Dietro il teatro Politeama, nella via dello Spezio, nascosto in parte dalla vegetazione, si erge il tempio della Chiesa Valdese di Palermo. Chi attraversa quel tratto di strada che dalla via Emerico Amari collega alla via Roma, l’avrà visto tantissime volte, non sapendo che si tratta della presenza monumentale di una comunità evangelica dalle nobili origini ma rimasta una minoranza religiosa fin dalla sua fondazione a Palermo nel 1861.
Scopriamo qualcosa di più della chiesa e della storia della comunità valdese di Palermo
La storia della costruzione della Chiesa valdese di Palermo
La necessità di avere un luogo per il culto e per le attività educative era piuttosto sentita dai membri della Comunità valdese palermitana, tuttavia i tempi maturarono solo agli inizi degli anni venti del ‘900. Probabilmente la svolta avvenne nel 1912, quando la Società Bonci & Rutelli da Genova, impiantò un ufficio anche a Palermo, assumendo l’incarico per l’esecuzione di varie opere edilizie: l’ultimo tratto del rettifilo della via Roma e numerosi edifici lungo la stessa, tra cui il cine-teatro Finocchiaro.
Il progetto per la costruzione del Tempio Valdese di Palermo fu affidato all’architetto Emilio Decker, mentre l’incarico per la costruzione fu dato in appalto alla Società Bonci & Rutelli che aveva già realizzato il grande tempio Valdese di Prati a Roma nel 1911-14.
Queste “commissioni” furono agevolate dal fatto che l’architetto Paolo Bonci e l’ingegnere Emanuele Rutelli erano sposati con due sorelle appartenenti alla comunità Valdese di Palermo.
I lavori iniziarono alla fine del 1925 e l’inaugurazione avvenne il 15 maggio del 1927, con la cerimonia di dedicazione del Tempio, alla presenza dei pastori valdesi siciliani, numerosi fratelli e una cospicua rappresentanza di altre chiese evangeliche palermitane.
Il tempio della chiesa valdese di Palermo
L’edificio fu costruito in via dello Spezio, una piccola arteria che collega la via E. Amari, alla via Roma: praticamente dietro il teatro Politeama. Comprende il tempio vero e proprio, un ampio salone con palcoscenico, l’appartamento del pastore, l’alloggio per il custode e cinque aule per l’istituto Valdese.

Tutto il complesso, a partire dal portico, è articolato in tre corpi via via più alti e più ampi, unificati da un marcapiano e una cimasa decorata posta a coronamento dei tre blocchi.
Lo stile è neo-gotico siciliano, tanto che nel prospetto presenta forti richiami con la chiesa di Santa Maria della Catena: tramite un’ampia scalinata, si accede ad un portico con tre archi a sesto acuto, più uno lateralmente. Quattro torri a base quadrata racchiudono l’area del portico, mentre sulla sommità è riprodotto in mosaico il grande stemma che rappresenta la comunità valdese: un candeliere acceso posto sopra il Libro sacro, irradia una luce con le sette stelle e il motto “Lux lucet in tenebris” , “la Luce brilla nelle tenebre” (Gv, 1,5).
L’interno della chiesa è a navata unica. Una piccola aula con grandi archi gotici che sostengono travi in legno e un delizioso soffitto azzurro.
Le pareti laterali, pur scarne come vuole la teologia evangelica, sono arricchite da sei belle vetrate policrome che illuminano la chiesa. In ognuna di esse sono rappresentati simboli del cristianesimo, motivi floreali ed un versetto tratto dalla Bibbia. Insomma, una sorpresa piacevole agli occhi e insieme composta e accogliente per un momento di preghiera.
Sopra l’ingresso è alloggiata la cantoria, dove campeggia un grande organo a canne, anch’esso in legno, con motivi ornamentali in stile gotico.
In fondo alla navata una concavità a forma di nicchia ogivale accoglie l’abside: dipinto in azzurro vivace con stelle dorate, accoglie un alto pulpito in legno scuro sotto il quale la Bibbia aperta invita alla lettura .
