Il Foro Italico – scrive Caronna- era delimitato verso il mare da una decorosa balaustra. Al centro, il palchetto della musica, ai cui lati venivano collocate delle sedie che nell’occasione venivano affittate al costo di due centesimi a coloro che non possedendo una carrozza si volevano sedere ed ascoltare le dolci note durante la loro passeggiata.
Vigili urbani a cavallo con copricapo piumato e spada sguainata giravano come servizio d’ordine, ma in realtà costituivano solo un elemento decorativo, la civiltà dei cittadini palermitani era tanta da non aver bisogno di essere richiamati o peggio ammoniti da nessuno.
Lungo la strada bellissime carrozze, con elegantissimi passeggeri, andavano e venivano a leggero trotto lungo la Marina, ma al via della musica, quando il maestro batteva la bacchetta sul leggio e i musicisti iniziavano a suonare, tutti si fermavano, allineati e in pieno silenzio come a volere riempirsi della dolcezza delle sinfonie. Uno spettacolo davvero unico, con una coreografia molto signorile.
Il sabato sera alla Villa Giulia, sita proprio lungo la passeggiata, si davano ricevimenti all’aperto che venivano, appunto, chiamati “sabatini“.
La villa era bella e molto illuminata e le quattro esedre che si trovano nella piazza ospitavano le bande musicali che alternandosi rendevano ancora più soave i ricevimenti. Le signore erano ben liete di sfoggiare i loro abiti più lussuosi e di godere in questo modo il loro tempo libero, magari in compagnia dei loro consorti.
A seconda delle possibilità o del proprio ceto sociale, i palermitani del tempo, frequentavano i Circoli, c’era quello dei nobili: “il Bellini”, poi quello dei più o meno decaduti: “Il Circolo Geraci”, inoltre c’era anche quello degli impiegati Civili.
Nei circoli si giocava a carte e a volte si perdeva tanto! Ma si ballava pure. Di moda era ballare la Polka, la Mazurka, il Valzer, il Boston chiuso e sfoderato e a chiusura il galoppo finale. C’è da sottolineare però che alla fine del ballo le coppie erano stanche e sudate e siccome non era d’uso fare il frequente bagno in quanto l’acqua era pochina e si doveva pure scaldare, le signore coprivano le puzzure sventolando i loro fazzoletti precedentemente profumati.
Questa era la vita della nobiltà e della borghesia palermitana agli inizi del secolo.
Fonte: La città perduta
. sono rimasto compiaciuto ed ammaliato da quei bei tempi che furono della bella epoque. Avrei voluto vivere in quel periodo, in cui il rispetto e il senso civico dell’uno verso l’altro era simbolo di civiltà, di cortesia, di onore, di vera signorilità.
Tempi che furono……. chissà se ritorneranno…..forse nei sogni….. si perchè a volte i sogni sono più belli della realtà!
Città meravigliosa Palermo, ci vengo ogni volta che posso da Torino, però ogni volta non riesco a non pensare a che meraviglia doveva essere durante la belle epoque quando era la più alla moda di tutta Europa