Chiesa del Carmine: dentro il cuore di Ballarò

Un tesoro di arte e architettura nascosto nel cuore di Ballarò

Autore:

Categoria:

Aiutaci a far crescere la pagina con un semplice clic sul pulsante...Grazie

22,305FansLike
1,064FollowersSegui
633FollowersSegui

Quante volte, da ragazzo, sono passato davanti al portone della chiesa del Carmine senza accorgermi della sua esistenza? Gli anni della prima adolescenza, quando attraversavo il mercato di Ballarò per andare a Santa Chiara per i mitici tornei di calcetto. Oppure quando, da adulto, compravo il pesce proprio davanti all’ingresso della chiesa, nascosto dalle tende e dalle bancarelle dei venditori: eppure tante volte da lontano avevo visto  la sua cupola che con i colori della Sicilia, mi sembrava meravigliosa.

Ho scoperto la chiesa del Carmine Maggiore quando vi entrai per la prima volta per la messa domenicale e sono rimasto stupito per la bellezza dei suoi ornamenti. Di per sé, l’architettura è abbastanza semplice, in stile barocco, con le classiche tre navate, il transetto che delimita il presbiterio e le cappelle laterali. Ma è proprio nel dettaglio delle opere e decorazioni che si scopre il patrimonio artistico del complesso.
Andiamo per ordine, ma prima cosa, è giusto accennare a chi è dedicata la chiesa e chi la fece costruire.

I Carmelitani e la prima chiesa

La chiesa è dedicata alla Madonna del Carmelo (o del Carmine che è la variante del nome) e fu edificata in tre epoche diverse dall’ordine dei Carmelitani. Questi ebbero origine nel XII secolo da un gruppo di eremiti che si stabilirono appunto sul monte Carmelo nel nord della Palestina, dove fondarono una chiesa dedicata alla Madonna. 

L’avanzata degli arabi nei primi decenni del 1200 costrinse la comunità a trovare rifugio in Occidente. Dal 1235 li troviamo in Sicilia ed a Palermo dove si stabilirono nel quartiere dell’Albergheria costruendo il primo convento laddove era già presente una piccola chiesetta detta “Cappella della Pietà”. Questa è ancora esistente e vi si accede dal lato destro dell’altare. Si tratta di un minuscolo vano rimaneggiato più volte: si riconoscono ancora i caratteri tipici del gotico nella volta, i costoloni del tetto e il bassorilievo di un “Agnus Dei”. Gli affreschi più tardivi rappresentano scene di Elia ed Eliseo considerati gli ispiratori dell’Ordine dei Carmelitani.

Pochi anni dopo, nel 1243, fu realizzata la chiesa vera e propria, dedicata all’Annunziata per devozione dell’Ordine a Maria. Era orientata all’opposto di quella odierna, con il presbiterio e l’altare dove oggi c’è l’ingresso. Non rimangono che pochi ruderi e due colonne nel chiostro, di questa costruzione che fu luogo di culto per quasi 200 anni!  

La chiesa del Carmine Maggiore oggi

Chiesa del Carmine vista

I lavori per la sua edificazione su quella preesistente iniziarono nel 1627 e si protrassero per 40 anni. Nel corso dei secoli seguenti, fu più volte ristrutturata e modificata fino al’epoca del tardo barocco.
Vi si accede dall’omonima piazza, nel cuore del mercato storico di Ballarò. Ed è curioso dovere incunearsi tra le tende e le bancarelle per raggiungere l’ingresso. Questo si trova rialzato dal piano stradale da quando nel 1794 la piazza fu abbassata di livello per aumentare gli spazi del mercato.
La facciata, piuttosto austera, ristrutturata nel 1814, presenta nella nicchia sopra il portale una statua settecentesca della Madonna del Carmelo. Lo stile è tardo barocco, con tre porte divise da lesene ma oggi è piuttosto malconcia anche se in questo modo si inserisce nel paesaggio fatiscente delle vecchie case afferenti al mercato.
L’interno è a pianta basilicale a croce latina. Tre navate divise da 6 colonne per lato, in marmo grigio di billiemi, e il transetto che delimita il grande presbiterio. Le due navate laterali sono interrotte da 5 cappelle, più due all’interno del transetto.

Opere notevoli della chiesa del Carmine 

Se la navata centrale risulta abbastanza scarna con i soli capitelli dorici ad ingentilire l’architettura, le cappelle laterali custodiscono un vero patrimonio di opere pregevoli. Alcune sono opera di artisti famosi, altre sono meno importanti, mostrando i vari periodi di lustro e declino che l’Ordine sperimentò nelle diverse epoche. 

