I culti religiosi a Palermo sono tantissimi, alcuni molto famosi, altri praticamente sconosciuti. Oggi vi parliamo della Madonna del Soccorso, anche nota dalle nostre parti con il nome di “Madonna della Mazza”.
Scopriamo la storia di questa devozione e del suo curioso nome.
Le origini
Il culto della Madonna del Soccorso, adesso ampiamente diffuso in tutta Italia, nacque proprio a Palermo nel 1306, quando il padre agostiniano Nicola La Bruna, in punto di morte a causa di un non ben definito male incurabile, fu testimone di un’apparizione della Vergine Maria. Durante la sua agonia si racconta che gli apparve la Madonna, annunciandogli la sua completa guarigione e chiedendo in cambio che si diffondesse il suo culto con il nome di Beata Vergine Maria del Soccorso.
Attraverso l’ordine degli agostiniani, già ampiamente presenti in tutta Italia e non solo, questa nuova devozione mariana prese presto piede, tanto che le prime statue ed i primi dipinti che la raffigurano, risalgono solo a qualche anno più tardi e sono presenti in moltissime chiese appartenute ai seguaci dell’Ordine di Sant’Agostino.
Per raffigurarla si scelse un’iconografia ben precisa (e anche curiosa). La Madonna con il braccio sinistro tiene in braccio (o per mano) Gesù Bambino, mentre con il destro brandisce un bastone, nell’atto di picchiare o scacciare Satana, in genere raffigurato terrorizzato ai suoi piedi. Un atto di forza e violenza che certamente non ci aspetteremmo di vedere in un’immagine sacra dedicata alla Vergine.
Proprio da qui viene il nome di Madonna della Mazza, un po’ strano ma decisamente più azzeccato, usato in genere dal popolo palermitano. D’altronde non è la prima volta che il nome della Vergine viene storpiato, vedi il caso della Madonna degli Annegati.
La chiesa della Madonna del Soccorso

Scoperta l’origine di questo strano nome andiamo a scoprire la storia della chiesa intitolata proprio alla Madonna del Soccorso, sita in via Maqueda.
Le prime notizie su questo edificio risalgono al 1424, quando il Priorato di San Nicolò del Bosco, che ne era proprietario, la concesse ad una nascente confraternita, intitolata appunto alla Nostra Signora del Soccorso.
I nuovi inquilini nel corso degli anni espansero la struttura originaria fino a farne un grande complesso che però fu quasi del tutto abbattuto intorno al 1600 in occasione dell’apertura della Strada Nuova, ovvero la costruzione dell’attuale via Maqueda, che richiese la demolizione di tutti gli edifici posti sull’importante asse viario.
Nel 1606, a poca distanza dall’ubicazione dell’edificio originario, venne inaugurata l’attuale chiesa della Madonna del Soccorso, dopo 3 anni di lavori di costruzione (forse su progetto di Mariano Smiriglio).
Nel prospetto principale, sopra il portale d’ingresso centrale, si trova in un’apposita nicchia la statua della Madonna con il famoso bastone in mano.

All’interno della chiesa, si trovano molti interessanti dipinti, come il Giudizio Universale, di Filippo Paladino e diverse rappresentazioni di santi ed immagini sacre attribuite allo Zoppo di Gangi, come ad esempio S. Giuseppe, S. Girolamo, S. Antonio, la Concezione e la Trasfigurazione.
Secondo quanto riportato dal La Duca, nella sacrestia della chiesa era anche custodito un prezioso trittico quattrocentesco, proveniente dalla vecchia chiesa e rappresentante la Vergine del Soccorso con ai lati San Nicolò e Santa Caterina.
Purtroppo da circa un secolo di quest’ultima opera si sono prese le tracce, forse venduta a qualche collezionista privato in un periodo in cui non esistevano leggi che lo vietassero. Una pratica purtroppo comune all’inizio del XX secolo, che ha sottratto importanti fette del nostro patrimonio artistico alla fruizione pubblica.
Samuele Schirò
Fonti: Wikipedia.org – Beata Vergine del Soccorso
R. La Duca – Giornale di Sicilia ed. 30 Dicembre 1984
Foto Copertina: Wikimedia