Palazzo Requesenz: Principi di Pantelleria

Edificio sontuoso e di grandiosità non comune, il palazzo dei principi di Pantelleria è situato alle spalle della chiesa di San Domenico

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Mi ero ripromesso, qualche tempo fa, di scrivere qualcosa sul Palazzo Requesenz Principi di Pantelleria, questo storico, ma poco conosciuto palazzo, per cui ho approfittato di questi caldi giorni primaverili per andare ancora in giro per la mia città alla scoperta di questa nobile dimora. L’ennesimo pretesto per arricchire la mia cultura locale”.

Chi erano i Requesenz?

I Requesenz erano una illustre e potente famiglia di origine catalana che godette di grande prestigio alla corte spagnola tra il XIV e XVI secolo.

Attorno al XV secolo diversi esponenti di questa famiglia arrivarono in Sicilia. Il primo fu Bernart de Requesenz y Santa Coloma (signore di Altafulla e La Nou), arrivato in Sicilia al seguito di Alfonso V d’Aragona il “Magnanimo”. Egli, fu, per due volte, nel 1439-40 e nel 1463-65, Viceré del Regno di Sicilia. Questi fu anche il progenitore dei principi di Pantelleria, dei conti di Buscemi e di Regalbuto.

Questa ricca e prestigiosa dinastia, godette in Sicilia di enorme prestigio; in breve tempo, infatti, i Requesenz divennero una delle maggiori famiglie siciliane, possessori di immensi feudi e prestigiosi titoli nobiliari oltre che detentori di importanti cariche ecclesiastiche: fra Cinquecento e Seicento non erano molte le famiglie siciliane che potevano stare alla pari con i Requesenz.

Nella prima metà del XVI secolo un altro Bernardo Requesenz, barone di Pantelleria, gran Cancelliere del Regno, Capitano di Giustizia, pretore di Palermo, Stratigoto di Messina, Governatore del Castellammare di Palermo e comandante dell’armata navale di Carlo V (per farvi capire l’importanza del personaggio), promosse la costruzione, probabilmente inglobando strutture preesistenti, di un maestoso palazzo nel piano chiamato dei “coltellieri” nella contrada cosiddetta delle “Pusate”, parola spagnola che significa “luogo dove si fermano i viandanti”. Infatti in questa parte della città, visto la vicinanza con il vecchio porto della Cala, dove si svolgevano molti dei traffici commerciali legati al trasporto marittimo, insistevano un gran numero di “taberne” e “pusate” (fondachi e locande) nei quali trovavano ospitalità i forestieri.

Storia del Palazzo Requesenz

Palazzo Requesenz - scalone

Edificio sontuoso e di grandiosità non comune, il palazzo dei principi di Pantelleria è situato alle spalle della chiesa di San Domenico, tra le attuali piazza Giovanni Meli e Largo Cavalieri di Malta, già piazza Valverde (la sua mole maestosa occupa tutto l’isolato compreso tra le due piazzette).
Pochi rimangono gli elementi architettonici superstiti appartenenti alla fase cinquecentesca, tra cui lo scalone in marmo di Billiemi con rampa balaustrata che conduce al piano nobile: alla sommità della prima rampa di scale, sull’architrave di un pregevole portaletto in marmo, campeggia lo stemma di casa Requesenz sorretto da due artistici puttini, al di sopra del quale vi è inciso il loro motto in latino “Esse malo quam videri” (meglio essere che apparire).

Restano, a testimonianza di quel tempo, anche alcuni archi ribassati di gusto catalano del porticato ovest della corte interna e alcune grandi aperture sullo stesso portico che infondono, ancora oggi, un’atmosfera nostalgica di gloriose epoche passate.

I rifacimenti Sette-Ottocenteschi del Palazzo Requesenz

Tuttavia la configurazione attuale del palazzo è quella sette-ottocentesca, relativa ai rifacimenti eseguiti in tale periodo.

Tra il 1752 e il 1755, per iniziativa del proprietario del tempo Giuseppe Antonio Requesenz, poi seguito dal figlio Francesco (in quel periodo ancora la situazione finanziaria della famiglia era abbastanza solida), fu dato incarico all’architetto Giovanni Del Frago di riconfigurare ed ampliare il palazzo per adeguarsi alle esigenze dei tempi e della famiglia.

Fu in questo “ammodernamento” che, tra l’altro, incluse la sopraelevazione di un altro piano, che si modificò in maniera consistente l’aspetto originario e si occultò quasi del tutto la facies medievaleggiante della principesca dimora. In quella circostanza gli interni degli appartamenti furono arredati sontuosamente e arricchiti di stucchi, pitture e apparati decorativi secondo i gusti del periodo: notevole l’esuberante “sala dell’alcova” in stile rococò del piano nobile.

