Oggi non vediamo altro che vecchi ruderi e i fantasmi di uno dei pilastri dell’antica economia siciliana, eppure gli edifici come la tonnara Bordonaro a Vergine Maria, hanno un passato glorioso, fatto di storia e di storie, visto che dalle sue attività dipendeva la vita di centinaia di famiglie.
Ripercorriamo insieme le vicende che hanno interessato questo luogo, dai tempi della sua fondazione, sino ai giorni nostri.
L’origine della tonnara Bordonaro
Sono poche le certezze che riguardano la fondazione dell’attuale tonnara Bordonaro, anticamente nota come Tonnara Vergine Maria. Sebbene alcune fonti ne facciano risalire le origini al ‘300, analogamente ad altri edifici simili situati nelle borgate limitrofe, come ad esempio quella che sarebbe diventata la tonnara Florio all’Arenella.
In realtà non vi sono prove che possano attestare una precisa data di fondazione, le prime fonti che ne citano l’esistenza risalgono solo ad un centinaio d’anni dopo, quando nel 1450 un documento cita la concessione di un edificio destinato alla pesca dei tonni, sito nello stesso luogo, alla famiglia Fazio di Genova.
Un secondo documento del 1455, invece attesta l’assegnazione di questa tonnara, insieme a quelle dell’Arenella e di Mondello, ad un certo Federico di Bonomia. Tale concessione sarebbe stata resa necessaria dalle continue controversie tra i diversi proprietari delle tre tonnare, distanti l’una dall’altra meno delle 3 miglia previste dalle norme dell’epoca. In questo modo le zone di pesca dei tonni finivano inevitabilmente per sovrapporsi, causando continue diatribe che furono dunque risolte con l’assegnazione dei tre impianti ad un unico proprietario.
È quindi probabile che il primo edificio costruito qui, forse anche una semplice rimessa per musciare (le barche per la pesca dei tonni), una volta in mano ai nuovi proprietari fu ampliato nella grande struttura tardo-quattrocentesca che tutt’oggi possiamo ammirare, seppur con alcune evidenti differenze.
È infatti certamente posteriore la costruzione della caratteristica torretta di avvistamento, utilizzata sia per il coordinamento delle attività di pesca, che per la difesa delle coste dalle invasioni dei pirati.
Altre modifiche estetiche e funzionali tutt’ora visibili, risalgono invece ad alcuni interventi di ammodernamento avvenuti tra il ‘700 e l’800.
Quello che oggi appare come il fantasma di un antico complesso industriale, è stato invece un importantissimo centro economico, che dava lavoro a centinaia di persone e lustro ad un’intera comunità. Proprio grazie alle attività della tonnara, nacque e si ampliò l’attuale quartiere di Vergine Maria, che fu inizialmente abitato proprio dalle famiglie dei pescatori e dei lavoratori della tonnara.
La storia più recente
Nei secoli successivi, la tonnara di Vergine Maria visse periodi di fortune alterne. Passata in mano a diverse famiglie nobiliari, tra cui gli Oneto di Sperlinga, fu quasi sempre amministrata come una proprietà che generasse profitti dal suo affitto, piuttosto che dalle attività produttive.
Questo causò nel tempo un graduale degrado, che è stato più volte documentato nel corso dei secoli. La storia cambiò nel XIX secolo, quando la proprietà fu acquisita da Gabriele Chiaramonte Bordonaro (da cui il nome attuale della tonnara). Quest’ultimo ristrutturò i fabbricati esistenti e fece edificare nuove strutture di supporto alle attività della tonnara, come ad esempio un’area destinata agli alloggi e una piccola cappella.
Sotto i Bordonaro sembrava che la tonnara si apprestasse a vivere una seconda giovinezza, con le attività di pesca e lavorazione del tonno che potevano tornare a fiorire come un tempo, invece anche in questo caso alcune difficoltà economiche, unite alla forte concorrenza delle altre tonnare, tra cui la vicinissima struttura dei Florio, fecero ben presto decadere l’attività che fu nuovamente abbandonata agli inizi del ‘900.
Per un periodo i locali della tonnara furono utilizzati come aule scolastiche dai ragazzini della borgata, poi durante la Seconda Guerra Mondiale invece l’intero edificio divenne una postazione militare a guardia della costa. Alla base della torre furono anche aperte alcune feritoie (tutt’ora visibili) che servivano a puntare delle mitragliatrici verso il mare direttamente dall’interno della struttura.
Da lì in poi la struttura fu quasi del tutto dimenticata. Sebbene sia stata brevemente utilizzata come alloggio da Luchino Visconti e da alcuni attori durante le riprese del Gattopardo, negli anni successivi degrado, vandalismo ed eventi naturali come tempeste e mareggiate, hanno gradualmente danneggiato la struttura, che è rimasta in fase di abbandono sino a pochi anni fa, quando è stata finalmente rinnovata e usata per attività legate alla ristorazione.
Ancora una rinascita per un edificio dalla storia non sempre fortunata.
Fonti: Villabianca – Le tonnare di Sicilia – 1754
B. Raffagnino – La Tonnara Bordonaro, dal Gattopardo all’abbandono – Eco Internazionale
A. Prestigiacomo – Tonnara Bordonaro XVI secolo – Museo del mare Palermo
Palermo Beach – Storia della Tonnara Bordonaro, Vergine Maria
Copertina: Filippo Maiorana, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons