L’antico Stabilimento balneare di Mondello, un capolavoro dell’Art Nouveau

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Meta turistica d’eccellenza, lo storico stabilimento balneare di Mondello, di proprietà della società italo belga (oggi conosciuta come “Mondello Immobiliare Italo- Belga S.A.”) che ha in concessione circa il 70% dell’arenile, continua ad essere un luogo di grande richiamo, soprattutto per noi palermitani: vera icona delle nostre calde estati, Mondello e il suo stabilimento non passano mai di moda.

Chi ha veduto una volta sola questo lembo di paradiso non può non chiedersi meravigliato come mai esso non sia il ritrovo quotidiano di quanti cercano nella visione del Bello ristoro e conforto (…). Nessun pittore ebbe mai nella sua tavolozza tanta varietà di verde quanto ne offre all’occhio estasiato l’immenso bosco di agrumi, di ulivi, di carrubbi che circonda, digradante al mare, il bel golfo turchino, specchiantesi in un cielo più turchino (…)
Luigi Scaglia

Mondello: la riqualificazione di una palude

Il Principe Francesco Lanza di Scalea in un busto a Mondello foto PW

Negli ultimi anni del XIX secolo, per iniziativa di un comitato formato da facoltosi imprenditori palermitani che facevano capo a Francesco Lanza e Spinelli principe di Scalea, si avvia un progetto per la definitiva bonifica delle paludi di Mondello: i primi tentativi di risanamento della zona, da sempre un pantano malarico, erano state iniziate circa un secolo prima al tempo dei Borbone. Ultimata la bonifica, si iniziò a configurare urbanisticamente la zona con la lottizzazione dei terreni limitrofi, allo scopo di trasformare la località in un nuovo centro di interesse turistico. Era quella un’epoca di grande effervescenza culturale, sociale ed economica per la città dove, nell’entusiasmo della nuova vita mondana, si diffondevano sempre più nuove esperienze di divertimento tra cui la moda della villeggiatura e – grazie alla spinta propulsiva delle grandi famiglie imprenditoriali tra cui i Florio (sempre loro) – si portavano avanti numerose attività economiche e ricreative.

Il primo progetto per la riqualificazione di Mondello fu dell’ingegnere milanese Luigi Scaglia nel 1906, che giunto a Palermo, forse per seguire la Targa Florio (egli era anche un appassionato di fotografia), rimase affascinato dall’eccezionale scenario naturale e dal mare cristallino del golfo di Mondello e, ben comprendendo le potenzialità del luogo, presentò al Comune di Palermo un progetto che prevedeva un piano per la valorizzazione del territorio, con la realizzazione di varie infrastrutture tra cui la costruzione di molte ville residenziali e di un grande stabilimento balneare permanente: nel progetto Scaglia, inizialmente accolto dal Consiglio comunale, vi era anche la richiesta di concessione per l’impianto di una nuova tratta tramviaria elettrica.

Alla fine, con una legge speciale del dicembre 1910 che autorizzava la vendita dei terreni annessi alla Real Tenuta della Favorita, l’amministrazione cittadina dell’epoca, dopo “lunghe trattative”, assegnò una concessione speciale alla società belga denominata “Les Tramways de Palerme Societè Anonyme” costituitasi a Bruxelles nel 1909, che successivamente ottenne dal Demanio marittimo la vendita dei terreni, escluso la spiaggia (evidentemente i belgi ci “sapevano fare”).

La concessione alla società italo belga portò ad una tragica conseguenza: infatti, nel 1914, l’ingegnere Luigi Scaglia, profondamente deluso dall’inspiegabile, per non dire scandaloso, “ripensamento” dell’amministrazione comunale e vedendo infranto il suo “bel sogno” assieme a tutti i suoi progetti a cui si era dedicato anima e corpo, preso dallo sconforto, pose fine alle sue inquietudini togliendosi la vita (anche se le circostanze che portarono a questo tragico evento restano ancora avvolte nel mistero).

La società belga, guidata dall’amministratore delegato Conte Pol Mouton e dal direttore generale Jules Monard, si impegnava – oltre al pagamento della somma di lire 578.310 – a costruire una più rapida linea tranviaria elettrificata per il collegamento di Palermo con Mondello; un grande stabilimento balneare, 300 ville, un grande albergo, un parco, il Kursaal, una chiesa ed altre opere urbanistiche utili alla sistemazione del territorio intorno alla nuova linea di trasporto pubblico. Alcune delle opere elencate, purtroppo, non furono mai realizzate per decorrenza dei termini: l’albergo (il Palace Hotel), dovrà attendere il 1949 per essere realizzato su progetto dell’architetto urbanista palermitano Edoardo Caracciolo, allievo di Ernesto Basile.

Mondello si avviava così a trasformarsi, da piccolo borgo di marinari, in una delle stazioni climatiche più importanti d’Europa, e in breve tempo – anche per anticipare le azioni legali minacciate dallo Scaglia con cui, ad onor del vero, non era stato concluso alcun accordo – si decise di eseguire qui un progetto che in origine era stato studiato dall’ingegner Rudolf Stualker dell’ufficio della Società italo belga per il lungomare della città belga di Ostenda nel Mare del nord.

