Immaginate di dover spedire una lettera.
Prendete una bella carta, scrivete o stampate il contenuto, ed imbucate dopo avere scelto la busta per lettera migliore. Oggi ne esistono di ogni colore, forma e dimensione, persino stampate per le occasioni speciali, ed è persino possibile ordinarle online e riceverle comodamente a casa. Tutto molto semplice insomma.
Un tempo non era così. Nella Sicilia di una volta il servizio postale era una vera e propria carica di stato, gestita solo da membri dell’alta nobiltà scelti personalmente dal re.
Il capo di tale servizio era noto come Corriere Maggiore del Regno di Sicilia, una carica ambita in quanto fonte di enorme prestigio e godente di grande stima.
La consegna veniva svolta tramite corrieri (anche noti come postiglioni), che recapitavano la corrispondenza da una stazione di posta all’altra a dorso di mulo. Per dividere la posta privata da quella amministrativa (estremamente importante per le comunicazione tra le autorità di città più o meno distanti), furono istituiti due diversi ranghi, quello dei corrieri ordinari e quello dei corrieri straordinari (anche conosciuti come “corrieri seri”). Questi ultimi erano cinque e gestivano la corrispondenza ufficiale di tutta la Sicilia, che veniva suddivisa in distretti, ovvero Palermo, Val di Mazara, Val Demone, Val di Noto e Messina.
La storia della Correria iniziò nel 1535, quando Carlo V d’Asburgo, re di Spagna e di Sicilia istituì il servizio per la prima volta. 14 anni più tardi, lo stesso Carlo V nominò Corriere Maggiore don Francesco Zapata, la cui famiglia mantenne la carica per moltissimi anni, arrivando addirittura, alla morte di Francesco, ad ottenere da Filippo IV l’ereditarietà della carica, che passò così di padre in figlio fino all’estinzione della famiglia, nel 1709.
Dopo un breve passaggio tra le mani dei Di Giovanni, duchi di Saponara, la carica passò prima in mano alla famiglia Marchese poi, nel 1734, ai principi Alliata di Villafranca, che spostarono la sede della Correria sul Piano dei Bologni (attuale piazza Bologni), dove si trova ancora oggi il loro splendido palazzo.
Un fatto curioso sulla posta di quell’epoca, riguarda il fatto che a pagare per la consegna fosse quasi sempre il destinatario, salvo precedenti accordi.
Con l’arrivo dei Borbone il servizio postale venne affidato alla gestione statale. Nel 1786 furono istituite le Poste di Sicilia, presidiate da un Ispettore Generale delle Poste.
Nonostante appartenessero allo stesso regno, il Regno di Sicilia e quello di Napoli mantennero sempre servizi postali separati, anche a causa di differenze di valuta.
Per le necessarie comunicazioni tra le corti borboniche di Palermo e Napoli, venne istituita un’apposita “Staffetta”, che aveva il compito di recapitare la corrispondenza tra le due sedi del governo.