono”.
Una volta, il Castello si trovava, in un ampio giardino di palme, limoni e cedri.
Di forma rettangolare e su tre elevazioni, ha un prospetto coronato da un cornicione con una iscrizione araba e degli archi ogivali ciechi a doppia ghiera.
Si accede al piano terra attraverso un ampio portale e ad altre due aperture più piccole poste ai lati. Al centro del Castello, al piano terra, vi è la “Sala della Fontana“.
Essendo stato pensato come residenza estiva, venne posizionato con esposizione a nord-est, in modo che la brezza del mare potesse arrivare e ventilare bene gli ambienti e progettato con un sistema di ventilazione che prevede la continua circolazione dell’aria attraverso i fori presenti sul pavimento di ogni piano, geniali accorgimenti di architettura araba e uno dei modelli più preziosi e interessanti di architettura bioclimatica senza ausilio di aria condizionata. Tutto è refrigerato in modo naturale, solo con i flussi d’aria abilmente posizionati nel palazzo.
Proprio a questa naturale freschezza è legata una leggenda del Castello che reputa responsabili di questi flussi d’aria, dei diavoletti, che uscendo dal castello portano fuori l’aria fresca che c’è all’interno, si usava dire infatti, quando in città soffiava un forte vento “Oggi si sono liberati i diavoli della Zisa”.
Tale leggenda è stata influenzata dagli affreschi della volta che porta alla “Fontana”, delle figure di divinità (al centro Giove e intorno Nettuno con il suo tridente, Plutone, Giunone, Mercurio, Vulcano, Venere, Marte e altri) posti in circolo, che la cultura popolare ha soprannominato “diavoli” custodi di un tesoro che sarebbe nascosto dentro il palazzo.
Impossibile è contare queste figure. La loro disposizione a spirale è tale che inducono colui che vuole contarli a girare su se stesso e quindi a perderne il conto, Si dice proprio per incantesimo.
Ma pur non essendo figure diaboliche la credenza popolare ha trasformato un illusione ottica in diavoleria.
Provate a contarli…