A Palermo, tra la via Perpignano e la via degli Emiri scorre una strada dedicata a Nina Siciliana, una figura femminile che desta curiosità, considerando il numero esiguo di vie dedicate alle donne. Ancora di più perché questo toponimo compare solo a Palermo e a Messina (via Nina da Messina)!
Chi era dunque questa Nina Siciliana che ha meritato di essere inserita nella toponomastica della nostra città?
Nina Siciliana, una figura avvolta nel mistero
Vissuta nel XIII secolo, Nina siciliana è considerata la prima poetessa a scrivere in volgare, anticipando di secoli l’affermazione di una voce femminile nel panorama poetico. Tuttavia, nessun manoscritto porta il suo nome! Tanto che alcuni critici hanno perfino messo in dubbio la sua esistenza.
Da dove salta fuori allora questa poetessa?
Purtroppo, le informazioni biografiche su Nina Siciliana sono estremamente scarse e spesso contraddittorie. Non sappiamo con certezza dove sia nata, se a Messina o a Palermo, né quale sia stata la sua formazione culturale. Le uniche testimonianze che possediamo sono contenute all’interno di una raccolta fiorentina: Sonetti e canzoni di diversi autori toscani in dieci libri raccolte, stampata nel 1527 a Firenze dagli eredi Giunti.
In questa antologia, un poeta Toscano, tal Dante da Majano, dedica due sonetti a Monna Nina, così è chiamata la poetessa, dichiarando l’ammirazione che prova per lei, pur non conoscendola di persona. La risposta della donna è contenuta nei due sonetti a lei attribuiti contenuti nella raccolta. Tutto qui.
Tuttavia, la sua opera così scarna e frammentaria, se si accettano altre attribuzioni ricevute nel corso dei secoli passati, ci offre uno spaccato affascinante di un’epoca di grandi trasformazioni culturali e sociali e ci permette di riflettere sul ruolo della donna nella società medievale.
Il ruolo della donna nella società Siciliana del XIII secolo
Il XIII secolo in Sicilia fu un periodo di grande fermento culturale, caratterizzato da un intenso scambio tra le diverse tradizioni presenti sull’isola: quella latina, quella araba e quella provenzale. La Scuola Siciliana, di cui Nina Siciliana avrebbe fatto parte, rappresenta un momento di grande innovazione poetica, segnato dalla volontà di esprimere sentimenti ed emozioni in una lingua viva e comprensibile a tutti.
Ecco allora che per meglio comprendere il significato della figura di Nina Siciliana, è fondamentale contestualizzare il ruolo della donna nella società siciliana del XIII secolo.
La prima considerazione è collegata alle limitazioni sociali a cui era costretta la donna. In generale, le donne erano relegate a un ruolo domestico, occupandosi della gestione della casa e della famiglia. Erano economicamente dipendenti dai mariti o dai padri ed anche l’accesso all’istruzione era prevalentemente maschile.
Solo le donne appartenenti alle famiglie nobili potevano godere di una maggiore libertà e influenza, soprattutto all’interno dei circoli di corte. Mentre alcuni ordini religiosi offrivano alle donne la possibilità di istruirsi e di svolgere attività culturali
Nina Siciliana: un’eccezione che conferma la regola?
Nina Siciliana si colloca all’interno di questo quadro come un’eccezione significativa. Il fatto che abbia potuto scrivere e far circolare i suoi versi suggerisce che avrebbe potuto appartenere a una famiglia nobile, forse alla corte di Federico II, e aver avuto accesso a un’educazione di livello superiore.
L’opera poetica
L’attribuzione dei due sonetti a Nina Siciliana, pur essendo dibattuta, rappresenta un punto di partenza fondamentale per indagare la figura di questa poetessa e il ruolo della donna nella società siciliana del XIII secolo.
I due sonetti, pur nella loro brevità, rivelano una padronanza della lingua e una sensibilità poetica sorprendenti. Il linguaggio è semplice e diretto, ma al tempo stesso ricco di immagini e di suggestioni. I temi affrontati sono quelli tipici della lirica amorosa provenzale, ma rielaborati in chiave originale.
L’importanza di Nina Siciliana
Nonostante la sua produzione limitata, l’opera di Nina Siciliana riveste un’importanza fondamentale nella storia della letteratura italiana. Dimostra che anche le donne del Medioevo potevano esprimere creatività e talento artistico e dunque, pur avvolta nel mistero della sua figura, Monna Nina rappresenta una delle prime voci femminili della letteratura italiana che suggerisce una stimolante riflessione sul ruolo della donna nella società e sulla sua capacità di superare i limiti imposti dai pregiudizi.
Saverio Schirò