Palermo possiede un patrimonio culturale forse un po’ trascurato anche da noi palermitani, costituito da un gran numero di edicole votive, dette in siciliano “Cappidduzzi” o “Marunnuzze” sparse un po’ ovunque, in particolar modo negli angoli delle strade o lungo le vie del centro storico.
Esse sono piccole Cappellette cavate nel muro ma non sono veri e propri luoghi di culto, erette per devozione, per accogliere una preghiera di chi passa da quel posto o di chi ci abita.
Gli arcivescovi palermitani furono un tempo prodighi nell’accordare giorni d’indulgenze plenarie e remissioni di peccati a quanti recitassero una breve preghiera dinnanzi alle edicole.
Questa è una documentazione ancora visibile della storia quotidiana dei palermitani, della loro cultura, tradizione e religiosità.
Le edicole non avevano solo una funzione devozionale, ma costituivano anche un centro di aggregazione per gli abitanti del quartiere che le custodivano, le pulivano, le curavano ornandole di fiori e lumini che restavano accesi tutta la notte. Il lume acceso davanti l’immagine fu per secoli l’unica fonte di luce notturna del vicolo. Erano un punto di riferimento che dava un senso di appartenenza alla realtà di quel vicolo o di quel quartiere, si dice anche che venivano utilizzate per lasciare messaggi segreti nella cassetta delle elemosine, o come luogo di appuntamenti amorosi o per duelli.
Ma quante edicole ci sono a Palermo? Scriveva il Cascini nel XVII secolo: “Non si potrebbe contare le mura, ed i cantoni, che sono innumerevoli, nei quali son’hora l’immagine di Maria con decenti ornamenti e in varie guise a gara e con le lampadi ogni sera“. Erano tante dunque che non si potevano contare…”
Grazie ad una ricerca, promossa dalla facoltà di architettura, nel 1989, ne furono censite circa 450, ma il numero e oscillante, in quanto ancora ne vengono erette, ma altre vengono distrutte a causa delle ristrutturazioni di edifici o dall’incuria.
Alcune, costruite sopra la porta di ingresso per proteggere la casa e i suoi abitanti, altre erette in segno di ringraziamento per grazia ricevuta.
Dedicate a diversi Santi o immagini sacre, la più popolare di esse è senza dubbio quella dell’Ecce Homo di Via Roma presso la chiesa di S. Antonio Abate e poi, la Madonna del Carmelo in vicolo della Madonna e Santa Rosalia in via Pietro Fudduni.
Ecco il perché del nome “Marunnuzze”, proprio perché la stragrande maggioranza delle edicole è dedicata alla Madonna, venerata sotto i titoli di: Madonna della Mercede, della Soledad, delle Grazie, dei Rimedi, della Confusione, della Cintura e così via.
Naturalmente non manca Santa Rosalia, seguita da San Giuseppe e San Francesco di Paola.
Si trovano in molti quartieri, anche immagini di San Gennaro e poiché non è documentata a Palermo la devozione a questo Santo, si ipotizza che un immigrato napoletano, spinto dalla devozione al Santo, ha voluto diffondere il culto qui da noi, del resto un Santo in più a proteggere la nostra città non guasta!
Molte edicole, si trovano nei vicoli e nei cortili e le vie ne hanno preso il nome, come il vicolo della Madonna del Cassaro, immagine a cui furono attribuiti numerosi miracoli. Vicolo dei Travicelli e ancora cortile Ecce Homo, Cortile Immacolatella, Vicolo Signuruzzu ecc..
Attraverso queste edicole possiamo leggere la storia, le superstizioni del popolo palermitano, un patrimonio culturale di notevole valore che però è in grave pericolo dato che la pietà popolare si è affievolita; occorrerebbe forse, adoperarsi affinché se ne conservi la memoria storica.
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