Palazzo Requesenz - sala dell'alcova
Palazzo Requesenz – Sala dell’Alcova – foto da palermodavedere.it

Alla fine del secolo XVIII, per questioni ereditarie, la storica dimora venne divisa in due proprietà e, anche in questa occasione, subì alcuni rifacimenti che alterarono l’unità architettonica della bella casa da signore. L’ala nord dell’edificio con prospetto su Largo Cavalieri di Malta, infatti, passò per via dotale a Teresa Requesenz, moglie di Giuseppe Ferdinando Gravina VI principe di Comitini, assumendo da allora il nome di “palazzo Gravina”, mentre l’ala sud-ovest che si affaccia su piazza Giovanni Meli rimase a don Michele Requesenz principe di Pantelleria .

Ma già agli inizi del XIX secolo la situazione economica del casato cominciò a decadere al punto che la famiglia fu costretta a vendere all’asta l’avito palazzo…

Il Palazzo passa dai Requesenz alla famiglia Varvaro

Travolto dal grave dissesto finanziario della famiglia, l’ultimo principe di Pantelleria Emmanuelle Requesenz, fratello di Michele, personaggio che ebbe una parte importante nella storia del Risorgimento siciliano, muore il 24 marzo del 1848 (due mesi dopo aver aderito ai moti rivoluzionari del gennaio di quell’anno) nella casa dei suoi avi, che continuò ad abitare – grazie al rispetto di cui godeva da parte dei nuovi proprietari – fino alla fine dei suoi giorni”.

“Una lapide marmorea posta nel prospetto di piazza G. Meli lo ricorda ancora”.

A rilevare quasi interamente il palazzo, nel 1835, fu la facoltosa famiglia Varvaro (ad eccezione del terzo piano assegnato ad Ercole Omodei), esponenti di una nuova classe sociale di stampo borghese con grandi possibilità economiche. Il nuovo proprietario, Francesco Varvaro Querola (la cui famiglia, in parte, mantiene ancora la proprietà dell’immobile), fece apportare notevoli abbellimenti agli apparati decorativi interni e destinò la casa, oltre che a sua residenza, a sede delle proprie attività finanziarie e commerciali (i Varvaro erano, principalmente, grossi commercianti di tessuti).

Con i nuovi proprietari la nobile dimora conobbe nuovo splendore e dignità. Si deve a loro il rifacimento di molti apparati decorativi interni: tra le opere realizzate alla fine dell’ottocento emergono, per valore artistico, quelle affidate al pittore palermitano Giuseppe Enea che decorò alla “pompeiana” i grandi saloni del piano nobile.

Centro delle numerose attività pubbliche e finanziarie della ricca famiglia, il palazzo, essendo Francesco Varvaro Pojero console generale dell’Impero Austro-Ungarico, fu sede dell’omonimo consolato fino al 1914.

Descrizione dell’edificio

Il prospetto del palazzo che si affaccia su Largo Cavalieri di Malta che un tempo rappresentava il prospetto principale, presenta i tipici caratteri del tardo Settecento, con una sequenza di grandi balconi e due alti portali affiancati da colonne in pietra che si concludono con il tipico mascherone apotropaico e balcone centrale con mensola curvilinea e ringhiera in ferro battuto.

Il piano nobile di questa parte del palazzo, nel 2002, è stato acquisito e restaurato con gusto e raffinatezza dal professor Massimo Cazzaniga, architetto e collezionista d’arte milanese: interventi che hanno restituito lustro ed immagine alla storica dimora. Mentre il vasto fronte prospiciente piazza Giovanni Meli è giunto a noi nella sua veste ottocentesca, riferibile agli ultimi rifacimenti eseguiti verso la fine del XIX secolo dai Varvaro. Questo prospetto, semplice ed essenziale, è contrassegnato dal grande stemma marmoreo con le armi dei Requesenz, che campeggia sulla murata d’angolo tra piazza Meli e via Bambinai, fortunatamente sopravvissuto a furti e depredazioni dei tempi moderni.

Palazzo Requesenz - cortile interno
Palazzo Requesenz – Corte interna Foto palemodavedere.it

Alla corte interna, ancora suggestiva e ben conservata, si accede attraverso un lungo androne (un tempo ingresso secondario per le carrozze) pavimentato con basolato antico, aperto quasi ad angolo con la medievale via Tavola Tonda, toponimo che ricorda l’antica vocazione della contrada.

Nella corte sono ubicati numerosi locali un tempo adibiti a vari usi (legnaia, stalle, depositi e magazzini), oggi trasformati in negozi e laboratori artigianali. Al centro dell’ampio cortile fa bella mostra di sé, un gigantesco e rigoglioso Ficus Magnolioides, pianta originaria della Nuova Caledonia, che Francesco Varvaro Pojero, appassionato di botanica, mise a dimora nell’estate del 1896.

Nicola Stanzione

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Nicola Stanzione
Nicola Stanzione
Innamorato di Palermo ed esperto dei suoi palazzi storici, monumenti, usi, costumi e tradizioni

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