Le congiuntiviti allergiche costituiscono un notevole problema, soprattutto in determinati periodi dove più facilmente si incontrano fattori allergeni come il polline.
I pazienti tendono a sottovalutare le manifestazioni allergiche affidandosi talvolta ad una terapia “fai da te” con risultati inutili quando addirittura non dannosi. Meglio non sottovalutare le manifestazioni allergiche rivolgendosi agli oculisti, nello specifico e agli allergologi in generale, per affrontare efficacemente il problema.
La congiuntiva è la membrana mucosa, sottile, trasparente che tappezza la superficie interna delle palpebre e quella anteriore del bulbo oculare congiungendole, da cui il nome. La congiuntiva palpebrale aderisce al tarso (struttura palpebrale sottostante); la congiuntiva bulbare è poco aderente; la congiuntiva dei fornici è abbondante in modo da permettere libertà ai movimenti del bulbo.
(fonte: http://alessandradimaria.it)
Esistono diverse forme di congiuntivite, quella stagionale (SAC), quella perenne (PAC), la cheratocongiuntivite primaverile (VKC), la cheratocongiuntivite atopica (AKC), la congiuntivite o blefarite da contatto e la congiuntivite gigantopapillare. Nel 90% dei casi si tratta comunque di forme stagionali.
La mucosa congiuntivale essendo ampiamente esposta all’ambiente esterno, può andare facilmente incontro a un processo di sensibilizzazione nei confronti di aeroallergeni, come ad esempio pollini, acari e derivati epidermici. I sintomi classici sono il prurito, bruciore, lacrimazione, fastidio in presenza di luce, senso di corpo estraneo, in base alla gravità della flogosi. All’esame oculistico, si potrà evidenziare un’iperemia (aumento della pressione del sangue) della congiuntiva, edema della palpebra a volte con un rigonfiamento nella porzione superiore della congiuntiva causato dall’accumulo di liquido (chemosi congiuntivale), lesioni tondeggianti e biancastre denominate noduli di Trantas e altri segni comunemente riscontrabili nei pazienti con congiuntivite allergica. Nei casi più gravi possono essere riscontrati altri segni come infiltrati gelatinosi, ulcerazioni e altro ancora.
I pazienti allergici oltre alla sensibilità a determinati allergeni, mostrano spesso anche un’iperreattività aspecifica verso stimoli esterni come vento, polvere, sole, etc. Infatti presentano spesso un certo livello di arrossamento persistente anche nei periodi di benessere. Per questo la congiuntivite allergica deve essere diagnosticata dall’oculista e curata in collaborazione con l’allergologo, per determinarne le cause scatenanti e la terapia più idonea.
Gli occhi sono organi piuttosto delicati e nella fase acuta, la terapia deve essere impostata passo-passo, sotto la guida dell’oculista. iniziando con lubrificanti, poi stabilizzatori di membrana, antistaminici ed eventualmente steroidi. Spesso, invece, i pazienti giungono all’osservazione dell’oculista solo dopo svariati tentativi “fai da tè”, con l’uso indiscriminato di vasocostrittori che non agiscono sulla infiammazione e che possono causare ulteriore sensibilizzazione e congestione peggiorando il quadro clinico. O peggio ancora facendo uso improprio di associazioni cortisone-antibiotico con conseguenze cliniche a volte non indifferenti.
Saverio Schirò
Fonte | Dott. Alessandro Ferranti, La congiuntivite, in http.nellattesa.it |