L’antichissima storia dei “veri” leoni di Sicilia

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Se parliamo dei leoni di Sicilia, tutti pensano naturalmente al recente romanzo di Stefania Auci e all’omonima serie TV sulla dinastia dei Florio.

Eppure pochi sanno che i leoni in Sicilia ci vissero davvero, svariate decine di migliaia di anni fa, quando questi grandi predatori dominavano la catena alimentare della nostra isola.

Scopriamo qualcosa sui “veri” leoni di Sicilia.

I leoni di Sicilia esisterono davvero

I leoni delle caverne, o Panthera spelaea, sono stati tra i più maestosi predatori del Pleistocene, un’era geologica che si estende da circa 2,6 milioni a 11.700 anni fa. Questi grandi felini hanno lasciato un’impronta indelebile nel patrimonio naturale dell’Europa e, in particolare, della Sicilia, dove i loro resti fossili sono stati scoperti, testimoniando la loro presenza in quest’isola del Mediterraneo.

La Sicilia, con la sua ricca storia geologica e la posizione strategica nel Mediterraneo, ha ospitato una varietà di specie animali uniche, tra cui il leone delle caverne. Questo predatore, nonostante il nome, non viveva nelle caverne, ma è stato così chiamato a causa dei luoghi in cui i suoi fossili sono stati frequentemente ritrovati. In Sicilia, uno dei ritrovamenti più significativi è avvenuto nella Grotta dell’Addaura, situata a Palermo.

Il leone delle caverne europeo del Pleistocene superiore, Panthera leo spelaea, visse da circa 370.000 a 10.000 anni fa. Questa specie si è diffusa in diverse regioni d’Europa, inclusa la Sicilia, dove ha lasciato tracce della sua esistenza che affascinano ancora oggi gli studiosi e gli appassionati di paleontologia. I fossili ritrovati offrono una finestra sul passato, permettendo di immaginare questi imponenti felini muoversi tra le antiche terre siciliane.

Il suo aspetto non era quello tipico dei moderni leoni africani. Si pensa che avesse una pelliccia più folta, per fronteggiare climi anche molto freddi (specie di leoni delle caverne sono stati ritrovati anche in nord Europa e in alcune regioni dell’attuale Russia). In più alcune pitture rupestri rinvenute a Chauvet, in Francia, li rappresentano senza criniera, con un intero branco intento a dare la caccia ad alcuni bisonti.

Il ritrovamento del leone dell’Addaura

La scoperta dei resti di un leone delle caverne negli anni ’60 nella Grotta Addaura Crapara, scavata dal mare nelle pareti settentrionali di Monte Pellegrino, ha rappresentato un momento significativo per la comprensione della fauna preistorica dell’isola. Questo sito, prima che venisse saccheggiato e vandalizzato, era noto per i suoi fenomeni concrezionari unici al mondo. La scoperta del fossile è stata definita “enigmatica” dallo speleologo e studioso di archeologia preistorica Giovanni Mannino, che ha documentato il ritrovamento sulla rivista La Spelologia nel 1961. Questo soprattutto a causa della posizione della grotta e del suo difficile accesso, che al netto di possibili cambiamenti geologici, non spiega il percorso dell’animale dall’esterno fino all’angusto punto del suo ritrovamento, a circa 700 metri dall’ingresso.
Le molte ipotesi sul tema non hanno ancora avuto risposta, ma è possibile che il leone vi sia finito dentro attraverso una via d’accesso diversa, che nei millenni è stata occlusa da vari detriti.

Questo reperto rappresenta comunque un’importantissima testimonianza del leone delle caverne in Europa meridionale e offre nuove prospettive sulla diffusione di questi grandi felini.

L’esistenza dei leoni di Sicilia non è solo un fatto di interesse storico o scientifico, ma anche culturale. Questi animali fanno parte dell’immaginario collettivo e rappresentano un simbolo dell’era glaciale europea. La loro storia è un esempio di come la fauna e la flora si siano adattate ai cambiamenti climatici e geologici del pianeta.

La Sicilia continua a essere un luogo di grande interesse per la paleontologia e la speleologia, offrendo ancora oggi nuove scoperte e stimolando la curiosità di chi desidera esplorare le tracce del passato. Il leone delle caverne è solo uno dei tanti tesori nascosti che questa terra ha da offrire, un patrimonio che merita di essere conosciuto e preservato per le future generazioni.

Leggi anche: L’abisso della Pietra Selvaggia

Fonti: G. Mannino, Le grotte di Monte Pellegrino, Edizioni Etna Madonie del CAI, Palermo 1985
Wikipedia.org – Panthera spelaea

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Samuele Schirò
Samuele Schirò
Direttore responsabile e redattore di Palermoviva. Amo Palermo per la sua storia e cultura millenaria.

1 COMMENTO

  1. Per i miei trascorsi speleologici, sapevo già del ritrovamento dei resti di un leone delle caverne all’interno della Grotta dell’Addaura; faccio i complimenti all’autore per il suo instancabile lavoro che ci fa conoscere tante cose sulla nostra Città.

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