L’orto Botanico di Palermo

L'Orto Botanico di Palermo è una delle attrazioni più affascinanti della città. Ecco la sua storia.

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“Dovetti pizzicarmi per credere che non si trattasse di un sogno quel giardino tropicale” questo scriveva entusiasta la “Pigra” viaggiatrice inglese lady Frances Elliot nel 1885, dopo aver visitato l’Orto botanico di Palermo.
Altri illustri visitatori apprezzano le bellezze dell’orto: Massimiliano d’Austria lo cita nel suo “Tagesbuecher” pubblicato nel 1856; Riccardo Wagner, secondo la testimonianza del diario della moglie Cosima, “nel pomeriggio dell’ultimo giorno del 1881 si recò nell’Orto ed estasiato dalla sua bellezza, dopo la visita rientrò subito in albergo per comporre di getto due nuove pagine di partitura del Parsifal”.  La regina Maria Carolina lo apprezza particolarmente, e durante la permanenza della corte in Sicilia, a causa della rivoluzione napoletana, arricchisce le collezioni dell’Orto di magnifiche e rare piante esotiche.
Negli oltre due secoli della sua esistenza l’Orto botanico di Palermo ha esercitato la sua suggestiva influenza su tanti personaggi illustri, non vi fu letterato, viaggiatore colto, naturalista che trovandosi a Palermo mancasse di visitare l’Orto senza risparmiare i complimenti.

Un po’ di storia…

orto botanicoLa nascita dell’Orto botanico di Palermo risale agli ultimi anni del XVIII secolo, e fu un evento emblematico di uno dei momenti più fecondi  non solo della storia della Sicilia ma di tutto il Regno meridionale. Per una serie di circostanze  ben note agli studiosi,  gli ultimi due decenni del secolo, ed in particolare i due viceregni di Domenico Caracciolo, marchese di Villamaina e Francesco D’Aquino, principe di Caramanico, rappresentano momenti gloriosi della storia siciliana.
Molte furono le riforme, le trasformazioni istituzionali, gli interscambi culturali e artistici con la cultura napoletana e straniera che innescarono grandi aperture nel segno della cultura illuministica.
La realizzazione dell’Orto botanico di Palermo, si pone all’interno di questo fervore istituzionale, e catalizza attorno al progetto, intelligenze, energie e grandi entusiasmi.
Piccoli Orti erano stati precedentemente organizzati da privati, tra il 600 e il 700, da Nicolò Gervasi, a Melchiorre Plaja. Il più famoso “l’hortus Catholicus” fu costituito a Misilmeri nel 1696 dal principe della Cattolica. Altri Orti furono quelli del marchese Ingastone, fuori Porta D’Ossuna, quello del gesuita padre La Lumia, quello dei fratelli Gazzara nel convento di S. Antonino, quello del principe di Galati. Ma nonostante queste iniziative individuali, ” gli studi botanici erano in decadenza verso la metà del secolo XVIII e per lunghi anni quella scienza rimase tra noi in abbandono” (L. Sampolo, 1888).
Evento determinante fu, la nascita della Regia Accademia degli Studi di Palermo (l’attuale Università), e l’istituzione della cattedra di “botanica e materia medica”. L’Accademia ottenne dal senato cittadino di usufruire di un appezzamento di terra sul baluardo di Porta Carini, dove prima si conservava la polveriera pubblica per destinarlo ad Orto botanico. Ma ben presto lo spazio a disposizione si rivelò insufficiente e inadeguato alle esigenze didattiche, allora si decise il trasferimento in una sede più grande che fu individuata nel piano di S. Erasmo in località “Vigna del Gallo”, un’area adiacente la Villa Giulia, da poco impiantata dal senato della città, di proprietà del duca di Archirafi.
Così nel 1789 il  senato obbligò  Ignazio Vanni d’Archirafi a cedere “dieci tumuli della Vigna del Gallo, e il pretore Bernardo Filangeri, conte di S. Marco, affidò al presidente del Tribunale G. Battista Asmundo Paternò il ruolo di deputato curatore.
All’impianto dell’Orto il viceré Caramanico destina la somma di 13.644 once, una parte della quale proviene dalle rendite dell’abolito Tribunale del S. Uffizio, oltre che da contributi personali di Re Ferdinando, dello stesso viceré, del Paternò Asmundo, del duca di Monteleone Ettore Pignatelli, e dell’Arcivescovo di Palermo Filippo Lopez y Royo.
L’Orto è, insomma, il risultato della capacità di creare sinergie tra iniziativa pubblica e privati cittadini.  Molti furono i personaggi coinvolti a vario titolo, che ricoprivano alte cariche istituzionali, quali Tommaso Natale marchese di Monterosato, Francesco Carelli, monsignor Ajroldi, il cavaliere Lioy e tanti altri, frequentemente legati tra loro dalla comune appartenenza alla Massoneria, e quasi tutti appartenenti all’entourage del viceré.
Il primo di febbraio 1789 comincia a piantarsi l’Orto, secondo la testimonianza di Asmundo Paternò,”dopo avere spiantato i fichidindia” di cui era ricca la “Vigna del Gallo” ed avervi trasportato le piante dal bastione di Porta Carini.
Nell’autunno dello stesso anno fu dato l’incarico di progettare il Gimnasium ad un’architetto francese di particolare talento, Leon Dufourny che dopo un mese, ne propose il disegno al Vicerè. Sono dell’architetto francese, infatti tutti i disegni degli edifici monumentali oggi esistenti, escluso l’acquario, mentre all’escuzione dei lavori attesero gli architetti Venanzio Marvuglia, Pietro Trombetta e Domenico Marabitti; sempre del Dufourny è, pure l’impostazione del giardino nella sua originaria configurazione.

