L’oratorio di San Lorenzo prende il suo nome da una più antica chiesa sulla quale è stato fondato nel 1569 da una compagnia di frati Francescani che, inizialmente, avevano assunto il compito di seppellire i morti meno abbienti nel quartiere della Kalsa.
All’interno dell’oratorio, situato a lato della chiesa di San Francesco d’Assisi, si trovano quelle che probabilmente sono le più belle raffigurazioni marmoree di Giacomo Serpotta.
L’intero complesso scultoreo è equilibrato e le figure rappresentate sono aggraziate e verosimili. Le pareti interne delle navate sono occupate da alcune statue principali, raffiguranti le Virtù, circondate da miriadi di putti dalle svariate attitudini che riprendono il tema della Virtù alla quale fanno da cornice.
Sotto ogni finestra sono rappresentati episodi della vita della vita di San Francesco a sinistra ed episodi della vita di San Lorenzo a destra.
Il fondo della navata è quasi del tutto occupato dalla scena del Martirio di San Lorenzo, un autentico capolavoro del suo genere. Sull’altare due angeli fanno da contorno ad uno dei quadri più belli ed importanti che Palermo abbia posseduto, “La Natività del Signore”, dipinto da Caravaggio nell’estate del 1609 (o più probabilmente intorno al 1600 a Roma) e purtroppo trafugato nel 1969. Sebbene lo spazio una volta destinato alla tela sia stato occupato da una copia fotografica della stessa grandezza, il vuoto artistico lasciato dall’opera rimane incolmabile.
Da notare, infine, i sedili posti lungo le pareti laterali delle navate, ampiamente decorati ed intarsiati con temi vari.
Samuele Schirò