Il 18 Dicembre 1935 a Palermo si organizzò l’evento chiamato Giornata della Fede, in cui migliaia di cittadini donarono spontaneamente allo stato le loro fedi nuziali e altri beni preziosi, al grido di Oro alla Patria.Questo evento, organizzato nelle principali città d’Italia, fu uno dei simboli assoluti del nazionalismo tipico del ventennio fascista.
Ma perché gli italiani (anche i più poveri) fecero questo estremo sacrificio?
Tutto iniziò ad Ottobre, quando l’Italia, in seguito al cosiddetto Incidente di Ual Ual, invase l’Etiopia, scatenando la reazione della Società delle Nazioni (antenata delle odierne Nazioni Unite). Dopo un mese di processi e assemblee, il comitato internazionale decise di sanzionare l’Italia, vietandole le esportazioni dei propri prodotti e l’importazione di materiali per uso bellico.
In Italia tali disposizioni, percepite come profondamente ingiuste, accesero un forte spirito nazionalista e spinsero milioni di italiani a donare spontaneamente tonnellate di oggetti in ferro, da utilizzare per sopperire alla carenza di importazioni e rifornire così l’industria bellica.
Su questa ondata di entusiasmo, ad un mese dall’emissione delle sanzioni, il regime organizzò una giornata nazionale dedicata alla raccolta di oro e altri metalli preziosi per sostenere i costi della guerra.
Nei capannelli organizzati in molte città si presentarono masse di persone che donarono volontariamente le loro fedi nuziali e altri gioielli d’oro e d’argento.
A Palermo la cerimonia fu organizzata nella Piazza Vittorio Veneto, proprio sotto la statua della Libertà e la gente accorse da tutta la provincia donando decine di migliaia di anelli che andarono ad aumentare le riserve auree nazionali. Altre manifestazioni simili avvennero, seppur in misura inferiore, anche in altre città siciliane.
Tutti i partecipanti ottennero un certificato che attestava la donazione ed una fede in ferro con su inciso ORO ALLA PATRIA – 18 NOV.XIV (ovvero la data di inizio delle sanzioni e della successiva reazione popolare).
Tale manifestazione fu talmente sentita che a donare non furono solo i sostenitori del regime, ma anche alcuni dei principali oppositori di Mussolini, diversi esponenti del clero e vari personaggi illustri. In particolare tra i donatori vi furono il re Vittorio Emanuele III, la regina Elena, Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce e persino Luigi Pirandello, che donò la medaglia del premio Nobel.
In totale quel giorno si raccolsero 37 tonnellate d’oro e 115 d’argento, che furono inviate alla Zecca di Stato come parte del patrimonio nazionale.
Per quanto oggi possa suonare strano un tale comportamento di massa, le basi su cui si fondava la società a quell’epoca erano ben diverse dai valori individualistici che contraddistinguono la nostra contemporaneità. L’emissione di sanzioni all’Italia da parte di un organismo esterno, fu per quei tempi una scintilla che causò un forte sentimento di unità nazionale, probabilmente irripetibile in qualsiasi odierna società occidentale.
Qui un video dell’epoca che mostra brevemente la manifestazione di Palermo a cura dell’Istituto Luce.
Fonti: Il Sole 24 Ore
Wikipedia – Oro alla Patria
Enzo Biagi, Storia del fascismo, Vol. 2.
Foto: Wikipedia