Lo Stand Florio, noto a Palermo come “La Taverna del Tiro”, è quel che rimane di un edificio costruito nel 1905 a Romagnolo, su un progetto di Ernesto Basile, rimasto solo una parte di un grande progetto immaginato da Vincenzo Florio Jr. Abbandonato a se stesso per decenni, ultimamente è rinato a nuova vita.
Andiamo a conoscere la sua storia.
La storia dello Stand Florio
La contrada di Romagnolo, sino alla fine dell’ottocento, era denominata “Mustazzola”, perché vi sorgevano dei laboratori dove si vendevano dolci caratteristici chiamati mustazzoli, che si consumavano nel periodo natalizio. Nel 900, Palermo si ricordò di un suo benefattore, l’ex senatore della città Corradino Romagnolo e Texeira, il quale negli ultimi anni del 700 contribuì alla prima urbanizzazione della zona, e gli fu intitolata la contrada. L’antico borgo marinaro, un tempo zona balneare esclusiva insieme all’Acquasanta, venne frequentata dai palermitani durante la stagione balneare con i famosi Bagni Virzì e Petrucci, fino alla prima metà del Novecento, quando Mondello e Sferracavallo divennero stazioni balneari di maggiore attrazione.
Lungo il litorale di Romagnolo, uno dei tratti più suggestivi della Conca d’oro, sorsero importanti residenze, di famiglie nobili, di notevole pregio architettonico come villa Ugo delle Favare e villa Moncada principi di Larderia. Inoltre, esistevano già dal Settecento il Tabernacolo con la statua di Maria Vergine (fatta installare come ex voto dal devotissimo Romagnolo), conosciuta come “la Colonnella” (simbolo della borgata), e l’ospedale di San Giovanni dei Lebbrosi, una delle più antiche istituzioni sanitarie palermitane.
In questo contesto, in un’area vicina alla foce del fiume Oreto, concessa dall’autorità marittima, nel 1905 Vincenzo Florio jr. esponente di una delle più potenti dinastie imprenditoriali italiane dell’epoca e grande sportivo (non si può parlare della Palermo di quel periodo senza fare riferimento ai Florio), commissiona al maggiore architetto del tempo, Ernesto Basile, lo “Stand Florio alla Colonnella”.
In realtà, il Florio, che pensava sempre in grande, voleva realizzare una struttura polivalente, un Kursaal sul mare, un complesso balneare e sportivo di più vaste proporzioni di cui rimangono ancora due disegni del celebre architetto, ma il progetto originario non venne portato a termine del tutto.
Lo Stand Florio ospitò a lungo gare di tiro al piccione (molto in voga in quegli anni) e, data la vicinanza al mare, divenne luogo di ritrovo preferito della noblesse palermitana che cominciava, allora, a sperimentare il concetto di “tempo libero”, antesignano del turismo odierno.
Durante l’ultimo conflitto mondiale tutte le attività dello Stand furono sospese e l’intera fabbrica fu utilizzata come magazzino dalle truppe di sbarco subendo, in quella occasione, profonde modificazioni estetico-distributive e notevoli danneggiamenti alle strutture: l’edificio era stato uno dei primi manufatti architettonici a Palermo realizzati con tecniche moderne con l’uso del ferro.
Nel dopoguerra, in ordine di tempo, lo Stand divenne lido balneare, ristorante, sede di uffici comunali ed infine sala giochi e ritrovo degli abitanti del quartiere, anche se da tempo era stato dichiarato inagibile.
Già nel 1978 lo storico palermitano Rosario La Duca lamentava l’avanzato stato di degrado del manufatto e degli spazi circostanti: anche grazie al disinteresse degli amministratori, “la taverna del tiro”, con questo appellativo è conosciuta dai palermitani, fu oggetto di attività e occupazioni abusive e vi furono realizzate superfetazioni di cattivo gusto.
