Quello a cui stiamo assistendo, nel fantasmagorico scenario dell’informazione, è sotto gli occhi di tutti. Da un lato l’eccesso d’informazione prodotta dai media e dall’altro la predisposizione dell’utente ad accettare il flusso di notizie provenienti da ogni parte.
Da un lato l’informazione dopata e dall’altro il tentativo di rimanere “connessi” per non perdere l’ultima news.
Se fino a qualche anno fa la disconnessione (dal computer fisso) dall’afflusso di notizie avveniva automaticamente dal momento in cui si usciva da casa adesso, grazie agli smartphone (appendice dei computer), abbiamo la possibilità di rimanere connessi e vivere gli avvenimenti che accadono in ogni parte del mondo in tempo “reale”.
Se tutto ciò è un bene lo sapremo più avanti, e magari dopo lunghi studi scopriremo che l’iperattività cerebrale dovuta al bombardamento di notizie (quasi sempre negative) produrrà una nuova specie e cioè quella dell’Homo nevroticus nevroticus (l’uso della doppia non è dovuto ad una forma di nevrosi compulsiva) che lotta strenuamente per accaparrarsi la notizia e buttarla prima possibile in pasto agli “assetati” di notizie.
A dare un’accelerazione al mondo dell’informazione hanno provveduto i social network attraverso facebook e twitter, che da un lato hanno accelerato la somministrazione della notizia e dall’altro l’hanno decuplicata. Infatti soprattutto su FB le notizie vengono postate e così, come avviene con le cellule, si moltiplicano all’infinito.
Naturalmente mi chiedo per quale motivo mi si debba far conoscere l’entità di una scossa sismica avvenuta nel mio territorio, di cui io non ho avvertito nemmeno la percezione, ma questa è un’altra storia.
Questa massa “informe” di notizie ha fatto diventare “informazione” anche lo starnuto di un vip del mondo dello spettacolo, anche perché il giorno è formato da 24 ore e gli spazi dell’informazione devono essere riempiti secondo dopo secondo, anche perché se la notizia non la diamo noi ci sarà sempre qualcuno che la darà prima di noi.
Non parliamo poi delle “bufale” che l’informazione “fai da te” ci propina tutti i giorni, la qualità di queste “notizie inventate”, se sia più importante la notizia in sé, il giornalista che la dà o l’organo d’informazione che la diffonde. Tralasciamo…
Rimaniamo sul tema dell’eternamente connessi: avete notato come durante la fiducia al governo Renzi, mentre i deputati o i senatori parlavano, la maggior parte dei presenti cincischiava con i telefonini o con i tablet? Beh, anche noi facciamo lo stesso.
Vi sarà capitato di uscire con gli amici per andare a mangiare la pizza e magari veder trasformato il luogo per eccellenza deputato alla massima comunicazione e condivisione (tavola), in un luogo di “distrazione di massa”? SMS di amici, notizie in diretta offerte di vari gestori, il mondo in tasca offerto da google o lo scatto dell’ultima foto da postare su Facebook, per fare conoscere agli altri amici dove ci troviamo, con chi siamo e cosa stiamo mangiando?
Naturalmente cerco di esasperare la situazione per far capire che di questo passo si prefigurano scenari in cui la qualità della comunicazione sarà inversamente proporzionale alla vicinanza dei nostri interlocutori.
In parole povere si rischia di creare un ponte con coloro che ci stanno lontani e un muro invalicabile fra le persone che ci stanno vicine.
Non ci rimane che gridare: Viva l’informazione!!!
Giuseppe Compagno