Il Foro Umberto I va dalla via Cala a piazza Vincenzo Tumminello.
Il lungomare panoramico di Palermo fu voluto, nel 1582, dal viceré Marco Antonio Colonna, che già l’anno precedente aveva fatto prolungare la via Toledo (il Cassaro) fino alla Marina. Quello stesso anno diede inizio ai lavori per la costruzione di Porta Felice e la strada del foro fu chiamata “Strada Colonna”.
La struttura del foro rimase invariata fino al 1734, quando il pretore don Giovanni Sammartino di Montalbo, ne curò l’allargamento facendo abbattere una delle fortificazioni marittime, il bastione del Tuono. Cinquant’anni dopo il nuovo pretore, don Girolamo Grifeo principe di Partanna, ordinò l’abbattimento dell’altro baluardo, chiamato “di Vega” e sancì così l’allargamento definitivo della zona, che negli anni successivi fu sempre più abbellita e curata, diventando la meta preferita per le passeggiate dei palermitani.
Durante la dominazione dei Borboni, la zona assunse il nome di “Foro Borbonico” fino a che nel 1848, nel pieno dei moti antiborbonici, il Parlamento siciliano non ne decise il cambiamento in “Foro Italico”. Tale nome fu abbandonato nel 1849, dopo la restaurazione del governo borbonico, per poi essere ripristinato nel 1860, dopo l’annessione al Regno d’Italia. Il 29 luglio 1900 il re Umberto I fu assassinato, causando un’onda di emozione che portò all’assunzione dell’attuale denominazione, anche se ancora oggi dalla maggior parte dei palermitani, è ancora conosciuto e chiamato “Foro Italico”.
Mi ricordo di quando ci andavo a giocare da bambino. Uno dei ricordi più felici della mia vita a palermo
Penso che sia ora di cambiare nome a tutte queste vie “Savoiarde”. Cosa ha fatto mai Umberto I per Palermo?
Abbiamo la storia più bella d’Europa e vogliamo nasconderla dietro ad un finto spirito nazionalista.
Siamo d’accordo! Ma per cambiare la toponomastica della città occorrono scelte politiche coraggiose oltre che le giuste intenzioni dei suoi abitanti.