Merita una menzione la statua in marmo della quarta cappella: raffigura Santa Caterina d’Alessandria della bottega di Antonello Gagini. È scolpita in marmo bianco di Carrara e rappresenta la santa nell’atto di schiacciare con il piede una testa barbuta, simbolo dell’eresia; accanto, la ruota dentata che le procurò il martirio. Questo simulacro era collocato nella chiesa precedente e infatti sul piedistallo è riportata la data 1521 e sopra lo stemma carmelitano.

Opera minore ma non meno importante è la “Madonna dell’Udienza” nella quinta cappella, realizzata da Domenico Gagini. La curiosità sta nella tradizione carmelitana che vuole che tra Pasqua e Pentecoste, la Madonna dia udienza, cioè ascolti le suppliche dei suoi fedeli. Da qui l’usanza di eseguire preghiere a Maria Vergine nei sette mercoledì dopo Pasqua fino a Pentecoste.

Nei quattro pilastri sotto la crociera della cupola, lo scultore Vincenzo Messina, nel 1681 realizzò le quattro figure in stucco che rappresentano San Giovanni Battista, Giona, Mosè ed Elia.

Ci sono poi tavole, affreschi e tele, tra le quali ricordiamo per importanza quella di Pietro Novelli del 1630, “la Vergine che appare a S. Andrea Corsini”, collocata nella prima cappella a destra.
Altri artisti famosi che realizzarono opere per la chiesa del Carmine furono i pittori Pietro Ruzzolone e Antonello Crescenzio che nel 1514 dipinsero un polittico di cui si conservano ancora in chiesa i pannelli raffiguranti S. Angelo da Licata e S. Alberto mentre la tela del Crescenzio, rappresentante “l’Andata di Gesù al Calvario” ora è esposta alla Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.

Chiesa del Carmine Maggiore Cappella della Madonna del carmelo
Effems CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Una nota a parte va fatta per la famosa tavola della “Madonna del Carmelo”, collocata nell’omonima cappella nel transetto sinistro: è un’opera del 1492 a firma di Tommaso de Vigilia «il più richiesto artista della Sicilia occidentale nel Quattrocento». Al centro la madonna del Carmelo con ai lati storie che raffigurano i primi carmelitani.
A incorniciare la tavola, lo spettacolare altare in stucco realizzato da Giuseppe e Giacomo Serpotta tra il 1683 e il 1684, opera gemella della cappella del crocifisso posta di fronte. Possiamo ammirare una esplosione del barocco seicentesco che vede attorcigliarsi lungo le spirali delle due colonne tortili, altorilievi in stucco raffiguranti scene bibliche su Gesù e Maria, sovrastati da Dio Padre tra un tripudio di angeli, santi ed elementi floreali. Lo sguardo d’insieme risulta spettacolare e maestoso, ma è nell’attenzione ai dettagli che si coglie la maestria del maestro stuccatore più importante d’Europa! Da non perdere!

Vi sono tante altre opere più o meno famose ma per questo non meno importanti, come ad esempio le decorazioni barocche a marmi mischi di alcune cappelle o i dipinti del presbiterio senza dimenticare il pregevole coro ligneo eseguito da Francesco Maddalena, su disegno dell’architetto trapanese Andrea Palma.
Forse è meglio lasciare spazio agli occhi ed alla fantasia passeggiando all’interno della chiesa con un animo meditativo per rispetto al culto che da ottocento anni si celebra in questo luogo sacro. Con la curiosa e pittoresca distrazione delle “abbanniate” dei venditori del mercato che si sentono chiaramente nonostante le spesse mura del complesso.

Gli esterni del complesso della Madonna del carmine

Dell’esterno va ricordato ovviamente il convento che dopo quello originario del 1200 è stato ampliato e rifatto più volte. Lo stesso per il campanile che vediamo alla destra e che risale al 1883 dopo che era stato demolito quello precedente. Il chiostro restaurato nel secolo scorso,  si presenta molto semplice e sobrio avendo perduto ogni segno della sua costruzione nel XVI secolo, di quei tempi rimane sul portico meridionale un portale di marmo che mantiene le linee architettoniche originali.