Lo Stabilimento Balneare di Mondello: il Charleston

Stabilimento balneare di Mondello
Lo Stabilimento balneare di Mondello – foto by Archeologo via wikipedia commons CC BY-SA 4.0

La progettazione della struttura balneare, per cui la società ottenne dal demanio un’area di ben 280 ettari, fu affidata allo stesso ingegnere Stualker che per la sua costruzione si avvalse della collaborazione dell’impresa Rutelli & Machì che realizzò, al centro della lunga spiaggia della baia di Mondello, una delle più belle stazioni balneari europee.

Lo stabilimento balneare di Mondello fu inaugurato nel mese di luglio del 1912 e tutt’oggi, per la squisitezza del gusto artistico che vi predomina, rappresenta uno degli edifici di Art Nouveau più belli d’Europa.

Stabilimento balneare di Mondello ingresso
Ingresso dello stabilimento foto by Berthold Werner via wikimedia CC BY-SA 3.0

L’originalissimo edificio, realizzato in cemento armato (per l’epoca, presentava elementi innovativi sotto il profilo progettuale e tecnologico) che ha resistito a oltre cento anni di eventi atmosferici come venti, mareggiate, caldo e freddo e a vari processi erosivi, è composto da una solida struttura a due elevazioni che poggia su un’ampia piattaforma sorretta da 173 possenti palafitte sul mare a pochi metri dalla battigia, ed è collegata alla terraferma tramite una lunga “passerella” su piloni immersi nell’acqua.

Il caratteristico ingresso monumentale sul viale Regina Elena è caratterizzato da una imponente esedra colonnata con una serie di armoniosi elementi decorativi in muratura e in stucco: degni di nota quattro grandi delfini sorridenti in stucco che sormontano i piloni dell’esedra.

Lo stabilimento balneare, che si impone maestoso sul mare, presenta un grande corpo edilizio centrale (circa 600 mq per piano) di pianta rettangolare e linee diritte che si sviluppa in altezza su due elevazioni, e due ali laterali. Al piano terreno sono tre ampie aperture, una più grande al centro e due poco più piccole ai lati.
Al secondo livello troviamo, nel corpo centrale, lo stesso schema di aperture del primo livello che si affacciano su un lungo balcone.
Le ali laterali che inquadrano il plastico prospetto hanno forma di torri impreziositi da mirabili dettagli decorativi e pinnacoli in ferro battuto: tutti i prospetti, intonacati con colori vivaci, sono arricchiti da una serie di interessanti motivi ornamentali con raffinati fregi, stucchi, lucenti ceramiche decorate ed elaborati ferri battuti con motivi floreali stilizzati.
Ai lati dell’edificio centrale troviamo una serie di corpi bassi destinati alle cabine per i bagnanti (circa quattrocento) e locali di servizio.

L’interno della fabbrica comprende un ampio salone centrale con una grande terrazza semicircolare che si affaccia sul mare dove, a partire dal 1969, ha avuto sede il ristorante “Charleston”, il cui nome finì per identificarsi con lo stabilimento balneare. Ancora oggi, sebbene il ristorante abbia cambiato gestione e nome (Le Terrazze), per i palermitani l’antico stabilimento di Mondello rimane sempre il Charleston.
Vista l’accentuata altezza del salone, in uno degli interventi di rimodernamento che si sono susseguiti nel tempo, è stato ricavato un secondo piano utilizzato per convegni e ricevimenti.

Rinomato luogo di villeggiatura ed eventi mondani, lo stabilimento balneare di Mondello visse il suo momento d’oro negli anni della Belle époque: grandi frequentatori come i Florio, i Notarbartolo, i Lanza ed altre famiglie dell’alta società palermitana, diedero lustro e fecero guadagnare eleganza, prestigio e popolarità allo stabilimento.

Poi arrivarono i momenti bui: durante l’ultima guerra mondiale la struttura fu requisita e utilizzata come quartier generale dalle forze militari tedesche prima e dagli alleati poi, riportando in quella circostanza ingenti danni, in particolare agli eleganti arredi interni in puro stile Liberty (in gran parte trafugati) disegnati dal Basile e realizzati dal prestigioso Studio Ducrot.

Dopo un primo intervento di restauro avvenuto nel 1955 che lo ha riportato agli antichi splendori, nel 1995 è stato effettuato un ulteriore restauro finanziato dalla gestione, con l’intervento dell’urbanista professor Umberto Di Cristina e dell’ingegnere Vincenzo Castellucci, dove sono stati ripristinati i colori originari del progetto e si è riportato la struttura all’attuale configurazione.

Stabilimento balneare di Mondello
Stabilimento di Mondello visto dal mare foto palermoviva.it

Conclusione

Oggi lo stabilimento balneare di Mondello, o meglio, il “Charleston“, continua a essere un’icona architettonica per la comunità locale e i turisti. La sua elegante struttura, i suoi dettagli decorativi e le sue ampie terrazze affacciate sul mare lo rendono indubbiamente un simbolo di Palermo e della sua tradizione balneare.

Nicola Stanzione

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Nicola Stanzione
Nicola Stanzione
Innamorato di Palermo ed esperto dei suoi palazzi storici, monumenti, usi, costumi e tradizioni

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