In piazza Kalsa, accanto alla splendida chiesa di Santa Teresa, un portone è sormontato da una insegna povera e sbiadita: “Istituto delle Artigianelle“, c’è scritto. Sembra un pio istituto di alcuni decenni addietro e adesso dismesso, ed è così: tuttavia una volta è stato un importante monastero carmelitano di monache di clausura, e teatro di una incresciosa rissa tra un cardinale ed una monaca di clausura! Sembra impossibile, eppure… andiamo a scoprire cosa successe.
Il piano di santa Teresa alla Kalsa com’era una volta
Piazza Kalsa, fino alla fine del 1800, si chiamava Largo di Porta dei Greci, giacché solo attraverso questa antica porta urbana si poteva accedere nel lungomare palermitano, il Foro Italico: infatti le possenti mura cinquecentesche, benché in buona parte già abbattute, in quel tratto erano ancora presenti.

Chiudevano il fronte il magnifico Palazzo Forcella De Seta, con la sua sopraelevazione sulla porta dei Greci, che ancora possiamo ammirare, e lo sviluppo verso sinistra, continuava col giardino dove ora sorge un Albergo. L’area sul lato destro, guardando dal mare, era stata assegnata dal viceré Vega al conte di Assoro Giovanni Valguarnera. Ma per via delle difficoltà finanziarie del proprietario, e più tardi, per la ferma volontà del Senato palermitano di realizzare un’ampia piazza d’armi a ridosso della porta, l’area rimase libera a parte alcune basse case di un certo Faja che sorgevano addossate al muro cinquecentesco.
Di fronte, dal 1581 sorgeva il palazzo del presidente del Tribunale del Real Patrimonio Modesto Gambacurta, che aveva ricevuto quei terreni in dono dal viceré Vega. Da questo nucleo sarebbe nato, intorno al 1653, il Monastero di clausura delle monache dell’ordine del Carmelo, sotto il titolo di «Sant’Anna e Santa Teresa». Nel 1686, iniziarono i lavori per la costruzione di una chiesa monumentale adiacente al convento: la chiesa di Santa Teresa in Piazza Kalsa, progettata in stile barocco dall’architetto Giacomo Amato.
La Clausura delle monache carmelitane Scalze era particolarmente rigorosa, tanto che non esisteva alcun contatto col mondo di fuori e le celle delle religiose non avevano finestre. Come del resto gli altri istituti religiosi di clausura, per offrire un momento di svago alle religiose, nel 1711 il complesso venne collegato da un passaggio aereo, oggi non più esistente, alla chiesa di santa Teresa, di modo che di tanto in tanto, (circa una volta al mese) le monache potevano salire sul terrazzo della chiesa e godere lo spettacolo del mare di fronte a loro.
Certo ben poca cosa, a guardarla con gli occhi distaccati dei laici, e tuttavia un momento di prezioso svago per chi aveva scelto di rinunciare alla vita sociale in nome della fede.
La ragione della contesa
Intorno alla metà del 1800, il marchese Forcella, pensò di ingrandire la sua già ricca abitazione, estendendosi simmetricamente sulla parte destra della porta. Propose così di acquistare i terreni del Faja offrendogli 60 onze.
Ma quel l’ampliamento avrebbe oscurato la vista del mare alle monache, che si ribellarono e si offrirono di comprare loro stesse quel terreno.
Si aprì un’asta che venne vinta dalle carmelitane per la considerevole somma di 600 onze! una cifra esagerata. E a nulla valsero le successive offerte del Marchese disposto a versare una cifra ancora più alta pur di avere il terreno. Ormai era una questione di principio e le monache non cedettero.
Dove non può la forza economica può la “raccomandazione”: una piaga molto antica!

Il marchese si rivolse all’arcivescovo di Palermo, il cardinale Ferdinando Maria Pignatelli, affinché facesse valere la sua autorità per ottenere la vendita del lotto. L’arcivescovo accolse l’invito e fece visita al monastero con l’intento di farsi obbedire dalla madre superiora.
La sorpresa fu grande quando la madre si mostrò irremovibile a cedere il terreno, “per amore delle giovani sorelle che avrebbero perso quel misero, ma importante sfogo visivo”.
Dove non può la persuasione può la forza: la lite tra il cardinale e la monaca carmelitana
Indignato per il rifiuto, il cardinale passò alle minacce, alla presenza delle monache riunite rimproverò aspramente la superiore definendola “vecchiaccia decrepita”: e da quel momento, per punizione, nessuna novizia sarebbe più entrata nell’ordine! Al ché, una delle suore presenti ribatté con sarcasmo che prima o poi, alla morte del Cardinale, un altro più comprensivo lo avrebbe sostituito, per cui…
Ni vuò cchiù?? Le origini di napoletano focoso ebbero il sopravvento e, travolto dall’ira, il Cardinale si scagliò sulla monaca aggredendola fisicamente, costringendo i presenti a sedare la rissa che si era creata. Almeno così assicura il La Duca, citando i cronisti del tempo.
Non sappiamo se la profezia della monaca ebbe conferma, il Cardinale morì pochi anni dopo, nel 1853 a 83 anni, tuttavia, quello stesso giorno, nell’atto di salire sulla carrozza, furioso com’era inciampò e si ruppe una gamba: una giornata proprio storta!
La fine della storia
Le suore carmelitane avevano vinto! Ma durò poco: nel 1866, con la soppressione degli ordini religiosi e la confisca dei beni ecclesiastici, il terreno conteso passò al demanio che fece abbattere quel tratto di muro creando un grande varco che collegava il Foro Italico alla piazza Kalsa. Ma le suore non poterono godere dell’ampliamento della visuale giacché anche il loro monastero venne confiscato e l’edificio divenne l’Istituto delle Artigianelle, col compito di accogliere, dare assistenza e impartire un’educazione artigiana a giovani adolescenti abbandonate o rimaste orfane. E per allargare il vicolo tra chiesa e monastero, nel 1939 venne demolito parte dell’Istituto compreso il sovrapassaggio tra i due edifici.
Saverio Schirò
Fonti:
- Rosario La Duca, Il marchese Forcella e le monache di santa Teresa alla Kalsa, in Palermo passeggiata, 3, Edizione L’Epos Palermo, 2003
- Maurizio Vesco, Un nuovo assetto per il quartiere della Kalsa nel Cinquecento: l’addizione urbana del piano di Porta dei Greci, in Il quartiere della Kalsa a Palermo Dalle architetture civili e religiose delle origini alle attuali articolate realtà museali A cura di: Giovanna Cassata Evelina De Castro Maria Maddalena De Luca Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis atti del ciclo di conferenze e attività di aggiornamento per docenti Palermo, Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis gennaio-maggio 2012
- Antico Convento S.Teresa delle Carmelitane Scalze alla Kalsa “Ist. Artigianelle” zona 2 PALERMO in artbonus.gov.it
immagine Monache Di Internet Archive Book Images – dominio pubblico, via wikimedia.org