Un tempo diffusissimo nelle campagne di tutta la Sicilia, oggi praticamente dimenticato, l’azzeruolo o azzaruolo è un frutto dal sapore e dall’aroma inconfondibili che da tempi immemori viene coltivato nella nostra terra.
Meglio conosciuti in Sicilia come azzalori o ‘nzalori, questi piccoli frutti crescono su caratteristici alberi arbustacei di piccole-medie dimensioni. Queste piante originarie dell’Asia Minore, ma da secoli diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, sono molto longeve e producono dei piccoli pomi, molto profumati e dal sapore vagamente agrodolce, molto apprezzato dai siciliani e utilizzato in tutta Italia sin dal tardo medioevo, sia per il suo gusto tipico che per le sue proprietà medicinali.
L’aspetto dell’arbusto è gradevole, tanto da essere spesso usato anche a scopo ornamentale. In autunno e inverno le sue foglie assumono un colore arancione bruno prima di cadere, in primavera la chioma viene ricoperta di piccoli fiori bianchi, che lasceranno poi spazio all’abbondante fruttificazione.
Come il melo ed il sorbo, l’azzeruolo fa parte della famiglia delle rosacee.
L’azzeruolo, un frutto quasi dimenticato
Come detto, questa pianta un tempo era diffusissima nelle campagne di tutta la Sicilia. Si tratta di un arbusto che si adatta facilmente a diversi tipi di climi e di terreni, sebbene preferisca luoghi molto soleggiati. Tipicamente ha una fruttificazione molto abbondante, che raggiunge la sua piena maturazione verso settembre.
La sua propagazione avviene tipicamente per innesto, anche su altre piante come il biancospino. Si può anche far crescere a partire da uno dei semi legnosi, che si trovano all’interno del frutto, ma a causa della crescita lenta questa soluzione richiede molta pazienza e almeno 10 anni di attesa prima di poter gustare i primi frutti.
Le specie più diffuse in Sicilia sono l’azzeruolo rosso e l’azzeruolo bianco d’Italia, anche se di recente si è diffusa anche la coltivazione dell’azzeruolo giallo canadese.
Quasi tutti i siciliani cresciuti nelle campagne hanno memoria di questo frutto straordinario, che oggi in pochi ricordano. Tipicamente si poteva consumare fresco, oppure dopo una leggera stagionatura nella paglia in un luogo buio, conservazione che ne addolcisce decisamente il sapore.
Grazie al suo classico aroma, era anche comune farne confetture, rosoli o conserve sotto spirito, da consumare fino alla raccolta successiva.
Proprietà nutrizionali
Tra le caratteristiche più importanti dell’azzaruolo, spicca l’alta quantità di vitamina C e la provitamina A, tanto che in passato il frutto veniva considerato un medicinale contro le malattie oftalmiche.
La polpa è rinfrescante e dissetante e i tannini presenti nel frutto fresco, hanno proprietà astringenti. Le azzaruole sono anche una buona fonte di acidi naturali, tra cui l’acido malico, componente chiave del metabolismo umano.
Il frutto è anche considerato un antianemico naturale, visto che contiene buone quantità di ferro, nonché fosforo e altri minerali dalle proprietà benefiche.
Come abbiamo detto questa specialità un tempo era molto diffusa, vista la capacità degli alberi di produrre grandi quantità di frutti, senza richiedere molte cure. Purtroppo la scarsa commerciabilità di questo cosiddetto frutto minore, ha fatto sì che le “azzarole” siano divenute sempre più rare, con una coltivazione che si basa quasi esclusivamente sulla produzione familiare.
Probabilmente sarebbe il caso di tutelare la cura di questo frutto antico, affinché le prossime generazioni possano conoscerne ancora i profumi e i sapori.
Fonti: Humanitas.it – Azzeruole
Coltivazionebiologica.it – L’Azzeruolo
Wikipedia.org – Crataegus azarolus
Foto in evidenza by Joanbanjo – CC BY-SA 4.0 wikimedia.org