Adiacente allo Stand Florio, dove un tempo si trovava un piccolo cantiere navale, sorgeva il sanatorio marino “Solarium V.E. III” che nel 1928 fu concesso, dall’allora Ministero delle Comunicazioni, al dott. Pietro Valenza, fondatore nel 1912 dell’istituto di Puericultura: nel 1929 l’istituto fu ristrutturato da Ernesto Basile in collaborazione con l’ing. Ignazio Cristina; i lavori furono particolarmente celeri visto che nel 1930 la nuova struttura fu inaugurata.
L’edificio centrale
Oggi, del complesso architettonico voluto fortemente da Vincenzo Florio, rimangono soltanto il padiglione centrale con prospetto in via Messina Marine e il corpo di fabbrica adiacente, originariamente adibito a locale per gli scommettitori. La sopraelevazione con la copertura lignea della terrazza fu un’aggiunta posteriore (attorno al 1940) del tutto incoerente con il progetto originario elaborato dal Basile.
Perfetto esempio di un momento culturale cittadino di elevata qualità, lo Stand Florio, che risponde alle caratteristiche dello Stile Liberty in maniera del tutto originale, fu progettato con l’intento di realizzare un’opera esteticamente capace di colpire l’occhio immediatamente, dove ogni singolo dettaglio doveva concorrere a creare un’immagine complessiva.
La costruzione è caratterizzata stilisticamente da elementi architettonici della tradizione islamica dove l’impronta del Basile – vero protagonista della felice stagione del Liberty a Palermo– è inconfondibile. Tra i vari elementi degni di menzione spicca la cupola con tamburo ottagonale colorata con intonaco rosso in cima alla quale si erge un pinnacolo: molto belli anche i decori dei balconi con balaustrine del piano superiore.
Di particolare interesse sono i significati “esoterici” di decorazioni ed elementi geometrici presenti nella fabbrica: l’ottagono, motivo che ricorre nella volumetria della pianta e in numerosi decori, richiamano la rosa dei venti, la svastica che rappresenta solarità, il palmizio simbolo della prosperità e la tartaruga che simboleggia la resilienza e la longevità.
La rinascita dello Stand Florio
Nel settembre del 1985 furono eseguiti i primi interventi di restauro che riportarono l’edificio alla sua configurazione originaria che nel corso degli anni si era quasi perduta. A questo restauro, tuttavia, non ha fatto seguito alcun utilizzo del complesso edilizio che per diversi anni conobbe l’oblio e l’abbandono. In un secondo tempo, nel 2016, dopo un lungo periodo di incuria, lo Stand Florio è stato inserito nel progetto “Valore Paese – Fari, Torri ed Edifici costieri” ed è stato oggetto di un bando di gara aggiudicato da una società palermitana “Servizitalia srl”.
Grazie all’azione sinergica dell’Agenzia del Demanio marittimo e la società appaltatrice, nel 2017 sono partiti tutta una serie di interventi atti alla riqualificazione del complesso, che sono stati brillantemente espletati con non comune professionalità nel giro di poco tempo. Alla società palermitana, che ha investito capitali non indifferenti, va il merito di aver salvato dall’oblio e ridato lustro al monumento, ma in cambio ne beneficerà nell’uso continuativo per decenni (cosa che ha causato non poche critiche).
Destinato agli usi più disparati, manifestazioni di diverso tipo, incontri culturali, spettacoli, conferenze, mostre ed esposizioni il sito è tornato a vivere come nei suoi tempi migliori: un auspicio di buona speranza e di crescita per la città.
Nicola Stanzione
Un storia straordinaria! Ricordo quando negli anni Settanta nel campo di calcio, chiamato “la taverna del Tiro”, si giocavano mitiche partite. O quando, sempre in quegli anni esisteva una squadra di calcio giovanile chiamata “Solarium” che si allenava proprio in quel luogo. Grazie Nicola per questa ricostruzione che mi ha riportato indietro negli anni.