Secondo le logiche moderne, la presenza di una comunità lombarda in Sicilia suonerebbe perlomeno come una controtendenza. Eppure è quello che accadde nel 1237, durante il regno dello Stupor Mundi, l’Imperatore Federico II di Svevia.
Vediamo cosa accadde.
Alla morte dell’Imperatore Enrico VI il piccolo Federico, erede al trono ancora minorenne, fu affidato alla custodia del Papa Innocenzo III.
In questo frangente il papato cercava di riaffermare alcuni dei suoi antichi diritti sul Regno di Sicilia, scontrandosi con le truppe tedesche, appoggiate dalle comunità musulmane ancora presenti nell’isola.
Le battaglie continuarono finché Federico non divenne maggiorenne e fu quindi incoronato Re di Sicilia.
Nonostante il clima di maggiore stabilità, le frange saracene in Sicilia continuarono a ribellarsi ed erano spesso causa di rivolte che rappresentavano un pericolo per l’integrità dello stato.
Per questo motivo nel 1220 Federico raccolse le forze per muovere guerra contro le comunità musulmane e, una dopo l’altra, tutte le roccaforti arabe caddero sotto i colpi dell’esercito svevo.
I superstiti arabi non furono sterminati, come era uso a quel tempo, Federico infatti decise di risparmiare loro la vita, deportandoli nella città pugliese di Lucera, in cui piano piano si riorganizzarono in una fiorente comunità, stavolta fedele all’Imperatore.
Il risultato di queste deportazioni, fu lo svuotamento di alcune grandi città site in posizioni strategiche, prima tra tutte Corleone, il punto di passaggio tra Palermo e le zone rurali della Sicilia.
Qualche anno dopo, nel 1237, Federico II a capo delle fazioni ghibelline, mosse guerra ai guelfi della Lega Lombarda, composta da un gruppo di comuni dell’Italia settentrionale. Durante queste battaglie, alcune comunità provenienti dai territori lombardi (soprattutto dall’Oltrepò Pavese e da alcune province dell’attuale Piemonte) si opposero alla Lega e decisero di unirsi a Federico.
Questo gruppo di Lombardi fedeli all’Imperatore, capitanati da Oddone da Camerana, vollero allontanarsi dalle loro terre d’origine (circondate da comuni ostili) e chiesero dunque asilo a Federico II, che concesse loro dei possedimenti in Sicilia. Dapprima si stabilirono a Scopello (dove però si trovarono in difficoltà a causa dell’incapacità di difendere quel decisivo tratto di mare) ed in seguito nella spopolata Corleone e in altre città dell’entroterra, dove invece prosperarono fino a formare delle forti e nutrite comunità.
Negli anni successivi, la Curia di Corleone contribuì alla crescita della città, concedendo alle nuove famiglie arrivate dalla Lombardia, proprietà e terreni edificabili.
In seguito, nel 1282, la comunità Lombarda di Corleone si rivelò una preziosissima alleata di Palermo nella Guerra del Vespro, che si concluse con la cacciata degli Angioini dalla Sicilia.
Fonti: bibliotecauniversitariapavia.it
Wikipedia.org – Federico II
Molto molto interessante! Mi piacerebbe sapere la posizione assunta dai discendenti di queste famiglie negli sviluppi storici della città di Corleone fino ad oggi.
While researching my family history from Nicosia, I learned about the Lombards in Nicosia:
The Gallo-Italic of Sicily or the ” Lombards of Sicily ” is an ethno-linguistic minority originally from northern Italy still present in some places on the island. Let’s find out where this language has its roots and in which countries it is widespread.
THE places of SICILY where LOMBARD is spoken
# The “Lombards of Sicily” are an ethno-linguistic minority originally from northern Italy still present in some places on the island
In some municipalities of central-eastern Sicily there is still a spoken language, an ethno-linguistic minority, originally from north-western Italy: the Lombards of Sicily, otherwise called Gallo-Italic of Sicily . This speech has its roots in the Norman conquest of the island in 1961 with the capture of Messina. The first Lombards to arrive in Sicily were soldiers following the Byzantine leader Giorgio Maniace in 1038 and over two centuries it is estimated that about 200,000 Lombards immigrated to Sicily. In fact, it is no coincidence that these Gallo-Italic communities are traditionally called Lombardy Sicilian or Lombard Sicily and that we are talking about “Lombard colonies of Sicily”, “Lombard municipalities of Sicily”, “Lombard countries of Sicily” and “Lombard dialects of Sicily “.
# There are six main Sicilian centers where “Lombard” is spoken
In Sicily there are six main and most well-preserved centers of the Gallo Italico linguistic minority and therefore they are included in the Book of Expressions of the “Register of the Intangible Heritages of Sicily” established by the Sicilian Region for their language alloglotta Gallo Italico: Piazza Armerina, Nicosia, Aidone , Sperlinga, San Fratello and Novara di Sicilia . This language of Lombard origin, is still used in interpersonal relationships in Sperlinga, Nicosia, San Fratello and Novara di Sicilia, instead used only for a playful and poetic function in Piazza Armerina and Aidone. It is easily understood by the residents, in a kind of natural bilingualism felt as a value of city identity.
Other places where there is a strong Lombard heritage are Acquedolci, San Piero Patti, Montalbano Elicona and Fondachelli-Fantina.
Io sapevo che i gallo-italici erano scesi in Sicilia nel periodo del Granconte Ruggero e della terza moglie Adelasia del Monferrato. Si tratta di una seconda migrazione?
Sì. Questo episodio riguarda il ripopolamento di alcune città rimaste vuote dopo la cacciata delle comunità arabe dalla Sicilia (stabilitesi poi in Puglia, sempre sotto il regno di Federico II).
L’episodio relativo alla prima migrazione in epoca normanna è altresì interessante, lo racconteremo prossimamente.