Scendendo lungo il Corso Vittorio Emanuele, appena oltrepassata la Via Roma, si può notare sulla sinistra un arco, intitolato a Santa Sofia, che collega l’omonima piazzetta al Cassaro. All’interno della piazzetta, oltre ad alcuni edifici residenziali recentemente ristrutturati, si nota la presenza di un rudere, che stona del tutto con le ottime condizioni degli edifici circostanti. Si tratta della chiesa seicentesca di Santa Sofia dei Tavernieri, una confraternita presente a Palermo sin dai primi del ’500.
Tale confraternita, costituita per lo più da commercianti di origine lombarda, era solita riunirsi in una cappella della chiesa del Crocifisso, all’Albergheria, sino all’acquisto, nel 1589, di un magazzino da cui iniziò la costruzione di una piccola chiesa, che fu intitolata appunto a Santa Sofia, protettrice dei Tavernieri. Dato il numero crescente di confratelli, nel 1606 furono acquistate anche delle case limitrofe alla chiesa, che poté così essere ingrandita.
Chiesa e confraternita sono sopravvissute nel corso dei secoli, ospitando persino la nuova Confraternita di Maria Santissima Addolorata degli Invalidi e Mutilati di Guerra, nel 1925.
Purtroppo le due congregazioni si sciolsero nel 1939 e la chiesa, già in condizioni precarie, fu abbandonata. Nel 1943 una bomba sventrò ciò che restava dell’antico edificio e ne lasciò in piedi solo poche mura.
Ad oggi, nonostante innumerevoli richieste di intervento, la Chiesa di Santa Sofia dei Tavernieri, rimane un rudere inutilizzabile, e aspetta ancora di conoscere tempi migliori.
Samuele Schirò