Il diabete è ad oggi una malattia altamente diffusa in tutto il mondo. In Italia, ad esempio sono circa 3 milioni che ne soffrono. Gli esperti prevedono che nel 2030 in Italia le persone con diabete saranno circa 5 milioni.
Ma andiamo a scoprire cosa è il diabete nello specifico
Il diabete è una patologia ad andamento cronico caratterizzata dalla presenza di un’elevata quantità di glucosio nel sangue (iperglicemia), il cui livello è regolato dall’insulina, un ormone prodotto dal pancreas. La glicemia si considera normale quando a digiuno oscilla tra gli 80 e 110 mg/dl.
A questo punto, diventa opportuno precisare che esistono diversi tipi di diabete a seconda se la produzione di insulina risulti assente, normale o addirittura aumentata (oltre a quelli di natura endocrina o pancreatica e che si manifestano in gravidanza).
Nel primo caso si parla di diabete mellito di tipo1 o insulino-dipendente e generalmente insorge nell’infanzia o nell’adolescenza. In questo caso l’insulina non viene prodotta per un danno alle cellule del pancreas.
Il secondo invece è detto diabete mellito di tipo 2 o insulino-indipendente ed è anche il più diffuso (circa il 95-97% dei diabetici è affetto dal secondo tipo). L’insulina viene prodotta, ma vi è una sorta difetto nell’assorbimento cellulare per cui lo zucchero non riesce ad essere introdotto all’interno delle cellule per cui rimane in circolo.
Quali sono le cause ed i fattori di rischio?
Per quanto riguarda il diabete di tipo 1, è molto difficile dare una risposta precisa sulle cause, poiché si tratta di una malattia autoimmune, cioè di una condizione in cui il pancreas del soggetto non produce l’ormone insulina a causa del sistema immunitario che “attacca” le cellule addette. Esistono però dei fattori di rischio che potrebbero in qualche modo favorirne l’insorgenza: fattori ambientali, genetici, o semplicemente aver preso contatto con virus e batteri specifici. In questo ultimo caso, il nostro sistema immunitario cercando di debellare questi microrganismi, ha iniziato a reagire contro le cellule del nostro pancreas che producono insulina, causando il diabete.
Per quanto riguarda invece il diabete di tipo 2, potremmo definire il nemico principale in una sola parola: sedentarietà. Il diabete mellito di tipo 2 è infatti altamente diffuso nella popolazione obesa o che non svolge alcuna attività fisica. Diciamo dunque che si potrebbe prevenire conducendo una vita attiva ed una alimentazione sana. Altri possibili fattori di rischio sono comunque l’ereditarietà, l’avanzare dell’età e l’ipertensione arteriosa.
Ma come si scopre di essere diabetici?
Molte volte lo si scopre per caso, ma è bene dire che non basta semplicemente una singola misurazione della glicemia per fare diagnosi di diabete! Esistono tuttavia dei campanelli dall’allarme che, se presenti, sarà utile riferire al medico curante per approfondire gli accertamenti: senso di stanchezza prolungato, vertigini, forti mal di testa, ma soprattutto il bisogno di urinare frequentemente e sete ingiustificati.
Normalmente, come abbiamo detto, il livello di glucosio nel sangue a digiuno oscilla tra gli 80 e i 100 mg/dl.
Si farà diagnosi di diabete mellito, se in almeno due occasioni la glicemia risulterà superiore ai 125 mg/dl; ma un esame ancora più approfondito è la “curva da carico di glucosio”, in cui la glicemia verrà misurata più volte dopo aver assunto 75 gr di glucosio. Un altro esame che può esserci d’aiuto è l’emoglobina glicata, che in pratica è un valore medio della glicemia degli ultimi tre mesi: il risultato darà un valore percentuale che può essere considerato normale sotto il 6%.
Non abbiate paura se la vostra glicemia a digiuno oscilla tra i 100 e i 125 mg/dl: potrebbe non trattarsi di diabete ma di “Alterata glicemia a digiuno”.
Sarebbe bene dunque tenere d’occhio, quando ripetiamo i soliti controlli, la glicemia: infatti, una difficoltà a mantenere la glicemia nella norma, è una condizione che nella maggior parte dei casi prelude allo sviluppo del diabete di tipo 2.
Cura o meglio controllo dei livelli di glicemia
Come la maggior parte delle malattie, neppure il diabete è “curabile”, l’unica attenzione da porre una volta insorto il diabete, è regolazione ottimale della glicemia. Innanzitutto è necessario adottare una dieta alimentare attenta, prescritta dal medico curante o da un diabetologo. E quando necessaria, sarà prescritta una terapia farmacologica con insulina somministrata con iniezioni sottocutanee o dei farmaci ipoglicemizzanti orali, a seconda della “gravità” della malattia.
Fondamentale sarà controllare autonomamente e attraverso degli appositi dispositivi, i valori della glicemia e registrare ogni misurazione. Ciò permetterà di valutare l’efficacia dei farmaci assunti e tenere sotto controllo l’evolversi del diabete.
Prevenzione e complicanze da evitare
Per concludere, potremmo dire che il nostro stile di vita incide profondamente sull’insorgenza di malattie come il diabete (e non solo!). Limitare l’uso del sale a tavola, fare una passeggiata, mangiare un po’ di frutta secca ogni giorno, sebbene possano sembrare delle azioni totalmente scollegate alla riduzione del rischio di comparsa del diabete, costituiscono invece una vera e propria prevenzione di questa patologia, a cui si associano frequenti complicanze acute e croniche. Non sono rari infatti i casi di diabetici con danni a organi come reni, occhi, nervi periferici e vasi sanguigni, che si manifestano con l’avanzare della malattia.
Certamente, cambiare abitudini alimentari e motorie non è del tutto facile. Il punto è chiedersi se vale la pena scegliere di apportare dei piccoli cambiamenti nel proprio modo di vivere per mantenersi in salute e far la propria parte contro le malattie o lasciarsi andare pensando “tanto come va, va”.
Gabriella Riolo
Tutto molto chiaro. Grazie.