Quali racconti potrebbero aver fatto sognare la piccola principessa Costanza d’Altavilla?
Certamente Costanza ascoltava piena di entusiasmo la saga dei suoi antenati normanni, quei discendenti dei Vichinghi che arrivarono nel Meridione d’Italia come semplici mercenari e che ben presto divennero conquistatori, conti, duchi, re. Non mancavano certamente presso la Corte i cronisti, gli esperti, gli adulatori e forse i millantatori che trasmettevano il ricordo delle imprese grandiose, delle battaglie epiche in cui poche centinaia di cavalieri normanni, con l’aiuto del glorioso San Giorgio, loro protettore, avevano avuto la meglio su migliaia e migliaia di saraceni.
E la mamma di Costanza, la regina Beatrice, quale ricordo straordinario aveva da trasmettere a sua figlia? Certamente Beatrice di Rethel non era quella persona scialba, a malapena menzionata dagli storici. Anche lei proveniva da una famiglia illustre, vari membri della quale si erano distinti nelle crociate, tanto da contare perfino un re di Gerusalemme.
L’inizio delle Crociate
Dobbiamo anzitutto ricordarci che, quando papa Urbano II lanciò l’appello per la liberazione dei luoghi santi in mano agli infedeli, nel 1095, non si parlava di “crociata”, un termine apparso molto più tardi, bensì di “pellegrinaggio armato”. Partire per riprendere Gerusalemme e permettere ai cristiani di andare liberamente a pregare sul Santo Sepolcro di Gesù divenne un sacro dovere e un modo di espiare i propri peccati, un “must” per i nobili di più alto lignaggio che, per procurarsi le ingentissime somme necessarie alla spedizione arrivavano addirittura a dare in pegno i propri castelli.
Tra i primi a partire vi furono i nobili della Lorena, capeggiati dal duca Goffredo di Buglione e dai suoi fratelli Eustachio e Baldovino di Boulogne. Un loro cugino, anche lui di nome Baldovino, abbandonò definitivamente la sua contea di Rethel, con tutti i diritti e doveri, nelle mani della sorella Matilde, la bisnonna della nostra Costanza.
Rethel e Altavilla, una genealogia complicata
Immaginiamo la piccola principessa, incuriosita, ma un po’ confusa da tutte queste parentele, mentre ascolta la madre che racconta quella saga familiare:
«Zio Baldovino, cugino Baldovino… non ci capisco più nulla, quanti “Baldovini” sono stati re di Gerusalemme?»
«Finora tre. Baldovino I era cugino di mia nonna. Divenne il primo re di Gerusalemme alla morte del fratello Goffredo, quello che aveva rifiutato di portare una corona d’oro dove Gesù era stato incoronato di spine. Baldovino non aveva tanti scrupoli ed era molto ambizioso. Non si accontentò di Gerusalemme, ma conquistò anche tanti altri territori. Purtroppo i soldi per pagare il suo esercito non bastavano mai, e così immaginò di risolvere il problema sposando una donna molto ricca. Questa donna era la tua nonna Adelasia, che, dopo la morte di tuo nonno, il Gran Conte Ruggero, aveva governato la Sicilia fino alla maggiore età di tuo padre.»
« Oh! La nonna Adelasia che è morta a Patti dopo che il marito l’aveva mandata via! Che storia orribile! Lo odio questo Baldovino! Ma perché la nonna l’aveva sposato? Non stava bene a Palermo?»
«Forse le piaceva l’idea di conoscere la Terra Santa e di poter pregare sul sepolcro di Gesù.»
«Allora bastava andare a Gerusalemme in pellegrinaggio! Non ci posso credere che quel re cattivo era un tuo cugino!»
«Non proprio cugino, bambina mia. Sua madre era cugina di mia nonna, dunque un parente piuttosto alla lontana! Invece, quando morì questo Baldovino I, i nobili elessero mio zio, anche lui di nome Baldovino II, che divenne così il secondo re di Gerusalemme e fu un sovrano molto saggio e apprezzato.»
«Ma tu lo hai conosciuto?»
«No, tesoro. Sono nata dopo. Da giovane, mio padre è partito ad aiutarlo a difendersi dall’attacco dei feroci Turchi Selgiuchidi, e ha conosciuto anche i parenti di tuo papà, che governavano Antiochia: Boemondo, il figlio di tuo prozio Roberto il Guiscardo, e suo nipote Tancredi, grandissimi eroi e buoni amici di zio Baldovino. Quante volte mio padre mi ha raccontato gli eventi memorabili della sua famiglia e i mille intrecci con quella dei Normanni, fatti di molteplici amicizie e matrimoni!»
«Ma anche il re che c’è ora a Gerusalemme è un parente tuo?»
«Si, tesoro. Il re attuale, Baldovino III non è figlio ma nipote di Baldovino II, giacché questi ha avuto solo figlie femmine. La più grande, Melisenda, ha regnato fino alla maggiore età di suo figlio, Baldovino III. Un’altra figlia di zio Baldovino, di nome Alice, ha sposato il principe di Antiochia, Boemondo II. L’attuale regnante di Antiochia è la loro figlia Costanza, dunque tua parente, discendente sia degli Altavilla che dei Rethel. Ancora un frutto dei legami tra le due famiglie, come vedi.»
«Oddio come farò a ricordare tutti questi nomi e a non confondermi!»
«Eh, sì, bambina mia, è un po’ complicato, ma per ora ti basterà ricordare che i “Baldovino” regnano a Gerusalemme e sono della stirpe di Rethel e che i “Boemondo” di Antiochia sono degli Altavilla.»
«E quale città è più bella, Gerusalemme o Antiochia?»
«Sono diverse: Antiochia viene chiamata la Perla della Siria. È molto grande e importante, ma Gerusalemme è la città dove Gesù è vissuto, e ora, fortunatamente è un regno cristiano, ma c’è sempre il pericolo che ricada nelle mani degli infedeli.»
«E allora ci sarebbe un’altra spedizione armata per riconquistarla?»
«Purtroppo, anche se si chiama guerra santa o pellegrinaggio, sempre di guerra si tratta, di combattimenti, di violenze, di sangue versato, di sofferenze. Qui in Sicilia, abbiamo fortunatamente una situazione diversa, perché, grazie a tuo nonno e a tuo padre, i cristiani vivono in pace con i musulmani e con gli ebrei».
«Oh! Quanto sono felice di vivere in Sicilia, mamma. Sono sicura che Palermo è la città più bella del mondo!»
Liliane Juillerat