Sembra riflettere i colori dell’autunno questo delicato e gustosissimo frutto, dal sapore inconfondibile originario dell’ Estremo Oriente. E’ nato infatti nelle immense pianure cinesi e nelle lussureggianti campagne del Giappone ed è una delle più antiche piante ad essere coltivata dall’ uomo tanto da vantare una tradizione millenaria.
In Cina il cachi incarna l’ albero delle sette virtù, infatti la leggenda narra che sia sacro per la dolcezza del frutto, il legno robusto , l’impiego decorativo delle foglie, per la sua longevità, il fuoco prodotto dall’ ardore dei suoi rami, per l’ ombra che regala la sua sagoma e perché da la possibilità agli uccelli di nidificare fra i suoi rami.
Il primo albero di cachi in Italia fu piantato nel giardino di Boboli a Firenze nel 1871, oggi viene coltivato un pò dovunque, (nel territorio palermitano è il cachi di Misilmeri ad essere esportato in tutto il mondo ) ed è talmente entrato nelle abitudini gastronomiche delle nostre latitudini che si è persa persino la sua antica denominazione di ” Mela d’ Oriente o Loto del Giappone ” e a proposito: il nome cachi, contrariamente a quanto pensano in molti, designa sia il singolo frutto, sia la pianta.
Un’ ultima curiosità, sapevate che a Nagasaki dopo l’ esplosione della bomba atomica solo pochi di questi alberi sono sopravvissuti? Questo è il motivo per cui questo frutto è considerato anche un simbolo di pace fra i popoli. Va ricordato inoltre che il cachi va consumato soltanto quando è giunto al punto giusto di maturazione, cioè quando al tatto si presenta morbido e polposo, perché mangiato acerbo
Il primo albero di cachi in Italia fu piantato nel giardino di Boboli a Firenze nel 1871, oggi viene coltivato un pò dovunque, (nel territorio palermitano è il cachi di Misilmeri ad essere esportato in tutto il mondo ) ed è talmente entrato nelle abitudini gastronomiche delle nostre latitudini che si è persa persino la sua antica denominazione di ” Mela d’ Oriente o Loto del Giappone ” e a proposito: il nome cachi, contrariamente a quanto pensano in molti, designa sia il singolo frutto, sia la pianta.
Un’ ultima curiosità, sapevate che a Nagasaki dopo l’ esplosione della bomba atomica solo pochi di questi alberi sono sopravvissuti? Questo è il motivo per cui questo frutto è considerato anche un simbolo di pace fra i popoli. Va ricordato inoltre che il cachi va consumato soltanto quando è giunto al punto giusto di maturazione, cioè quando al tatto si presenta morbido e polposo, perché mangiato acerbo
ha un sapore asprigno e fastidioso a causa dell’alta presenza di una sostanza chiamata tannino, quindi per preparare la nostra crostata, fate attenzione alla scelta dei frutti.
Per la pasta
300 g farina “00”
110 g zucchero
150 g burro
2 tuorli d’ uovo
1/2 bustina lievito per dolci
Per il ripieno
3 cachi maturi
50 g di noci
50 g di uvetta
2 cucchiai di rum
50 g di zucchero
Disponete la farina su una spianatoia, mescolatevi lo zucchero e il lievito (molti il lievito non lo mettono, a me piace perché rende la pasta più morbida), disponetela a fontana e mettetevi nella cavità centrale il burro a pezzetti, aggiungete i tuorli e cominciate a intridere gli ingredienti che sono al centro della fontana, poi incorporate a poco a poco la farina. Lavorate la pasta e se necessario aggiungete pochissimo latte, volendo potete aromatizzarla con un po’ di succo di limone o d’ arancia. Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola trasparente e lasciatelo in frigorifero per mezz’ ora.
Preparate ora la composta, pelate e spezzettate i cachi e metteteli a cuocere con un po’ di rum e zucchero fino ad ottenere una specie di marmellata (la quantità di zucchero da usare è puramente indicativo, dipende infatti dalla dolcezza propria di questo frutto. Perciò assaggiate e decidete se aggiungerne di più )
Quando si sarà intiepidita aggiungetevi l’uvetta e le noci e mescolate bene.
Quando si sarà intiepidita aggiungetevi l’uvetta e le noci e mescolate bene.
Imburrate e passate un velo di farina in una tortiera, stendete il panetto di pasta frolla lasciando un po’ di pasta da parte, e ricavatene un disco con cui coprirete la tortiera, bucherellate il fondo e versatevi sopra il composto di cachi. Con la pasta messa da parte create una griglia sulla superficie della crostata.
Mettetela in forno caldo a 180° per circa 35/40 minuti.
Mettetela in forno caldo a 180° per circa 35/40 minuti.