L’architettura…

La costruzione  del complesso architettonico dell’Orto, in stile neoclassico (primo esempio di architettura neoclassica in Sicilia) comprende l’edificio centrale il Ginnasio, sede della Regia Scuola di Botanica, destinato alle lezioni di botanica, l’erbario, l’alloggio del direttore, e i due corpi laterali del Callidarium e del Tiepidarium.
Le decorazioni pittoriche del Ginnasio vengono affidate  al  grande pittore Giuseppe Velasco (gli affreschi della volta, della cupola e del tetrastilo), gli scultori Gaspare Firriolo e Vitale Tuccio, sono gli autori rispettivamente delle statue raffiguranti le quattro stagioni che adornano il frontone del Ginnasio, e delle due sfingi poste alla base della scalinata posteriore, mentre i prospetti del Callidarium e del Tiepidarium, sono abbelliti da bassorilievi dello stuccatore  Domenico Danè.
Contemporaneamente si divide il giardino a quartini, si impianta il boschetto esotico e negli ultimi anni del secolo si costruisce l’acquario per le piante acquatiche, dono di Filippo Lopez de Royo arcivescovo di Palermo e Presidente del Regno.
Nel 1795 finalmente l’Orto fu  solennemente inaugurato: la grande opera è compiuta! Un’era si chiude e se ne apre una nuova. Il primo direttore è il professore Giuseppe Tineo, ma si deve ai suoi successori, il figlio Vincenzo e  Agostino Todaro, l’ampliamento dell’orto sempre su terre di casa Archirafi, e sopratutto nuovi allestimenti che porteranno l’Orto palermitano, per la  ricchezza di specie ospitate, e per la vastità del suo impianto, ad essere uno degli orti botanici più importanti d’ Europa.

Da allora è iniziata una attività di carattere agronomico e divulgativo a fianco degli studi più propriamente botanici, che  per oltre due secoli ha consentito  la diffusione in Sicilia, e in tutto il bacino del Mediterraneo, di innumerevoli specie vegetali originarie delle zone tropicali e subtropicali, alla quale si sono uniti specie da frutto come il mandarino e il nespolo, che hanno assunto un ruolo significativo nella produzione e nel paesaggio agricolo siciliano.
Furono incentivate le coltivazioni di piante utili, come per esempio il cotone, la soia, il raimiè, il sorgo zuccherino e altre specie di interesse officinale e decorativo.

La Botanica… 

Negli oltre 10 ettari della sua attuale estensione, l’Orto botanico di Palermo accoglie una collezione scientifica di oltre 12000 specie differenti di piante viventi coltivate in piena terra, tutte disposte secondo criteri sistematici (il sistema sessuale di Linneo e quello filogenetico di Engler), si possono ammirare stupendi esemplari  di Ficus Magnolioides, di Dracene, di Aloe, di Araucarie Columnares (la più alta pianta dell’orto); moltissime collezioni di piante esotiche perfettamente ambientatesi, e tante specie di  palme, definite da Linneo “Principes Plantae“, provenienti da tutti i continenti. Inoltre nel suo “herbarium mediterraneum” sono conservate diverse decine di migliaia di “exsiccata” (piante essiccate) che costituiscono un grande patrimonio di interesse scientifico e culturale.
L’Orto botanico è dotato di una considerevole biblioteca che comprende migliaia di opere rare e di grande pregio, la più antica delle quali risale al 1537. Anche se, ovviamente sono le parti monumentali dell’Orto ad attirare l’attenzione dei visitatori, il Gimnasium primo fra tutti, una passeggiata per i suoi viali, suscita ancora oggi un senso di serenità, non solo piante si incontrano, ma statue, busti di grandi naturalisti,  bassorilievi, perfettamente amalgamati con la natura che li circonda, il tutto filtrato da un’atmosfera di silenziosa calma.

Chi scrive questo articolo è stato un assiduo frequentatore dell’Orto, oggi ha poco tempo a disposizione, ma nei suoi ricordi resta sempre uno degli angoli più suggestivi della città.

                                                                                              Nicola Stanzione

Informazioni:

Dove si trova:

Via Lincoln, 2, 90123 Palermo
tel: +39 09123891236 – fax: +39 09123860868
indirizzo mail di contatto dell’Orto Botanico di Palermo:
ortobotanico@unipa.it (mail istituzionale dell’Orto Botanico)
ortobotanico.palermo@coopculture.it (biglietteria, informazioni di
accesso, informazioni eventi, visite guidate)
prenotazioni.simua@unipa.it (per concessione spazi, preventivi eventi,
riprese video e foto).

galleria immagini da www.palermodavedere.it

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Nicola Stanzione
Nicola Stanzione
Innamorato di Palermo ed esperto dei suoi palazzi storici, monumenti, usi, costumi e tradizioni

4 COMMENTI

  1. Splendido articolo, come tutti gli altri, caro Nicola. Veramente in Sicilia chi ha talento spesso non viene valorizzato come dovrebbe essere. E nemmeno Palermo è valorizzata a livello nazionale ed internazionale e sopratutto non è pubblicizzata, organizzata, tenuta pulita ed in ordine, e munita delle infrastrutture necessarie per creare le condizioni per un grande sviluppo del turismo. Auguri sempre a Lei ed alla città.

  2. Bellissimo articolo Sign. Stanzione! come sempre 🙂 magnifico il nostro orto botanico, una tappa da visitare assolutamente!

  3. Grande articolo su un luogo incantevole. Le sue architetture e le sue meravigliose piante ne fanno un luogo davvero unico, da visitare assolutamente.

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