Prima che i grandi colossi del gelato lanciassero i loro prodotti sul mercato, a Palermo già si andava matti per l’ascaretto.
Per chi non lo sapesse, stiamo parlando del classico stecco gelato ricoperto di cioccolata, che in seguito avrebbe preso piede in tutto il mondo, con i nomi più disparati (i più noti ascaretti industriali erano il Cremino e il Mottarello).
Questa golosa specialità, realizzata artigianalmente dai mastri gelatai, veniva poi venduta al dettaglio nei tipici carretti ambulanti, oltre che in alcuni bar di Palermo.
La storia dell’ascaretto
Non è semplice risalire alla storia dell’ascaretto, visto che sono pochissime le fonti che ne parlano. Secondo alcuni si tratta addirittura di un’invenzione tutta palermitana, esportata poi in tutto il mondo, anche se probabilmente il primo gelato di questo genere fu inventato a Torino da un gelataio napoletano, che lo chiamò “Pinguino”, nel 1938.
Quello che è certo è che anche Palermo aveva i suoi maestri specializzati nella realizzazione di questo classico gelato da passeggio.
Che sia nata in Sicilia oppure no, l’idea di creare una forma di gelato al fiordilatte su uno stecco, intinta poi in un sottile strato di cioccolata fusa che una volta fredda avrebbe creato una dolce copertura croccante, qui da noi ha funzionato molto bene e sin dagli anni ‘40 (o forse anche un po’ prima) i nostri mastri gelatieri ne hanno fatto una vera e propria arte.
Non c’è palermitano che non conservi i ricordi di un’estate passata in spiaggia o in città, allietata dai freschi morsi al proprio ascaretto.
Un altro tipico luogo in cui era possibile gustare questa specialità era al cinema, quando il venditore che passava tra le poltrone durante l’intervallo permetteva di scegliere tra questo e un altro paio di alternative, tra cui la bomboniera, la più classica delle scelte.
Con l’avvento e la diffusione dei “gelati confezionati”, ovvero prodotti da grandi industrie e commercializzati su larga scala, il mercato dei gelati artigianali si ritrovò a fronteggiare una concorrenza spietata e talvolta sleale. La tradizione ha resistito, ma le abitudini sono certamente cambiate e oggi sono pochi i bar che producono il loro gelato da zero, senza ricorrere all’uso di semilavorati industriali.
Un’ultima curiosità riguarda l’etimologia del termine ascaretto. Per quanto suoni strano, noi siamo gli unici a chiamarlo con questo nome. Le sue origini derivano probabilmente dagli ascari, i soldati eritrei arruolati con l’esercito coloniale italiano sin dal XIX secolo.
Probabilmente questa bella schiera di gelati ricoperti da un lucido strato di cioccolata, avrà ricordato uno schieramento di ascari africani a qualche mastro gelataio palermitano, che ha deciso così di commercializzarli come ascaretti.
Già, questa cosa oggi suona un po’ razzista, ma i tempi erano quelli che erano e certamente i palermitani non smetteranno mai di gustare il loro gelato preferito, chiamandolo con il suo antico nome.
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