Molto spesso si sente di parlare di Palazzo Montecitorio a Roma, sede della Camera dei Deputati, molto raramente si parla invece del suo grande valore artistico, merito soprattutto di un grande genio siciliano, l’architetto Ernesto Basile, che nei primi anni del ‘900 ebbe l’incarico di riadattare questo antico edificio allo scopo istituzionale che tutti noi conosciamo.
L’influenza siciliana si può vedere anche in molte delle opere e degli arredi presenti all’interno dell’edificio, realizzati da alcuni dei più grandi protagonisti dello stile Liberty.
Scopriamo di più su questo edificio e sulle vicende che l’hanno reso il capolavoro che è oggi.
Il rinnovo di Palazzo Montecitorio
Montecitorio lo conosciamo tutti. È praticamente impossibile guardare un telegiornale senza sentirne parlare, quasi esclusivamente per via delle intense attività politiche che si svolgono al suo interno.
Le notizie parlamentari tuttavia offuscano un aspetto su cui ben pochi si concentrano e che rendono questo edificio un capolavoro semi-sconosciuto, almeno dal punto di vista artistico e architettonico.
La storia di Palazzo Montecitorio inizia nel ‘600, quando iniziò la costruzione dell’edificio su progetto iniziale di Gian Lorenzo Bernini. Dopo un travagliato completamento, Montecitorio divenne la sede del Tribunale e della Curia Pontificia, fino al giorno della Breccia di Porta Pia, nel 1870, quando fu occupato dalle truppe italiane ed in seguito scelto come sede (almeno provvisoria) del nuovo Parlamento.
L’edificio, per scopo e concezione, non era ovviamente adatto ad ospitare un’aula parlamentare, quindi si decise di installare una struttura temporanea fatta in legno e ferro, che sfruttasse la forma tondeggiante della piazza per la realizzazione delle tribune. Tuttavia l’opera, realizzata dall’architetto Paolo Comotto, si rivelò sin da subito inadatta allo scopo: cupa, scomoda, caldissima d’estate e freddissima d’inverno, tanto che i deputati erano autorizzati a mantenere indosso cappelli, sciarpe e paletot durante le sedute.
Nel frattempo furono indotti due concorsi per la realizzazione di un nuovo edificio, che ospitasse sotto lo stesso tetto le aule di Camera e Senato, ai quali parteciparono molti illustri architetti italiani, tra cui anche Ernesto Basile. Tuttavia questo progetto non andò mai in porto e l’idea fu ben presto abbandonata.
Alla fine, dopo anni di stalli, progetti e governi diversi, fu Giolitti a mettere fine alla questione, raccomandando personalmente al Ministro dei Lavori Pubblici di affidare l’incarico al Basile, di cui era un grande estimatore.
L’architetto palermitano chiese di rispettare tutte le procedure ed indire un nuovo concorso, ma la decisione ormai era presa e alla fine accettò di progettare la nuova Camera dei Deputati (visto che il Senato aveva già trovato la sua sede a Palazzo Madama).
Il progetto di Ernesto Basile
Nel 1902 Ernesto Basile presentò il suo progetto. Il nuovo edificio avrebbe stravolto completamente la struttura precedente, mantenendo intatta solo la facciata di scuola Berniniana.
Il resto del palazzo sarebbe stato invece quasi del tutto abbattuto e ricostruito in base alla sua nuova destinazione, e secondo dei canoni estetici che unissero il gusto dell’epoca (dunque lo stile Liberty) con la tradizione romana.
Il progetto fu approvato nel 1904, ma tra intoppi e lungaggini burocratiche, i lavori iniziarono solo nel 1908, per terminare dopo ben 19 anni, interrotti anche dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Il risultato finale fu il capolavoro artistico che possiamo ammirare tutt’ora. Le facciate ricostruite (quindi tutte tranne quella frontale), furono realizzate in travertino e mattoni rossi, in una perfetta fusione tra classico e moderno.
Tutte le sale interne sono degne di nota; la più importante è l’Aula parlamentare, un perfetto emiciclo rivestito in legno di quercia ed arricchito dai fregi pittorici del Sartorio, dal pannello bronzeo del Calandra e dal sontuoso velario in stile Liberty di vetro decorato. Molto famoso è anche il vasto passaggio dal poetico nome di “Corridoio dei Passi Perduti”, ma più noto con il nome di Transatlantico, dove i deputati trascorrono parte del loro tempo scambiandosi opinioni e rilasciando interviste ai giornalisti.
L’origine del nome Transatlantico deriva da un’altra grande presenza siciliana nel progetto del nuovo Montecitorio. Va infatti detto che gran parte degli arredi e dei lavori in legno dell’edificio, furono appaltati dal Basile alla sua officina di fiducia, la Ducrot di Palermo che, oltre ad aver arricchito molti palazzi siciliani con suoi capolavori di mobilia, era anche specializzata nella fabbricazione di arredi navali.
Così, lo splendido soffitto ligneo, unito allo stile dei mobili, non dissimili da quelli presenti nelle più lussuose navi da crociera, diedero il famoso soprannome alla sala, che viene tutt’oggi utilizzato.
Per un tour virtuale delle sale di Montecitorio potete visitare il sito ufficiale.
Fonti: P. Portoghesi – Montecitorio: il progetto di Ernesto Basile
G. Bach – Breve storia del Palazzo di Montecitorio
Wikipedia.org – Palazzo Montecitorio
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