Il primo numero del Giornale di Sicilia fu pubblicato il 7 giugno 1860 con la testata “Giornale Officiale di Sicilia” sotto la direzione di Girolamo Ardizzone che fu il suo fondatore. Ma diversi studi riportano indietro, nel 1848, la nascita di questo giornale.
Tuttavia la prima testata che ebbe questo nome fu molto più antico: risale all’agosto del 1794, come ci racconta il Pitrè nella sua “Vita in Palermo cento e più anni fa”.
La storia dei giornali
La storia dei giornali è strettamente connessa all’invenzione della stampa avvenuta intorno al 1450. Inizialmente, le prime notizie erano bollettini commerciali e ufficiali in forma di libri e solo più tardi si trasformarono in fogli venduti al pubblico. Nel 1609, a Strasburgo in Francia fu pubblicato il primo giornale (settimanale e bisettimanale) e da quel momento cominciarono ad avere una certa diffusione in altre città d’Europa. Erano chiamati Fogli o Gazzette, dalla gazeta, la moneta d’argento con la quale nella Repubblica di Venezia venne messo in vendita un avviso. I giornalisti venivano chiamati gazzettieri mentre chi scriveva di cultura veniva denominato filosofo o politico, benché di politico questi fogli avevano ben poco.
Le prime “Gazzette” in Sicilia
I primi Fogli o Gazzette in Sicilia erano pubblicazioni di piccolo formato, un ottavo (15x23cm, poco più di mezzo foglio A4!) a due colonne e 2 o 4 pagine. I caratteri di stampa erano piccoli, gli stessi dei libri giacché si stampavano nelle stesse tipografie.
Il contenuto riguardava per lo più notizie vecchie di uno o due mesi per cui spesso le cose nel frattempo si erano evolute. Ma al principio si occupavano relativamente poco dei fatti della Sicilia. Dopotutto la maggior parte dei lettori apparteneva alla classe nobile che non aveva certamente interesse per le vicende locali. Una certa censura preventiva era sicuramente applicata ai contenuti, tuttavia in quel tempo non era proprio indispensabile perché le gazzette erano solitamente favorevoli al Governo e i giornali non avevano alcuna velleità di suscitare scandali o perpetrare ricatti o accuse di corruzione.
I fogli usciti nella seconda metà del Settecento in Sicilia avevano una periodicità settimanale ed una vita media intorno ai 3 anni. L’unica gazzetta siciliana degna di nota uscì a cavallo tra i due secoli: per circa tredici anni ogni martedì e venerdì dal 1793 al 1805. Si chiamava la “Raccolta di notizie”, solo che sfortunatamente non si occupava minimamente di ciò che riguardava la Sicilia! Tranne quando i sovrani scappati da Napoli soggiornarono a Palermo: in occasione di processioni, visite ai monasteri della città, presenza a manifestazioni, battute di caccia o di pesca.
Quando sparì, questo giornale non lasciò alcun segno della sua presenza nella popolazione.
Tuttavia fu in quelle pagine che cominciarono a comparire timidamente i primi annunci pubblicitari: la reclame. Ogni tanto, alla fine di qualche numero ecco comparire l’annuncio di qualche libraio, di qualche commerciante di tabacco, di alcuni mercanti di cristallerie.
Dal “Giornale di Commercio” al “Giornale di Sicilia”
Un anno dopo l’uscita della Raccolta di notizie, il 7 aprile del 1794 venne pubblicato per la prima volta il Giornale di Commercio, periodico settimanale del Lunedì che arrivò ad appena 17 numeri, fino al 28 luglio 1794. Aveva il solito formato, 4 pagine a due colonne e costava come gli altri, 5 grani il numero, un tarì il mese in abbonamento. Ma era diverso da quelli precedenti perché si occupava di eventi locali per come poteva per i tempi, ma soprattutto era farcita di reclame.
«Avete bisogno di persone di servizio? c’è un giovane che vorrebbe impiegarsi per cameriere e sa far la barba e pettinare da uomo e da donna»… «Mariano Tusa, nella Piazza Bologni, sopra la bottega del parrucchiere collaterale alla chiesa del Carmine, vende due segreti di due semplici erbe per far crescere capelli e per far cadere peli»… «Una persona di abilità e che sa pettinare e far la barba vorrebbe impiegarsi come cameriere in qualche nobile casa»
La pettinatura doveva essere uno degli affari più gravi della vita ed i peli rappresentavano travi, sottolinea ironicamente il Pitrè.
Il Giornale di Commercio finì per mancanza di annunzi. Le rubriche si ridussero così tanto che negli ultimi numeri non bastavano più a riempire quattro e nemmeno tre pagine. La maggior parte delle persone non erano abituate ai giornali e chi leggeva lo trovava scarno di notizie dal mondo cosicché il direttore modificò la testata in Giornale di Sicilia e continuò a pubblicarlo con articoli a più ampio respiro e con notizie più pratiche.
Il Giornale di Sicilia prima del “Giornale di Sicilia”
Di cosa si occupava questo giornale? Inizialmente, per primi mesi il Giornale di Sicilia pubblicava articoli, quasi sempre anonimi e senza titolo, su argomenti di letteratura, archeologia, agricoltura, chirurgia ed astronomia accompagnati da brevi appunti su pubblicazioni recenti, avvisi locali, eventi cittadini e notizie riguardanti la Sicilia. Gli articoli erano brevi, una o due colonne, spesso interrotti per mancanza di spazio da un brusco: “sarà continuato”. Vi collaboravano i migliori scrittori del tempo: P. Balsamo, G. Piazzi, F. Chiarelli.
Ma le notizie scarseggiavano, così nel gennaio 1795, il Giornale inventò i “corrispondenti”.
Chi erano costoro che sarebbero diventati la costola dura di ogni giornale che si rispetti? Erano referenti dei vari paesi ai quali veniva chiesta, almeno ogni mese e in forma anonima, una lettera che riferisse notizie di pubblica utilità o curiosità. Dalla resa delle terre, ai prezzi correnti del grano, dell’orzo, dell’olio e di ogni altro prodotto commerciabile; notizie sulle condizioni climatiche e su eventuali calamità naturali. Inoltre, appunti sulla storia naturale, le tradizioni, i costumi e le caratteristiche locali nonché notizia degli omicidi, dei furti o altri gravi delitti accaduti in quello e nei paesi vicini.
Insomma era nato un giornale così come noi oggi lo concepiamo. Ma soprattutto un giornale siciliano che si occupava della Sicilia! Certo ancora privo della politica che più tardi ne avrebbe condizionato l’orientamento, ma tuttavia abbastanza moderno, pratico ed utile per allargare le vedute e le conoscenze dei cittadini.
Saverio Schirò
Fonti:
- G. PITRE’, Palermo cento e più anni fa, I vol. Firenze 1950
- L. GIACHERI FOSSATI, Il Giornale, in Treccani.it
- V. ZACCO, Dal “Giornale officiale” al “Giornale di Sicilia” La lunga storia del quotidiano siciliano più longevo, in l’identità di clio.com