La cupola più bella di Palermo

Cupola della chiesa del carmine

La scenografica cupola barocca è la chicca di questo complesso architettonico: con la sua eleganza e maestosità domina la zona circostante e, con i gialli, azzurri e verdi della maiolica di cui è rivestita ricorda i colori della Sicilia.
Venne ideata dall’architetto gesuita Angelo Italia che ne ha stilato il progetto nel 1670.
Si eleva su tre ordini, con la volta, sopra un tamburo riccamente decorato, chiusa dal lanternino con la croce in ferro.
Ciò che la rende unica in tutta la Sicilia è il rivestimento in maiolica policroma ma anche le ricche decorazioni in pietra e stucco. Quattro grandi finestroni decorati in stucco, opera di Andrea Surfarello e Gaspare La Farina nel 1680, si alternano a due coppie di colonne scanalate dai capitelli ionici che incorniciano ciascuna una plastica figura di Atlante che regge la volta. Le figure e le colonne del tamburo della cupola vennero eseguiti in pietra da Giovanni Tartalia, Giovan Battista Ferreri e Francesco Cemellimo mentre il rivestimento in maiolica è opera di Antonino Di Leo . 

Devozione alla Madonna del Carmine

Palermo è molto devota alla Madonna del Carmine, dichiarata compatrona della città sin dal 1688. La festa si celebra l’ultima domenica di luglio ed è preparata con grande cura dalla Confraternita di Maria SS.ma del Monte Carmelo, detta “della Bara”, proprio per l’ufficio di portare in processione il simulacro della Madonna.
La statua rimane nascosta agli occhi dei visitatori tutto l’anno, poi il giorno della processione viene esposta alla pubblica devozione, molto sentita nel quartiere di Ballarò che vive l’evento come un secondo festino (dopo quello di santa Rosalia del 15 luglio). 

Il simulacro della Madonna raffigura la Vergine poggiata su una nuvola dalla quale emergono tre teste di cherubini; col braccio sinistro regge il Bambinello e come da iconografia, protende la mano destra per offrire l’abitino dell’Ordine carmelitano. La scultura è in legno policromo e risalirebbe al 14 luglio del 1598, secondo il Mongitore. L’autore dell’opera originaria non è certo. Sappiamo però che nel 1725 i carmelitani commissionarono all’argentiere palermitano Giuseppe Castronovo il rivestimento d’argento del simulacro.  Nel corso degli anni sia il rivestimento che la stessa scultura ebbero diversi interventi di manutenzione e forse anche i visi della Vergine e del bambinello furono riveduti o rifatti intorno al 1813 dallo scultore Girolamo Bagnasco. L’ultimo restauro risale al 2002. 

Adesso non rimane che andare a visitarla!

Saverio Schirò

INFORMAZIONI: Piazza del Carmine (Ballarò) tel 091 6512018

Orari di fruizione dal 20 marzo e fino ad ottobre

Lunedì, martedì, giovedì, venerdì, sabato dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 16:00; 

mercoledì dalle ore 11:00 alle 15:00;

domenica dalle ore 12:00 alle 16:00

Modalità di ingresso e prezzi:
Biglietto intero chiesa: 3,00€
Biglietto ridotto chiesa (Circuito del Sacro): 2,00€
Biglietto complesso monumentale: 5,00€
Biglietto ridotto complesso monumentale (Circuito del Sacro): 4,00€

Ente gestore: Associazione Culturale e di Volontariato (odv) “Guardie del Tempio di Cristo”

Fonti:

 

Ti è piaciuto? Condividilo con gli amici!

Rimani aggiornato su Telegram

Saverio Schirò
Saverio Schiròhttps://gruppo3millennio.altervista.org/
Appassionato di Scienza, di Arte, di Teologia e di tutto ciò che è espressione della genialità umana.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ti potrebbe interessare anche...

Chiesa Sant’Antonio Abate (detta dell’Ecce Homo)

La chiesa di Sant'Antonio Abate si trova in via Roma, sulla destra poco dopo la via Vittorio Emanuele venendo dalla Stazione Centrale. È quasi...

La tradizione dell’Immacolata in cucina

La tradizione dell'Immacolata è una festività molto sentita dai palermitani: di fatto inaugura il periodo delle festività natalizie e a Palermo devozione e tradizione...

L’antica infermeria dei Cappuccini

Dietro l’asse dei palazzi nobiliari che si affacciano sul Cassaro alto, raggiungibile da uno dei vicoletti di fronte al Piano della Cattedrale di Palermo,...

Casarecce con broccoli siciliani speck e noci

Le Casarecce con broccoli siciliani, speck e noci sono un primo piatto dal sapore deciso e avvolgente, che unisce la tradizione siciliana alla creatività...

Cioccolatini di Modica per San Valentino

San Valentino tutti i giorni è quello in cui credo quando sento parlare di questa festa con ansia e in certi casi soggezione allo...

Zucchine ripiene ai funghi

Le zucchine fanno parte di quei piatti provenienti dalla tradizione contadina, e quindi di uso comune nelle nostre famiglie. Sono un alimento molto povero...