I primi del ‘900 furono una specie di età dell’oro per Palermo. Grandi famiglie di imprenditori, artisti, architetti ed artigiani, fecero della nostra città un punto nevralgico dell’economia e della cultura dell’epoca.
Un nome che per certi versi accomuna tutte queste eccellenze, è Vittorio Ducrot, imprenditore palermitano di origine francese, che grazie alla sua “officina” diventò famoso in tutta Europa per la fabbricazione di splendidi arredi in stile Liberty, e non solo.
Scopriamo di più su questo personaggio e sul celebre “Studio Ducrot”.
Chi era Vittorio Ducrot
Vittorio Ducrot nacque a Palermo nel 1867 da genitori francesi. La sua famiglia si era stabilita in Sicilia dopo aver viaggiato a lungo per il bacino del Mediterraneo. Il padre Victor, infatti, era un ingegnere ferroviario, dunque si spostava seguendo i vari progetti di costruzione (durante il suo soggiorno in Egitto partecipò anche al progetto per la realizzazione del Canale di Suez).
Purtroppo però, Vittorio non conobbe mai suo padre, che morì di colera pochi mesi prima della sua nascita; fu cresciuto invece dal suo patrigno, Carlo Golia, un rappresentante di stoffe e arredi della ditta Solei Herbert & co. di Torino.
Proprio quest’ultimo, intorno al 1890, aprirà una sua prima officina, che in collaborazione con la ditta piemontese, si dedicò alla realizzazione di mobili artistici, tappezzerie, specchi e altri arredi destinati all’alta borghesia siciliana. Tuttavia gli affari stentavano a decollare, anche a causa della Solei Herbert, che trattava l’officina di Palermo come una sua succursale, dettandone la linea manageriale ed intascando gran parte dei guadagni.
Fu proprio Vittorio Ducrot, al rientro dagli studi in Svizzera, a prendere in mano la situazione, affrancandosi dal controllo dei torinesi e salvando la ditta dal fallimento. Già nel 1900 Vittorio figurava come co-proprietario della ditta e dal 1902 ne assunse la direzione, trasformando la C. Golia e co. nello Studio Ducrot.
La principale rivoluzione del suo approccio, fu il passaggio da un sistema artigianale tradizionale, ad un metodo industriale, basato su una suddivisione più specifica dei compiti, una maggiore efficienza e una migliore organizzazione.
Inoltre sotto la sua gestione, i processi di disegno e realizzazione dei modelli furono nettamente differenziati da quelli di fabbricazione, in questo modo l’artigianato poté veramente trasformarsi in arte. Pionieristica anche la sua attenzione alla cura e alla crescita professionale dei suoi dipendenti, con l’organizzazione di percorsi di formazione personalizzati e l’introduzione di misure assistenziali d’avanguardia, tra cui retribuzioni eque, alloggi, corsi d’avviamento professionale per i figli, assistenza sociale e molte altre.
Oltre che un grande imprenditore, Vittorio Ducrot fu anche un grande appassionato d’arte e mecenate. Sebbene egli non fosse un artista nel senso stretto del termine, era sempre presente alle iniziative più importanti del settore, intrecciando collaborazioni importanti con i più illustri nomi del Liberty italiano e curando personalmente alcuni progetti ambiziosi, come ad esempio la creazione della Galleria Civica d’Arte Moderna di Palermo, alla quale contribuì anche acquisendo delle importanti opere da esporre al suo interno.
La sua conoscenza del panorama artistico era tale che anche i Florio si rivolgevano a lui per l’organizzazione delle loro sontuose feste.
Vittorio Ducrot fu anche un uomo impegnato politicamente. Entrato a far parte del sindacato fascista degli industriali di Palermo, nel 1929 fu eletto tra le file del Partito Nazionale Fascista alla Camera dei Deputati, in quel Palazzo Montecitorio di cui il suo studio aveva realizzato gli arredi.
Lo Studio Ducrot
Grazie al visionario spirito imprenditoriale del suo proprietario, lo Studio Ducrot divenne in breve un vero e proprio simbolo dello stile Liberty in tutta Europa. Sicuramente in questo senso è stato decisivo il fortissimo sodalizio dell’azienda con l’architetto Ernesto Basile, che oltre a servirsene per la fabbricazione di arredi per i suoi progetti più importanti, ebbe anche un ruolo fondamentale nella creazione dei design, ma anche nell’allestimento degli stabilimenti, nella realizzazione del marchio, delle pubblicità e in molti altri aspetti che hanno fatto dello Studio Ducrot l’icona che oggi conosciamo.
Tra i grandi progetti in cui lo studio fu coinvolto, oltre a già citato Palazzo Montecitorio, vi sono il Villino Florio, Villa Deliella, il Grand Hotel Villa Igiea e la sede della Cassa Centrale di Risparmio di Palermo.
Nel corso degli anni, lo Studio Ducrot si ingrandì notevolmente, passando dai 200 dipendenti del 1902 ai 2500 degli anni ‘30. Durante questo periodo l’azienda incrementò anche le sue capacità di produzione e lavorazione di materiali più disparati, legno, ferro battuto, cuoio, ebano, tappezzerie, mosaici, vetrate, tanto che in breve l’officina fu in grado di far fronte anche ai progetti più complessi, senza dover ricorrere all’ausilio di ditte esterne, dunque potendo curare “in casa” ogni minimo dettaglio.
Durante la Prima Guerra Mondiale, i mobilifici, il cui mercato era ovviamente in declino, vista la situazione, lasciarono spazio alla fabbricazione di idrovolanti per uso militare, dando vita alla Vittoria Aeronautica Ducrot.
A partire dal primo dopoguerra l’azienda tornò alla produzione di arredi, concentrandosi soprattutto sul settore navale.
Nonostante nel 1939 l’azienda, ormai in difficoltà, sia stata ceduta ad un gruppo finanziario genovese, il marchio Ducrot fu attivo sul mercato fino agli anni ‘70, guadagnandosi un posto d’onore nella storia del design europeo.
Fonti:E. Sessa – Dizionario Biografico degli Italiani – 1992
E. Sessa – Mobili e arredi di E. Basile nella produzione Ducrot – Palermo 1980
Wikipedia.org – Vittorio Ducrot