Citando la rubrica di un famoso settimanale italiano, “Forse non tutti sanno che” a Palermo le catacombe dei Cappuccini non furono le uniche cripte a disporre i defunti nella classica posizione che noi conosciamo. Le monache cappuccine, infatti, ebbero nel loro monastero una cripta del tutto simile, sebbene non godesse della stessa estensione.
L’origine del monastero risale al 1715, quando in il Padre Cappuccino Angelico Del Monte fondò un conservatorio per l’accoglienza di giovani donne in una casa situata nel pressi dell’attuale Palazzo di Giustizia. Nel 1732, dati i problemi di spazio dovuti al crescente numero di monache, il conservatorio acquistò un terreno vicino alla non più esistente porta D’Ossuna, per stabilirvi il nuovo monastero, la cui costruzione terminò nel 1735. Trasferitesi le monache con una solenne processione, si decise di sfruttare come cripta un locale sotterraneo rinvenuto durante i lavori di costruzione e posto sotto la chiesa, appartenente alle antiche catacombe di Porta d’Ossuna.
Per far fronte alle numerose spese, data la conclamata povertà dell’Ordine, dal 1760 la cripta iniziò ad accogliere i corpi di alcune nobildonne palermitane che chiedevano di essere sepolte in quel luogo sacro e così, come per il più noto monastero maschile, anche quello delle Cappuccinelle inizio il suo macabro Business delle tumulazioni. Di lì a poco fu necessaria la costruzione di una “Sepoltura Nuova”, collocata in un seminterrato nel monastero.
Nonostante le disposizioni del 1783, che impedivano ai laici di essere seppelliti nelle cripte cittadine, l’ultima sepoltura di una nobile palermitana nella cripta risale al 1865.
Rosario La Duca racconta che, quando visitò il monastero nel 1966, insisté per vedere l’antica cripta sotto la chiesa e l’apertura di questa causò tanta curiosità che molte monache decisero di accorrere nonostante il rigido regime di clausura. Centinaia di mummie erano lì, indisturbate da molti decenni.
Nell’antica, come nella nuova cripta i corpi presentavano gli abiti tipici dell’Ordine delle Cappuccine, con la differenza che dame non portavano come le monache l’umile pezzo di corda legato intorno al capo.
A quanto pare, nel corso degli ultimi decenni i locali della sepoltura nuova sono stati smantellati, per fare spazio ad altre attività. Nonostante la cancellazione di questo capitolo di storia palermitana, speriamo che la perpetrazione di questo ricordo contribuisca a non cancellarne definitivamente la memoria.
Samuele Schirò
BIBLIOGRAFIA
- La Duca – La città passeggiata