Sapevate che in Sicilia viene venerato un santo senza nome?
Facciamo chiarezza.
In Sicilia, e più precisamente nella cattedrale di Acireale, è esposto alla venerazione dei fedeli un notevole reliquiario dalle sembianze umane, vestito con una sorta di armatura e coronato d’alloro. Al suo interno si trovano i resti di San Clemente martire, celebrato ogni anno il 23 novembre, proprio nel giorno della deposizione del corpo di San Clemente, 4° papa della Chiesa Cattolica.
Dunque è addirittura il corpo di un papa quello a cui moltissimi fedeli si rivolgono devotamente in preghiera? Niente affatto!
Si tratta in realtà di uno scheletro anonimo del I secolo d.C., a cui gli stessi fedeli hanno attribuito il nome di San Clemente martire.
Allora di chi si tratta in realtà? E cosa ci fa lì?
Cerchiamo di dipanare questo mistero.
Il mistero di San Clemente
Nell’abside destra della cattedrale Maria Santissima Annunziata di Acireale, si trova un particolare (quanto inquietante a mio avviso) reliquiario dalle fattezze umane, con delle ossa al suo interno. Una targhetta recita: “Corpo di San Clemente martire”.
Ma quale San Clemente? Il 4° papa della Chiesa Cattolica vissuto nel I secolo?
Nonostante il giorno della festa coincida con quello di San Clemente papa e le rassicurazioni di qualche devota signora dalla fede incrollabile, basta fare una piccola ricerca per scoprire che non è così e che queste reliquie hanno tutta un’altra storia, sebbene alcuni capitoli di essa rimangano tutt’oggi un mistero.
Intorno al 1770, la chiesa madre di Acireale rivolse un appello al papa per poter ottenere delle reliquie. Soprattutto in quegli anni in tutta Europa erano considerate beni preziosi e di grande prestigio per chi le possedeva, tanto che si era sviluppato anche una specie di mercato nero ad opera di tombaroli, che si intrufolavano nelle antiche catacombe romane per rubare delle ossa da rivendere poi a chiese, conventi o famiglie nobili.
Non si sa se questa richiesta sia avvenuta per dare prestigio alla chiesa, recentemente riparata dai danni del terremoto della Val di Noto, oppure per via di nuovi ritrovamenti avvenuti nelle catacombe di Pretestato, a Roma.
Qualunque fosse il motivo, il papa concesse alla chiesa di Acireale un corpo proveniente proprio da quelle catacombe. Questi resti senza nome furono dunque portati in Sicilia nel 1778, analizzati da un’apposita congregazione, quella delle Indulgenze e delle Reliquie, che li reputò autentici e li sigillò nella loro teca, attribuendoli ad un martire cristiano del I secolo.
Tuttavia questo corpo non poteva rimanere anonimo, pertanto si decise di dargli un nome. Lo si chiamò Clemente, in onore di papa Clemente XIV che aveva concesso le reliquie alla chiesa, e che nel frattempo era morto.
Dunque il martire ignoto da allora ebbe il nome di San Clemente e lo si iniziò a festeggiare nel giorno del suo omonimo santo famoso, ovvero il 23 novembre.
Ecco spiegata la comprensibile confusione.
Questo ovviamente non toglie nulla alla sincera devozione dei fedeli che ogni giorno si recano a pregare presso di lui, dato che le reliquie, al di là della loro attribuzione o autenticità, rappresentano innanzitutto un simbolo ed una testimonianza di fede.
Curiosità
A San Benigno Canavese, in provincia di Torino, si trova un’antica abbazia che dal XVIII secolo vanta di ospitare nella sua cripta i resti di San Clemente martire romano. Questi furono ottenuti dall’allora cardinale Vittorio Amedeo delle Lanze, che li aveva acquisiti dopo il loro ritrovamento in una catacomba di Roma.
Evidentemente in quegli anni il santo doveva godere di una certa popolarità.
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Fonti: G. Massimino – La festa di San Clemente martire – Diocesi di Acireale
Santi e Beati: San Clemente martire romano
Wikipedia.org – Papa Clemente I