L’Oratorio dell’Immacolatella è un piccolo oratorio di eccezionale valore artistico e culturale che si trova in un angolo nascosto del centro storico, in via Immacolatella, adiacente alla Basilica di San Francesco d’Assisi e al più noto oratorio di San Lorenzo.
L’oratorio dell’Immacolatella
E’ un piccolo gioiello d’arte poco conosciuto ma degno di considerazione per la qualità degli elementi barocchi e settecenteschi che racchiude al suo interno. L’Oratorio sorse per ospitare la compagnia dell’Immacolata Concezione fondata nel 1575 da dodici mercanti particolarmente devoti alla Vergine Immacolata. Essi furono sollecitati da un padre dei minori conventuali di San Francesco, Giuseppe Mandria, che fatto prigioniero dai pirati barbareschi mentre si recava a Napoli “Per predicare la divina parola”, aveva fatto voto di costituire una compagnia sotto il nome “dell’Immacolata Signora” se fosse stato restituito alla libertà. Cresciuti di numero i confratelli, la Compagnia inizialmente utilizzò la cappella di San Giorgio nel convento di San Francesco, che era stata abbandonata dai genovesi nel 1576, poi, nel 1579, acquistò dalla compagnia di San Lorenzo alcuni caseggiati contigui alla Chiesa di San Francesco e iniziò la fabbrica del proprio oratorio.
La Compagnia aveva una duplice finalità: assistere spiritualmente i confrati e promuovere il culto dell’Immacolata, in particolare, era obbligo per la compagnia la partecipazione con il proprio simulacro dell’Immacolata alla processione dell’ultima domenica del mese e a quella solenne dell’otto di dicembre. Nel tempo la compagnia dell’Immacolatella divenne uno dei più ricchi e ragguardevoli sodalizi religiosi della città.
La facciata
L’oratorio ha una imponente e alta facciata incentrata sul pregevolissimo portale in pietra grigia composto da due coppie di colonne ioniche al di sopra delle quali, nel timpano spezzato, è sistemata dentro una nicchia settecentesca una piccola statua dell’Immacolatella con a fianco due puttini. Alla sinistra del portale vi è un ingresso più piccolo che attraverso una piccola scalinata introduce all’antico cortile della compagnia dove si trova una vasca-fontana settecentesca di stile moresco in pietra di Billiemi monolitica a forma di stella a otto punte. L’ingresso ai locali dell’oratorio avviene salendo alcuni scalini in marmo, aggiunti nei primi anni dell’ottocento a causa dell’abbassamento del setto stradale, che immettono nella piccola sala antioratoriale dove, ai lati della porta sono due formelle cinquecentesche in marmo con cornici in stucco che raffigurano a sinistra “l’Annunciazione” e a destra “La fuga in Egitto”. Di fronte sono le usuali porticine d’ingresso all’aula e un’altra più grande al centro della parete, ai lati spiccano due medaglioni in stucco a bassorilievo raffiguranti San Gioacchino a sinistra e Sant’Anna a destra ( genitori della Vergine), opere di Procopio Serpotta (figlio naturale di Giacomo) e Vincenzo Perez. Ai lati dell’ingresso più ampio erano due acquasantiere a conchiglia in porfido, sorrette da pilastrini in marmo mischio che purtroppo sono state trafugate nel 2003.
L’interno dell’Oratorio
L’interno, ad unica navata, e piuttosto piccolo ma gli elementi scultorei e architettonici, di raffinata eleganza, si fondono insieme creando un contesto di grande e piacevole armonia.
La controfacciata, la zona iconograficamente di maggior rilievo simbolico negli oratori palermitani, è qui impreziosita in alto dalla splendida cantoria che si caratterizza per la ricca balconata lignea in colori bianco e oro nella quale è collocato un piccolo organo ancora efficiente, realizzato nella prima metà dell’ottocento dal maestro Pietro Lugaro Andronico. Sopra le due porte laterali si trovano due medaglioni in stucco a bassorilievo raffiguranti, “San Francesco” a sinistra, e“San Bonaventura da Bagnoreggio” a destra.
Lungo le pareti dell’aula oratoriale, in alto tra le finestre, sono posti otto medaglioni in stucco bianco, quattro per lato, che rappresentano i quattro Santi Dottori della Chiesa e quattro Patriarchi, pregevoli opere realizzate dal solo Procopio Serpotta. Nella volta a padiglione, completamente affrescata dal pittore palermitano Vincenzo Bongiovanni sono raffigurati in lunette e in riquadri storie della vita della Vergine. Al centro vi campeggia il Trionfo della Madonna in cielo ( la SS. Trinità accoglie la Vergine mentre l’Arcangelo Michele scaccia Lucifero e gli altri angeli ribelli), attorniata da altre quattro storie che sono, la Presentazione della Vergine al Tempio, l’Annunciazione, la Natività con Angeli musicanti e la Visitazione ( osservando attentamente la volta colpisce un particolare assai originale; le ali, le braccia e le gambe di un demone escono fuori dal riquadro pittorico e sono realizzati in stucco).
Il Presbiterio, particolarmente pregevole, ornato di stucchi da Procopio Serpotta nel 1726, su disegni dell’architetto Gaetano Lazzara, ha una cupoletta che rappresenta La Gloria degli Angeli a bassorilievo, con le vele occupate dai quattro profeti Isaia, Ezechiele, Geremia e Baruch. L’altare è in marmo con al centro una magnifica statua marmorea dell’Immacolata fiancheggiata da quattro colonne a spirale di porfido; sullo sfondo della parete una ricca decorazione in marmo simboleggiante episodi mariani e bei paesaggi della Gerusalemme Celeste. Il frontone, una grandiosa edicola marmorea triangolare, è sormontato da un altorilievo in stucco con l’Onnipotente affiancato da due angeli in adorazione. Nelle pareti laterali si trovano due tele tardo-settecentesche attribuite ad Antonio Manno, la Morte e Assunzione della Madonna e la Presentazione di Gesù al Tempio. L’oratorio aveva un bel pavimento maiolicato, purtroppo non più esistente, opera realizzata dal maestro Giuseppe Giureddo nel 1726. Oggi l’Oratorio, il cui stato di conservazione non è ottimale, ma nel complesso più che accettabile, continua a svolgere le sue funzioni, la compagnia, ancora attiva, è composta da professionisti, funzionari, impiegati e studenti che si riuniscono per la Santa Messa della domenica, escluso la prima del mese, ed ancora nei pomeriggi dei dodici sabati che precedono la festività dell’Immacolata per “cantare” l’ufficio della Vergine .
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Nicola Stanzione
Bellissimo articolo, grazie.
Non conoscevo questo piccolo oratorio, anche se ne ho sentito parlare da alcuni amici che lo hanno visitato. Rimedierò al più presto.
Piccoli gioielli di cui Palermo è ricchissima. Non si finisce mai di imparare.
Io ricordo che andavo con mio nomno ed i miei zii Brusca per i sabatini,alla fine quando si andava via si entrava alla focacceria.