La comunità valdese
La religione valdese trae la sua origine in Francia, a Lione nel XII secolo, ad opera di Valdesio, conosciuto poi come Pietro Valdo, un mercante che come san Francesco ricevette una “illuminazione” che lo portò a rinunciare ai beni materiali, vestendo gli abiti della povertà e dedicandosi alla predicazione del Vangelo.
Lo seguirono un gruppo di discepoli, conosciuti come “i Poveri di Lione” che abbracciarono il movimento pauperistico medievale che aveva coinvolto il centro nord dell’Italia, parte della Francia e alcune zone del nord Europa.
Pur muovendosi entro una piattaforma assolutamente ortodossa, il movimento trovò la resistenza della gerarchia ecclesiastica che non tollerava che persone laiche leggessero autonomamente le sacre Scritture e addirittura si dedicassero alla predicazione. La disobbedienza a queste disposizioni inasprì le relazioni con una radicalizzazione in posizioni sempre più distanti dalla dottrina cattolica, che costò la scomunica e la successiva repressione del potere ecclesiastico e civile che rimase pressoché invariato fino a tempi più recenti .
Nuclei più o meno numerosi resistettero fino ad aderire, nel 1532, al grande movimento riformista luterano nella corrente calvinista.
Tuttavia, la Chiesa evangelica valdese, è rimasta confinata in piccole Comunità disseminate in diverse parti d’Europa e del mondo: in Italia prevalentemente nelle valli Valdesi del Piemonte. A partire dal 1975 è avvenuta l’integrazione con la Chiesa metodista italiana nell’Unione delle Chiese metodiste e valdesi.
La chiesa valdese di Palermo

La comunità evangelica valdese fa capolino in Sicilia dopo l’unità d’Italia, nel 1861 ad opera del pastore Giorgio Appia che fondò la prima comunità valdese di Palermo, raggiungendo, nell’anno in cui rimase in città, fino ad una sessantina di aderenti che si riunivano in una casa in via Ponticello.
Da allora, il movimento evangelico Valdese, traversò tutti gli eventi storici che investirono l’Italia e l’Europa, comprese le due guerre mondiali ed il periodo fascista piuttosto deleterio per le Comunità.
Oggi, nonostante la predicazione ed il proselitismo sviluppato con differenti strategie dai pastori che si sono susseguiti, la comunità palermitana risulta piuttosto esigua: un paio di centinaia di “comunicanti” e un numero imprecisato di simpatizzanti. Praticamente una minoranza nel panorama religioso specificatamente protestante e ancora meno nel cristianesimo in senso più ampio.
Una considerazione personale
A livello personale, trovo ingiustificato ogni movimento che pur nascendo su basi poggiate sul messaggio evangelico, poi si radicalizza in posizioni dottrinali rigide e incontrovertibili. E vale per ogni religione cristiana, cattolica compresa: quando prevale l’aspetto dottrinale, rispetto alla tolleranza, all’accoglienza della diversità, alla comprensione delle distanze culturali… invece di rimanere legati al messaggio di Cristo, ci si spezzetta in mille rivoli insignificanti che poco o nulla hanno in comune con l’amore predicato da Gesù.
Nota: la chiesa è aperta per il culto, la domenica alle ore 10:30
Saverio Schirò
Per chi vuole approfondire………………..
- R. Salvaggio, Vivere il Vangelo in minoranza, breve storia dei valdesi a Palermo, Trapani 2005
- G. Pulvirenti, Chiesa evangelica valdese in E. Sessa, Le chiese a Palermo, Ugo La Rosa Editore, Palermo 1995
- G. G. Merlo, Il crisitianesimo medievale in Occidente, in La grande storia delle religioni, Cristianesimo, Origini e diffusione in tutte le sue forme, Milano 2005
- Voci – Pietro Valdo e Valdismo in wikipedia.org
- G. Rubbino, Paolo Bonci architetto e impreditore, in SalvarePalermo.it
- chiesavaldesepalermo.it