La chiesa della Madonna del Soccorso (o dei Rifugiati) all’Albergheria è solo un rudere di Palermo, come tanti altri. Nessuno andrebbe a vederla. Dopotutto cosa ne è rimasto? Una piccola abside dove mani sconosciute hanno riprodotto una silhouette di santa Rosalia, due pezzi di muro diroccati, spazzatura e rottami su una pavimentazione sconnessa. Il tutto tra case fatiscenti addossate ai lati e nel retro.
Perché parlarne allora?
Non c’è un motivo storico e tanto meno artistico che abbia valore per questa piccola chiesa di periferia, neppure eventi particolari che la riguardano, tuttavia, sin dalla prima volta che l’ho vista, passeggiando tra le strade di questo angolo di Centro Storico, sono rimasto incuriosito dal perché tre pezzi di muro siano rimasti in quel luogo e per giunta interrompendo una strada.
Un rudere tanto insignificante che neppure sulla mappa di Google era segnato il nome.
Poi, come accade quando qualcosa ti interessa per davvero, ecco che sono giunte informazioni e notizie che hanno dato un nome ed una storia a questo luogo. Nulla di eclatante né di notevole, sia chiaro, ma per la sacralità del luogo e soprattutto per la missione compassionevole che ha avuto, ne voglio condividere la storia.
Storia della chiesa della Madonna del Soccorso
Ha una storia molto antica questa chiesa, pensate che risale alla seconda metà del 1500. Si trovava in via Albergheria nel popoloso e povero quartiere di Palermo. Oggi tutta la parte anteriore che prospettava sulla strada, non esiste più per cui il rudere si trova in via Michele del Giudice una traversa nata proprio dall’abbattimento della chiesa.
Delle origini della chiesa ne dà notizia il Mongitore. Proprio in quel luogo, sorgeva la casa di un fabbro artigiano che forgiava spade, mastro Bartolo di Caccamo. In una delle pareti della sua casa doveva esserci un’immagine della Madonna del Soccorso, il cui culto era era nato proprio a Palermo nel 1306, quando il padre agostiniano Nicola La Bruna, in punto di morte a causa di un non ben definito male incurabile, fu testimone di un’apparizione della Vergine Maria ( ⇒ Il culto della Madonna del soccorso o della mazza).
Non sappiamo cosa sia successo esattamente, ma a partire dal 2 agosto del 1575 la casa del mastro cominciò ad essere visitata dal popolo dell’Albergheria perché si era diffusa la voce che l’immagine della Madonna era capace di operare miracoli.
E così, come è successo il secolo scorso a Siracusa con il quadro della Madonna delle Lacrime, la crescente devozione popolare verso quel simulacro indusse l’autorità religiosa a concedere il permesso di demolire la casa e costruire in quel luogo una chiesa dedicata alla Madonna del Soccorso. A custodia della stessa venne fondata una Confraternita con lo stesso titolo.
Né la chiesetta né la Confraternita dovevano avere fortuna. Infatti, pochi anni dopo, la chiesa fu concessa alla Confraternita di santa Barbara e san Teodoro che ne cambiò momentaneamente il Titolo. Nel 1599 venne ceduta ai padri Carmelitani che vi costruirono intorno un piccolo convento.
Ma neppure quello ebbe mai lustro e arrancò per poco più di 150 anni fino quando nel 1775 venne soppresso per le disagiate condizioni in cui vivevano i pochi frati rimasti. Da quel momento il complesso fu utilizzato con fini caritatevoli per dare un tetto e un pezzo di pane ai poveri senza casa, come la Missione Speranza e Carità di Biagio Conte ai giorni nostri.
La chiesetta ed il convento annesso vennero parzialmente restaurati nel 1851 per volontà del parroco della vicina chiesa di San Nicolò dell’Albergheria, don Filippo Bertone, e per un breve periodo fu un conservatorio per fanciulle povere e senza famiglia. Ma durò poco, ancora per mancanza di sostegno economico, e così tornò ad essere ricovero di poverelli che col tempo trasformarono i locali in abitazioni private ed altre fabbriche abusive sorsero intorno alla piccola chiesa che continuò ad esercitare il culto fino a quando non venne abbandonata e abbattuta, nel 1938, per aprire al suo posto una strada che inspiegabilmente rimase interrotta proprio come la vediamo adesso.
Com’era la chiesa della Madonna del Soccorso
Abbiamo una descrizione sommaria della chiesa e del convento annesso e immaginiamo che non avessero nulla di artisticamente importante da ricordare.
Del prospetto esiste ancora qualche immagina fotografica da cui si evidenzia la semplicità della costruzione. Dava sulla via Albergheria con una facciata intonacata incorniciata da due larghe lesene, verosimilmente in pietra da taglio. Un portale, al centro di due edicole, sicuramente rifatto nel Settecento, con due stipiti in pietra chiusi da un arco interrotto da una scultura. Poco più in alto due grandi finestre, anch’esse incorniciate e decorate, erano chiuse da una grata articolata. Un piccolo timpano chiudeva sul davanti il tetto a doppio spiovente.
L’interno, che si può misurare facilmente perché corrisponde alla strada odierna, era poco più di una ventina di metri per 12: ad unica navata con tre cappelle per lato. Dietro l’altare maggiore l’abside che ancora esiste custodiva l’immagine della Madonna del Soccorso, non quella originale di cui non si ha alcuna notizia, ma una copia più grande fatta realizzare dai padri carmelitani.
Il Convento era costruito su due elevazioni con i locali comuni e il refettorio al piano terra e le stanze dei frati al primo piano. Un ampio cortile fungeva da chiostro.
La Confraternita della Madonna del Soccorso o del Rifugio
La Confraternita di questa chiesa ne seguì le sorti. Con lei fu fondata e con lei probabilmente fu sciolta intorno al 1775. Tuttavia la devozione verso la Vergine rimase viva. L’immagine della Madonna fu realizzata in scultura e restaurata nel 1881 per volontà della principessa di S. Ninfa, Maria D’Arpa che insieme alla famiglia De Mattei rifondarono la Confraternita istituita canonicamente nel 1906 col titolo di Maria SS. del Perpetuo Soccorso e di S. Alfonso Maria dei Liguori.
La sede della Confraternita fu trasferita nella Parrocchia di san Nicolò all’Albergheria ed i confratelli, in abito di colore rosso con bordo dorato, ancora oggi celebrano la loro festa la terza domenica di giugno.
Saverio Schirò
Fonti:
- R. LA Duca, La città passeggiata, Vol 2, L’epos, palermo 2003
- G. Palermo, Guida istruttiva per Palermo e suoi dintorni riprodotta su quella del cav. D. Gaspare Palermo dal beneficiale Girolamo Di MarzoFerro, Real Stamperia, Palermo 1816 pg 422
- Confraternita Maria SS. del Perpetuo Soccorso, in Centro Diocesano Confraternite Palermo Curia arcivescovile • Arcidiocesi di Palermo
- A. Mongitore, Storie delle chiese di Palermo, I conventi vol I-II, Palermo : CRICD, 2009