Carini e il suo castello

Una città protetta dal suo castello che la domina, lasciando che discenda dolcemente dal verde delle montagne fino al blu intenso del mare.

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Il territorio di Carini si estende dalla collina sino al mare, regalando al visitatore la possibilità di godere di diversi paesaggi, tra cui il famoso Castello di Carini.

Un po’ di storia…

Fu abitata fin dai tempi preistorici, come testimoniano le numerose grotte, alcune abitate dall’uomo altre da animali inusuali per queste latitudini, che hanno fatto sorgere o alimentato antiche leggende come quella dei Ciclopi.
Il suo nome originale era Hyccara e, la leggenda narra che fu Dedalo a darle questo nome in memoria del figlio Icaro.
Fondata dai Sicani, raggiunse il suo massimo splendore nella seconda metà del V secolo a.C. divenendo un importante emporio marittimo frequentato soprattutto dai Fenici, che portarono nella nostra isola prodotti e metalli fino a quel momento sconosciuti.
Nel 415 fu distrutta dagli Ateniesi e i suoi abitanti furono fatti schiavi e venduti al mercato di Catania. Ricostruita dai superstiti, venne conquistata in seguito dai romani, e visse un periodo di pace riacquistando prosperità grazie all’agricoltura e al commercio, prosperità che si accentuò notevolmente durante la dominazione araba, fu proprio in questo periodo che fu costruita una roccaforte di avvistamento dei nemici, e che fu usata in seguito come base per il suo famoso castello.
Nel 1072 divenuta conquista normanna, il conte Ruggero l’affidò a Rodolfo Benello che fece edificare una “fortezza” che dominava tutto il territorio. Fu con i successivi proprietari, i La Grua-Talamanca, che Carini raggiunse l’apice dello splendore, i nuovi insediati infatti ristrutturarono il castello facendone una residenza aristocratica. Si edificarono chiese e nuove residenze signorili, molti titolati della Palermo bene, la scelsero come luogo di villeggiatura, si formò così la frazione di Villagrazia. Fu durante questo periodo fiorente che avvenne la tragica morte di Laura Lanza moglie di Vincenzo La Grua, per mano del padre don Cesare Lanza, episodio che rimase nella storia come “il caso della baronessa di Carini“.
Abolita la feudalità e liberatasi dalla baronia, Carini ebbe un notevole sviluppo culturale, ne sono testimoni la costruzione della biblioteca e del teatro.
Una cittadina da visitare dunque per le sue bellezze architettoniche.un posto ricco di arte e storia. Fra le attrattive principali  il Castello La Grua-Talamanca merita senza dubbio il primo posto.

Il Castello di Carini

Vi si ha accesso attraverso due grandi porte che si aprono sull’atrio interno dal quale è possibile arrivare ai vari locali del castello. La sensazione di trovarsi catapultati in un mondo dove il tempo sembra essersi fermato, è molto suggestiva per i visitatori, che possono ammirarne le stanze, molte delle quali affrescate con colori pastello e che alla luce delle ampie finestre acquistano un senso di bellezza straordinaria.
Gli ampi saloni, utilizzati attualmente per mostre e convegni, la cappella dove è posto un tabernacolo in legno del XVII secolo, il camino originale con lo stemma dei La Grua, per arrivare  fino alla torre, il cosiddetto “maschio del castello” da dove si può ammirare il panorama del lato sud del paese, e alla cui sommità esterna si nota una scultura raffigurante una mano, la “mano di Fatima” che per la cultura islamica è un simbolo di fortuna.

Le chiese di Carini

Scendendo in piazza del Duomo si può ammirare la chiesa Matrice dedicata a Maria Assunta e che racchiude all’interno tre navate divise da un doppio colonnato con decorazioni settecentesche con stucchi e affreschi neoclassici, mentre la facciata esterna, risalente a fine settecento, presenta due campanili uno dei quali incompiuto.
Accanto al Duomo si trovano l’Oratorio della Compagnia del Santissimo Sacramento,uno dei maggiori esempi di insieme di stucchi della scuola di Giacomo Serpotta, e la Chiesa di San Vito. Interessanti da vedere anche, la Chiesa dei Cappuccini e la Chiesa degli Agonizzanti.

Riserva Naturale Grotta dei Puntali

A Carini infine è situata la Riserva Naturale Grotta dei Puntali, che come i monumenti merita un posto di rilievo. E’ una grotta posta nella roccia calcarea, dalla lunghezza di oltre cento metri e larga sedici al cui interno vivono invertebrati e chirotteri che difficilmente si trovano al di fuori della cavità. Un patrimonio storico e scientifico.
Insomma una piacevole passeggiata per gli amanti dell’arte, alla scoperta di un gioiello incastonato all’interno dei monti Ericini, che può emozionare anche gli amanti della natura, coi suoi paesaggi mozza fiato.
Maria Floriti

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Maria Floriti
Maria Floriti
Donna eclettica e versatile, dai fornelli alle ricerche sulle storie e tradizioni più curiose della nostra città.

2 COMMENTI

  1. Ciao Maria, grazie per aver letto l’articolo, comunque no, la grotta dei Puntali non è la stessa di Carburangeli. La grotta dei Puntali ha una superficie maggiore rispetto a quella di Carburangeli, entrambe hanno però una grande valenza scientifica e culturale, vale la pena visitarle!

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